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Alcune riflessioni sulla politica italiana

La crisi economica che stiamo attraversando è aggravata in Italia da una gravissima crisi politica, che è forse peggiore della prima. È dovuta a più di vent'anni di decadenza etico-morale della politica che ha perso ogni punto di riferimento e non riesce più ad ispirarsi ai suoi principi fondamentali.

Papa Francesco, ad esempio, non appena eletto, è riuscito a comunicare con tutto il mondo perché il suo primo atto è stato il ritorno ai principi dei Vangeli. Ed è ammirato ed ascoltato proprio per questo, ottenendo dai fedeli una fiducia illimitata.

I nostri politici invece, avendo perso di vista lo spirito e lo scopo fondamentale del loro impegno nei confronti della comunità e sempre più distratti da interessi di parte e personali, sono lontani anni luce dalla realtà e dalle effettive esigenze dei cittadini.

Nell'attuale situazione, dopo le disastrose vicende che tutti conosciamo, non si è riusciti a formare un qualsiasi governo e nemmeno ad eleggere un nuovo Presidente della Repubblica, a causa di contrapposti interessi di partito, con personaggi (senza fare nomi ma probabilmente nessuno escluso) che non seguono altro che i loro egoismi ed ambizioni anche in presenza di fallimenti di imprese all'ordine del giorno, di disoccupazione ai limiti storici e soprattutto di numerosissimi suicidi di gente disperata.

Solo ieri, con un accordo quasi a sorpresa fra le forze politiche maggiormente interessate è stato confermato nella carica di Presidente della Repubblica il quasi ottantottenne On. Napolitano, che in un primo tempo non era consenziente e che poi, evidentemente, si è lasciato convincere. Qualcuno parla di golpe perché è stata la decisione di una sola parte della politica e il malcontento è quindi piuttosto diffuso: si ha l'impressione che dopo due mesi senza governo si sia tornati al punto di partenza senza che nulla possa cambiare. Come prima cosa, comunque, il Presidente Napolitano dovrà tentare di formare un nuovo governo (presumibilmente con le stesse forze che l'hanno eletto), oppure provvedere allo scioglimento delle Camere (cosa che, secondo alcuni, avrebbe dovuto fare oitre un anno fa, prima del governo Monti).

Naturalmente non sfugge ai cittadini che l'abnorme perdita di tempo e il dannoso ritardo nell'affrontare le necessarie e urgenti riforme sono da imputarsi alla scarsa volontà della vecchia "casta" politica, che resiste ancora a qualsiasi cambiamento pur di non rinunciare ai propri interessi e privilegi. Sembra proprio che il supremo bene dell'Italia sia all'ultimo posto nella "forma mentis" dei nostri politici!

Allo stato attuale dunque è necessario che la classe politica ritorni alle origini, rinnovandosi profondamente dalle radici, nella mentalità e non solo nelle persone o nei partiti. Ma sta anche ai cittadini elettori compiere questo miracolo con matura riflessione: la politica non deve essere il "rifugium peccatorum" di chi vuole arricchirsi, di chi vuole sfuggire alla giustizia o di chi cerca una qualsiasi occupazione. La politica deve essere considerata come una missione, un'alta missione di chi desidera mettersi al servizio della comunità, di chi è disposto anche a sacrificarsi per essa, di chi vuole migliorare le sorti dei propri figli e del proprio Paese.

Sembrano solo parole scontate, forse destinate a cadere nel vuoto, ma solo ad ascoltarle aprono una breccia, un barlume di speranza. E chissà che attuandole non si vada incontro ad un periodo migliore, senza le attuali miserie e i soliti movimenti di protesta.

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