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A Lecce, clamoroso scandalo in seno alla Camera di Commercio

Si intende far riferimento non alla freschissima riconferma di Alfredo Prete alla presidenza dell’Ente, bensì ad un “dettaglio” di carattere finanziario che ruota intorno a tale evento.
 
Come riportato dal più diffuso quotidiano locale, a pagina 15 dell’edizione di sabato 23 gennaio 2010, la riunione del Consiglio Camerale che ha rieletto, giustappunto, il Presidente Prete è costata la bellezza di 13.710 euro, prodotto risultante dalla pura e semplice moltiplicazione del numero dei componenti presenti, 30 su 32 complessivi, per il gettone di 457 euro spettante pro capite.
 
Sembra incredibile, anzi proprio una bestemmia, 457 euro, ovvero quasi una mensilità di pensione minima. E non si venga a obiettare che questi discorsi e questi paragoni sanno di qualunquismo.
 
Ma, attenzione! Sempre attraverso il medesimo quotidiano, si è appreso che “la cifra ragguardevole del gettone viene però mitigata dal fatto che il Consiglio Camerale si riunisce poco, appena quattro o cinque volte l’anno”, puntualizzazione, invero, che non giustifica un bel niente e suona del tutto ridicola.
 
A voler andare appena più in là della punta del naso, basti pensare che in Italia esistono 110 Camere di Commercio, sicché, tirando quattro conti, viene fuori, mediamente, un onere complessivo di 1.508.100 euro l’anno per una sola riunione del Consiglio, e rispettivamente di 6.032.400 e 7.540.500 euro, in caso di quattro o cinque sedute. Noccioline o importi ragguardevoli?
 
No, non si può tirare avanti con simili spechi, spendi e spandi a go go, che alla fine, ciò forse sfugge, vengono pagati dai cittadini, sotto forma di diritti da versarsi, a fronte dei vari adempimenti e pratiche, alla CCIAA.
 
L’approfondimento e la riflessione sul “dettaglio” di che trattasi, a parte il disappunto e il risentimento che possono aver suscitato, valgano almeno ai fini di un intervento positivo: il neo confermato Presidente Prete, si adoperi immediatamente per la riduzione, da subito, del gettone di presenza a favore dei Consiglieri da 457 a 57 euro.
 
Inoltre, una domanda: è mai possibile che di queste “schifezze” si debba venire a conoscenza solo quando scoppia la bomba, a cose fatte? E accettabile che non esistano enti o organismi di supervisione e controllo ai quali sia dato e comminato di scrutare a freddo fra le righe delle leggine o provvedimenti che rendono attuabili e scorrevoli, lisci come l’olio, sperperi tanto evidenti?
 
Piccola amenità conclusiva, lo scrivente, comune osservatore di strada, si è appena “ribellato” al titolare di una cartoleria sotto casa, il quale, dal 1° gennaio, ha improvvisamente aumentato da 10 a 30 centesimi il prezzo di una busta del formato 19 x 26 centimetri, ovviamente non senza aver prima verificato che, presso un altro esercizio della zona, il costo era rimasto immutato a 10 centesimi. Ci fossero solamente guai di questa portata…

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