Alcolismo: addio Giaguaro, ennesima vittima
Ancora una vittima dell'alcolismo che si aggiunge alle circa 30.000 annuali solo in Italia. Questa volta è toccata al mio amico Giaguaro: stava male, aveva il fegato fuori uso ma nonostante tutto continuava ininterrottamente a bere birra, in quantità industriale. Eppure sembrava quasi immortale, indistruttibile, sebbene avesse le mani e piedi gonfi, il colore della pelle oramai tendente al marrone, per noi "gli amici del bar" appariva quasi come un gladiatore perennemente impegnato nella sua battaglia contro la morte. 
Spesso scherzavamo con lui definendolo un "dead man walking" viste le sue condizioni di salute oramai ridotte al lumicino, come per esorcizzare un destino che appariva già segnato. Il suo medico curante era stato chiaro: "Se non smetti di bere, morirai presto", ma il Giaguaro non si lasciava intimidire nemmeno davanti ad un simile monito.
Questa mattina, appena appresa la notizia, ho iniziato a fissare gli altri alcolisti cronici che frequentano il bar, nella speranza (forse vana) di scorgere nei loro volti un sussulto di dignità e di attaccamento alla vita.
Addio Giaguaro, piangiamo la tua morte, anche se si trattava di una scelta volontaria e consapevole, proprio per questo motivo dovrebbe risuonare come un monito per tutti coloro che hanno fatto degli alcolici una ragione esistenziale.
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