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Verso la manifestazione del 15 ottobre

Io c'ero all'assemblea della Sapienza e la sensazione che ho avuto (sia ieri che nei giorni scorsi), in tutte le assemblee di tutte le anime del movimento 15 ottobre, è che questa data rappresenterà un punto di riferimento negli anni a venire. Nel bene e nel male. Non si sa quanta gente verrà alla manifestazione, nessuno ha il polso della situazione.

Le realtà locali stanno faticosamente facendo arrivare le loro adesioni, ma organizzare pullman, treni, logistica è dura per un movimento composto da tante anime, col rischio che qualcuno ci possa mettere il cappello. Ma altrettanto la rabbia è tanta e la manifestazione non sarà solo una passeggiata per le vie di Roma ( tra l'altro sia la questura che il sindaco hanno vietato il passaggio per le vie centrali si è cercato un compromesso e questo non ha certo rasserenato gli animi) e il tentativo di riprendersi le piazze e gli spazi pubblici sarà certamente la pratica del "riprendiamoci ciò che ci hanno tolto".

La discriminante di questo nascente movimento, che non vuol scimmiottare le forme di proteste che stanno avvenendo in altre parti d'Europa (e non solo), è fra chi vuole spedire al mittente la lettera di Draghi e di Trichet ( e la manifestazione del 12 davanti alla Banca d'Italia sarà la logica conseguenza) e tra chi accetta l'ingerenza della finanza europea e mondiale, accetta i sacrifici a patto che siano equii. Su questo punto il movimento è irremovibile, giustamente a mio parere.

Nessuno nel movimento vuole lo scontro, nessuno lo cercherà, ma si andrà alla manifestazione determinati e decisi a riprendersi gli spazi pubblici che in tutti questi anni ci sono stati negati e vietati per farne delle Agorà pubbliche in cui possano essere smascherati gli inganni e le menzogne che in tutti questi anni ci hanno propinato. La crisi non c'era, poi la crisi era dietro di noi, poi ancora che eravamo " i mejio" , poi che la crisi era colpa di quattro malfattori di banchieri e via di questo passo.


Spazi pubblici che possano diventare veramente spazi di discussione e di dibattito pubblico di tutti e non solo di chi si fa promotore dell'occupazione! Non solo Piazza San Giovanni , ma dieci, cento piazze non solo a Roma ma in dieci, cento città.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di luca (---.---.---.221) 8 ottobre 2011 12:47

    L’articolo e’ bello,pero’ dico io:non dovrebbe esserci piu’ coesione tra tutti i gruppi europei in questa data?Tu dici che non si deve scimmiottare cio’ che avviene in Europa,ma non dovrebbero unirsi invece le forze ideali per vincere poi la battaglia tutti insieme?
    Ciao
    LUCA

  • Di (---.---.---.241) 8 ottobre 2011 13:02

    La coesione è data che in molti paesi d’Europa il 15 si griderà nelle piazze People’s Europe rise up! Ma ognuno con la propria identità , ognuno con la propria cultura, esperienze e modalità di protestare e pretendere. Voler per forza fare gli "indignados" o l’occupare Wall Street vuol dire scimmiottare forme di lotta che non appartengono alla nostra cultura. Se vi saranno forme di occupazione delle piazze ben vengano , ma senza per forza fare come fanno gli spagnoli. 


    La lotta si estende in tutta europa perchè la messa in miseria della classe lavoratrice è in tutto il mondo capitalistico. Voler per forza identificare la causa di tutto questo nelle borse o nel capitalismo finanziario è un perdere di vista il vero nemico di classe! La vera natura ed origine della crisi è crisi di valorizzazione del capitale. Occupare Wall street o indentificare in Draghi o Trichet le origini della crisi è perpetuare ancora una volta la mistificazione!.

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