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A proposito di pensioni d’oro

Un sistema più equo. 

 

Sul Corriere della Sera del 9 agosto è riportato in prima pagina un articolo di Sergio Rizzo dal titolo Le pensioni d'oro in quelle dieci righe. Parla di una certa leggina, che nel 1994 è stata, con un incredibile blitz, approvata e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale a tempo di record, a favore del Direttore della RAI Biagio Agnes, che ha visto decuplicare la sua pensione, passando da quattro milioni di lire ad oltre quaranta milioni di lire al mese.

Rizzo spiega le regole di privilegio che hanno permesso una simile operazione e rimarca il fatto che da allora nulla è stato fatto per cambiarle, complice la politica reticente. Infatti ancora oggi, nel 2013, esiste un lunghissimo elenco di persone che percepiscono pensioni scandalose. Basta citare, prosegue Rizzo, l'ex manager della Telecom Mauro Santinelli che porta a casa oltre 91.000 Euro al mese, e il suo capo Vito Gamberale, che dal 1999, quando aveva 55 anni, percepisce una pensione di oltre 75 milioni di lire al mese. Oppure i due ex direttori generali dell'ENEL, Alberto Negroni e Alfonso Limbruno, che si ritirarono entrambi con assegni da 37 milioni di lire al mese, oppure ancora, a dimostrazione che gli statali non sono da meno, l'ex segretario generale del Senato, Antonio Malaschini, che ha dichiarato una pensione annua di 519.000 euro.

L'articolista fa notare che spesso chi incassa pensioni d'oro continua a lavorare, talvolta ricoprendo incarichi pubblici altrettanto dorati, e che "sarebbe forse il caso di prendere seriamente in considerazione la proposta avanzata da Bruno Tabacci, Angelo Rughetti, Andrea Romano e Fabio Melilli in una lettera al Corriere della Sera: i pensionati d'oro che intascano stipendi (pubblici) d'oro scelgano fra la pensione e lo stipendio" E conclude: "E' una richiesta così scandalosa?"

Pur tenendo Sergio Rizzo nella massima considerazione, non si può fare a meno di osservare che la "richiesta" dovrebbe essere  ben più consistente. Se si pensa ai milioni di famiglie che la crisi economica ha portato sulla soglia della povertà. che vive con mille euro al mese o anche meno, senza alcuna speranza per il futuro, lo sconcerto e l'indignazione di fronte alle pensioni d'oro salgono alle stelle.

E allora è lecito pensare alla insensibilità, superficialità e stupidità dei signori che hanno sottoscritto la lettera al Corriere. Che senso ha poter scegliere tra una pensione d'oro e uno stipendio d'oro? E' questa la soluzione politica al problema delle pensioni d'oro per rendere più equilibrato ed equo il sistema pensionistico italiano?

Sembra quindi giusto e onesto pensare (come pensa la stragrande maggioranza degli italiani) e formulare una proposta più dignitosa: intervenire drasticamente su tutte queste pensioni d'oro stabilendo un tetto massimo con effetto retroattivo e destinare il risparmio ai meno fortunati.

E non si parli di anticostituzionalità: l'emergenza della situazione e il dramma che sta vivendo il nostro Paese lo esigono. E' tanto complicata e scandalosa questa proposta?            

Foto: Fabiana/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.234) 13 agosto 2013 17:38

    Un tetto massimo uguale per tutti potrebbe essere una soluzione transitoria d’emergenza di fronte a queste scandalose pensioni d’oro, ma bisogna trovare soluzioni più giuste.
    Un errore analogo è stato fatto durante un governo Prodi: le pensioni sono state livellate dal basso con un tetto minimo, creando una clamorosa ingiustizia: persone che hanno versato contributi si sono ritrovate una pensione uguale a quella "sociale", cioè di chi non aveva versato alcun contributo ed aveva sempre lavorato in nero, talvolta mettendo da parte appartamenti e capitali.

    Per le pensioni dorate una soluzione equa potrebbe essere quella di ricalcolarle con il metodo contributivo, così come accadrà per i lavoratori che oggi pagano quelle pensioni con i loro contributi. Forse qualche pensione resterebbe troppo dorata, ma ci sarebbe un calo sostanziale e nessuno potrebbe dire che è ingiusto.

    Inoltre, sarebbe il caso di ricalcolarle tenendo conto dell’età a cui si è andati in pensione: la grande truffa del sistema pensionistico italiano è stata quella di computare ed assegnare pensioni indipendentemente dalla età, e quindi dell’aspettativa di vita, al momento del pensionamento. Il caso più clamoroso e oneroso è stato quello delle baby pensioni, in cui a parità di condizioni un trentenne (meglio: una trentenne) riceveva lo stesso trattamento di un sessantenne.

    GeriSteve

  • Di (---.---.---.17) 13 agosto 2013 19:34

    PaoloM

    Dopo la pubblicazione delle pensioni d’oro, è venuto fuori l’elenco degli stipendi d’oro dei dipendenti del parlamento. Posso solo immaginare quanti altri elenchi di retribuzioni d’oro(pubblicati e non) esistano per gli innumerevoli Enti utili ed inutili.

    Propongo una soluzione, che mi sembra semplice da applicare, equa e che potrebbe portare introiti alle casse esauste dello stato e cioè l’introduzione di nuove aliquote IRPEF (non contributi di solidarietà!), che a scaglioni opportuni facciano corrispondere tassazioni più elevate. Non sarebbe necessario modificare i meccanismi delle retribuzioni, degli aumenti, dei calcoli delle pensioni. Sarebbe infine possibile anche abbassare le aliquote per gli scaglioni più bassi.

    Ma chi deve decidere una simile soluzione è chi usufruisce delle retribuzioni e pensioni d’oro.

  • Di (---.---.---.110) 19 agosto 2013 11:44
    VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO
    Ai politici non frega niente né delle pensioni d’oro né quelle di fame.
    Berlusconi voleva rimodulare le aliquote IRPEF senza aumentarle per i redditi alti. E ciò si può capire avendo egli alti proventi. Monti ha avuto il coraggio di bloccare i pensionamenti, letteralmente rubandoli a quelli che stavano maturando il diritto. Aveva messo solo il 5% di contributo straordinario sulle pensioni superiori ai 90.000 euro, ciò e stato dichiarato incostituzionale. Una pagliacciata!!!
    In Italia i furti delle pensioni sono “leciti”, si possono togliere come elargire a sproposito.
    Ora Letta sull’argomento pensioni sonnecchia, il PDL peggio, i 5s fanno chiacchiere e scalpitano soltanto perchè vogliono andare di nuovo al voto. Siamo messi bene !!!!!
    L’art. 4 della costituzione non interessa. “Adempiere i propri doveri di solidarietà economica” in questo tempo di crisi significa almeno dimezzare le pensioni nella parte eccedente i 2.500 euro netti mensili, prima che facciamo la fine della Grecia che ha tagliato tutte le pensioni superiori ai 700 euro del 25%.

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