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Agile Eutelia: lo Stato è "complice" o incompetente?

Lo scorso 12 luglio il Tribunale di Roma ha condannato in primo grado i manager di Agile, Eutelia e Omega per bancarotta fraudolenta, ma anche l’immagine delle istituzioni ne esce compromessa. “È con l’avallo dello Stato che hanno distrutto un patrimonio informatico e rovinato circa 2000 famiglie”.

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“È stata perseguita una evidente finalità di spoliazione della società Agile attraverso l’effettuazione di una serie di disposizioni patrimoniali a favore di terzi senza alcuna giustificazione giuridica od economica”.

Questo è quanto hanno stabilito i giudici del Tribunale Penale di Roma (leggi le motivazioni della sentenza), che hanno condannato in primo grado i responsabili della bancarotta delle società Eutelia, Agile e Omega.

Nove anni ad Antonangelo Liori, ex direttore dell’Unione Sarda, figura principale del gruppo Omega. Otto anni per Claudio Marcello Massa, amministratore di fatto di Agile ed Omega. Sei anni ad Isacco Landi, amministratore di Eutelia. 

Per tutti interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione per 10 anni da attività imprenditoriali.

E entro l’anno sono previste altre cinque udienze per stabilire le responsabilità di Samuele Landiin questo momento latitante a Dubai.

“Lo Stato non poteva non sapere”

Anche l’immagine delle istituzioni ne esce compromessa. “Lo Stato non poteva non sapere“, sostiene Ghita Marzano, ex dipendente dell’azienda. “È con l’avallo dello Stato che questi delinquenti hanno distrutto un patrimonio informatico e rovinato circa 2000 famiglie”.

Nel 2009, infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico diede il via libera alla cessione fra Eutelia ed Omega di Agile, nonostante le indagini del Tribunale di Arezzo sui Landi, per irregolarità e distrazione capitali da Eutelia, fossero già in corso. Vale la pena ricordare anche che nel 2009 sia Massa che Liori avevano già un lungo curriculum di fallimenti alle spalle.

A queste persone lo Stato ha detto: “Va bene”.

“I nostri rappresentanti politici sanno solamente aprire tavoli e trattative che non si chiuderanno mai”. Nel loro caso la beffa è addirittura maggiore, dato che il MiSE considera la vertenza Agile Eutelia “risolta”, nonostante attualmente siano più di 1.000 i lavoratori senza prospettive.

Il dolore lascia spazio a una timida speranza

La foto che abbiamo scelto risale al 2010, i lavoratori per primi denunciavano la truffa che si celava dietro il fallimento dell’impresa. Oggi queste persone possono dire a testa alta: “Avevamo ragione e ci è stato riconosciuto”. Una magra soddisfazione per chi ha perso il lavoro, ma la Giustizia rimane sempre una ricompensa di inestimabile valore.

La sentenza rappresenta un precedente importante per tutti. Secondo Ghita “questa sentenza potrebbe aiutare migliaia di famiglie gettate sul lastrico da imprenditori delinquenti. Avendo riconosciuto la costituzione quale parte civile dei lavoratori, il giudice ha dato un segnale chiaro”. 

È la prima volta, infatti, che un tribunale italiano accetta la costituzione come parte civile dei dipendenti in un processo per la bancarotta fraudolenta di un’azienda.

“Il dolore lascia spazio a una timida speranza”, conclude.

di Marco Nurra | @marconurra

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.53) 10 agosto 2013 15:54

    Questo direttore de l’Unione Sarda fa il paio con il direttore del TG4 Emilio Fede. Ci sono altri direttori simili?

  • Di (---.---.---.201) 10 agosto 2013 18:04

    La speranza si dice che sia la penultima a morire, auguro che l’attesa di quelle 2000 famiglie possa essere risarcita o meglio ricompensata in toto, sia a livello penale che civile. Purtroppo, nel nostro Paese, abituato a trasformare tutto e tutti, le possibilità di ripetizione edulcorata, della truffa che quelle famiglie hanno dovuto subire, sono vive proprio per il fatto che la più grande truffa si è incancrenita nel sistema istituzionale attraverso la parvenza di democrazia. Ricordiamoci che Mark Twain agli inizi del novecento sentenziò che, se le elezioni avessero posseduto il potere di trasformare la società, il potere non le avrebbe mai indette e permesse.

     

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