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  • Primo articolo mercoledì 03 Marzo 2011
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Ultimi commenti

  • Di Luca Troiano (---.---.---.50) 7 settembre 2011 21:43

    Ti infastidisce se scrivo qui? Non capisco.

  • Di Luca Troiano (---.---.---.253) 27 agosto 2011 12:05

    Guarda Paolo, seguo le tue opinioni con interesse perché ti reputo una persona obiettiva, ma stavolta dissento in pieno.

    Il problema della politica italiana (e questa è la peggiore eredità lasciataci dal berlusconismo) è che oggi i partiti non sono più espressione di ideologie e visioni ma solo dei loro leader; in campagna elettorale nessuno parla più di programmi ma solo di alleanze.
    Da questo punto di vista, che differenza fa scegliere Di Pietro, Bossi, Casini, o magari Rutelli o qualunque altro pappone che va in tv a proclamare di essere l’unico a conoscere la via maestra che ci condurrà alla luce?
    La politica italiana tornerà ad essere credibile quando smetteremo di venerare questo o quel leader ma restituiremo la centralità dell’attenzione alla GENTE. 
    Di Pietro ha gioco facile nell’andare in tv a sbraitare contro Silvio o contro la Lega, ma quello siamo capaci di farlo tutti. L’assenza dell’estrema sinistra dal Parlamento gli ha consentito di occupare il vuoto lasciato dall’antiberlusconimo più radicale. Ma proposte non ne ha e non saprebbe neppure farne. Io ho frequentato l’IDV per un breve periodo, vista la partecipazione di un mio caro amico, e quel poco che ho visto non mi è piaciuto granché. L’Idv è un partito personalistico, dove c’è solo il buon Tonino. Non ha posizioni su nulla, per cui non vedo quale alternativa potrebbe rappresentare. Ad esempio, se chiedi ai giovani militanti come si pone l’Idv sul tema delle droghe leggere, per dirne una, loro stessi ammettono che il partito non ha una posizione in proposito. Se non c’è un programma comune, potrà mai esserci un rilancio?
    Oltretutto Di Pietro è lo stesso che ha ricevuto 40 milioni di rimborsi elettorali a fronte di una spesa quattro volte inferiore... soldi poi confluiti non nel partito IDV bensì nell’associazione omonima, che li ha opportunamente investiti in immobili. Quando era ministro delle infrastrutture ha nominato alla dirigenza dell’Anas alcuni avvocati iscritti al suo partito. Non dimentichiamoci poi il caso del figlio, dimessosi dal partito ma non dal posto di assessore dopo una vicenda di "favori" risalente a 3 anni fa. Poi c’è la figlia, che è diventata giornalista professionista senza frequentare una redazione neppure per un giorno.. per la cronaca si trattava di una testata che fa capo all’IDV, ovviamente.
    Davvero possiamo pensare che Di Pietro, a parole qualcosa di nuovo rispetto alla vecchia politica ma di fatto esponente della stessa, sia la soluzione?
  • Di Luca Troiano (---.---.---.70) 20 agosto 2011 13:38

    Applausi. C’è altro?

  • Di Luca Troiano (---.---.---.225) 13 agosto 2011 17:11
    A parte che gli americani stanno trattando da tempo con i taliban per tirarsi fuori dal pantano afghano, ci sarebbero da dire due o tre cose..
    L’Italia non ha pagato solo i taliban.. ha pagato anche i libanesi, i somali, gli sciiti in Iraq.. ha pagato tutti i signori della guerra locali affinché alle nostre truppe non succedesse nulla.
    Questo perché il nostro governo (in generale, ossia tutti i governi che si sono succeduti finora) deve comporre due esigenze diametralmente opposte: 1) partecipare alle missioni all’estero in ottemperanza agli obblighi che discendono in quanto membri Nato 2) giustificare tale impegno di fronte all’opinione pubblica, che normalmente si "indigna" al sentir pronunciare la parola "guerra". Il rientro dei nostri militari nelle casse di legno fa scemare il consenso popolare intorno alle nostre partecipazioni, così per non perdere la faccia di fronte agli alleati e allo stesso tempo non perdere voti alle elezioni successive (in un Paese come il nostro dove siamo SEMPRE in campagna elettorale) l’esecutivo fa l’unica cosa che sa fare: mettere mano al portafoglio.
    Io non lo se il mondo ci dice mafiosi, quello che so è che il mondo ci considera poco perché noi consideriamo il mondo, troppo chiusi a pensare a bunga bunga e alle altre fregnacce di casa nostra.
    Il mondo ci considera poco perché la censura imposta da tutti i governi al reale operato dei nostri soldati all’estero (come gli innumerevoli incidenti e scontri a fuoco in Afghanistan) impedisce ai media internazionali di conoscere le reali condizioni in cui essi si trovano. Questo è il vero scandalo, non quello di aver pagato due mazzette per risparmiarci qualche funerale di Stato in più.
  • Di Luca Troiano (---.---.---.225) 13 agosto 2011 10:18

    Le elezioni non sono un referendum, per cui anche se non votasse più nessuno, basterebbe un solo voto per eleggere un governo. ecco la fregatura della democrazia: qualcuno deve pur vincere, anche se ci fanno tutti schifo.

    In merito al tema dell’articolo, mi piacerebbe sapere dall’illustre Di Pietro come mai i 40 milioni di rimborsi elettorali (a fronte di una spesa di un quarto o un quinto) siano andati non al partito IDV bensì all’associazione omonima, e da lì investiti in immobili. Visto che lui è il difensore della legalità e sempre pronto a bacchettare le magagne del suo avversario.


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