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Al Sisi all’Università di Al Azhar: Ulema ed Imam responsabili del terrorismo. Il Manifesto Anti Isis

"L'Islam ha bisogno di una rivoluzione per estirpare la Jihad (...) Dovremmo forse uccidere 7 Mld di persone? Idee fossilizzate (...) L'islam non può odiare tutti..." Ed ancora: "Come è possibile che la religione islamica sia percepita come fonte di ansia, pericolo, morte e distruzione dal resto del mondo?" A chiederselo non è un uomo qualunque, neppure un Occidentale, bensì il Presidente Egiziano Abdel Fattah Al Sisi, in una sede d'eccezione, l'Università Al Azhar la più importante sede teologica sunnita fondata nel 970, in una ricorrenza d'eccezione, l'anniversario della nascita di Maometto, e davanti ad un pubblico anch'esso d'eccezione: gli Ulema e gli imam.
 
Eppure il discorso, senza dubbio il più audace e coraggioso mai pronunciato da un capo di Stato Mediorientale, era passato praticamente inosservato e solo l'immensità e l'efferatezza degli attacchi dei terroristi islamici in Francia alcuni giorni dopo, lo hanno portato alla dovuta ribalta. Per chi conosce anche solo a grandi linee gli autori islamici del passato, specie i grandi medioevali, Avicenna ed Averroé per citarne solo due, ma anche la storia e la tradizione islamica, le osservazioni di Al Sisi non hanno invero nulla di strabiliante. Del rapporto tra Ragione e Fede - similmente che i cattolici, basti ricordare l'omonimo titolo dell'omonima enciclica - che deve animare la religione, parlavano infatti già anche gli autori citati. Il Presidente egizio si rifà a Muhammad Abduh, già docente ad Al Azhar alla fine dell'Ottocento, che la riprendeva per stimolare l'Islam al discernimento tra il Bene ed il Male. E' a questi assunti, che hanno connotato radicalmente il riformismo islamico del XIX secolo, che è necessario tornare, per Al Sisi, e l'alternativa è la distruzione stessa dell'Islam, non ad opera di un complotto sionista o di uno Occidentale, bensì "ad opera delle nostre stesse mani."
 
"Occorre uscire da noi stessi per approdare ad una visione più illuminata dell' "Altro"..." e qui le parole sono le stesse di diversi importanti teologi cristiani cattolici e non (alcuni: Barth, Ratzinger, Wojtyla, Bergoglio, Boff, Kueng ...). Dunque sradicare la Jihad, ma anche una chiusura in sé iper egocentrica se non addirittura semiautistica che trova poi la propria estrinsecazione nella violenza contro l'altro. E qui la responsabilità degli Ulema e degl'Imam è grandissima e nefasta perché quasi sempre sono stati proprio loro gli istigatori primi di questi atteggiamenti, anzicché coloro che riflettevano al discernimento dell'azione buona. E' proprio dai loro sermoni che si è originato un mostro. Così è invece proprio dai sermoni che deve partire la nuova rivoluzione islamica, da una rilettura nuova e caritatevole del messaggio coranico, perché l'Islam possa prosperare nella Pace del Mondo e non nella guerra al Mondo. E le tristissime vicissitudini di Parigi di questi giorni confermano le affermazioni del Presidente egiziano ed il suo discorso ad Al Azhar quale Manifesto anti ISIS.
 
Foto: Wikimedia
 
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