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Vito Enzo Salatino

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  • Primo articolo martedì 03 Marzo 2011
  • Moderatore da martedì 04 Aprile 2011
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Ultimi commenti

  • Di Vito Enzo Salatino (---.---.---.165) 1 marzo 2011 21:02

    @Mauro Miccoli.

    Non si capisce bene con che lei ce l’abbia, ma guardi che, se ce l’ha con me, lei sbaglia indirizzo.
    Se la prenda con quelli che propongono e installano temovalorizzatori, inceneritori, pirolizzatori, dissociatori molecolari, piro-termovalorizzatori, piro-dissociatori, piro-valorizzatori, etc., etc.
    Se la prenda con il presidente della Campania che vuole installare subito due inceneritori o termovalorizzatori a Napoli e a Salerno.
    Se la prenda anche con la U.E. che ha emanato la direttiva 2009/28 sulle energie rinnovabili, sulla riduzione delle emissioni in atmosfera e sulla necessita di ridurre l’uso dei fossili e dei combustibili fossili e da petrolio.
     Con l’impianto proposto si fa proprio quello che prescrive l’U.E. con direttive recepite dalla legislazione italiana, anche se lei non riesce ancora a capire bene di che si tratta e di cosa stiamo parlando.

    Mi dispiace di non riuscire a farmi capire da lei, ma, mi scusi, non posso andare avanti all’infinito a ripeterle le stesse cose, senza esito. 
    Non è colpa mia.

    Saluti
    Vito Enzo Salatino

  • Di Vito Enzo Salatino (---.---.---.165) 1 marzo 2011 20:18

    @F. DINICOLI

    Sono assolutamente d’accordo con lei che la combustione dei rifiuti è negativa e obbligatoriamente inquinante tossica e cancerogena, sia al chiuso in un termovalorizzatore o inceneritore o pirolizzatore o dissociatore, e sia all’aperto.

    Nel caso di cui ci stiamo occupando del "Waste to Fuel", però, non si tratta affatto di combustione ma di trasformazione dei rifiuti pelletizati in gas di sintesi in presenza di vapore per il reforming di tar e char durante la gassificazione, ossigeno puro (non aria) in difetto per generare CO, catalizzatore per favorire la produzione di Idrogeno a base di dolomite e Nichel supportato da Allumina e Ossido di Magnesio, utilizzando un letto fluidizzato ad altissima turbolenza e ricircolante ad alta temperatura (ca. 900 °C). 
    Eventualmente, in dipendenza del tipo di rifiuto e dei metalli contenuti, da chiarire preliminarmente, il gassificatore può essere dotato di un arco con due torce al plasma a 5.000° C nel fondo del crogiuolo, anzichè del letto turbolento fluidizzato, per fondere e purificare ulteriormente poche scorie metalliche.
    Sempre senza alcuna combustione di nessun genere. 

    Il problema dei rifiuti si risolve perfettamente con il processo Waste to Fuel a partire da un impianto iniziale modulare da 2.000 ton/giorno di rifiuti condizionati pelletizzati (pari a ca. 2.500 ton/giorno di rifiuti greggi) e produce ca. 504.000 litri di carburante/giorno, pari a 184 milioni di litri/anno, sufficienti per alimentare ca. 100.000 vetture/anno.
    A Napoli questi impianti spazzano via i rifiuti giornalieri, le ecoballe accumulate e svuotano tutte le discariche strapiene abusive o meno, con il vantaggio di produrre benzina e diesel, per giunta carbon neutral, e pulitissimi, senza zolfo di sorta perchè la reazione di Fischer- Tropsch catalitica genera combustibili molto più puliti ed efficienti di quelli da petrolio.

    Acerra invece brucia con guai enormi solo 450 ton/girono, quando va tutto benissimo, cioè mai, e non risolve alcun problema di rifiuti nel napoletano, anzi inquina e accoppa le persone statisticamente a tutto andare.

    E’ chiarissimo ed evidente che prima si fa la raccolta differenziata ed il riciclo, ma poichè c’è sempre un mare di gente che mescola i rifiuti sulla faccia della terra e, diciamo così, non ha tempo per fare la raccolta differenziata e sempre quantità enormi di rifiuti finiscono, nonostante tutto, in discarica e le discariche traboccano dappertutto, siamo sommersi dai rifiuti da non saper più da che parte girarci, vogliamo svuotarle queste discariche anzichè riempirle continuamente fino a farle traboccare, sì o no ? Vogliamo farlo in modo intelligente, utile e pulito, sì o no, o vogliamo sempre bruciare, in impianto chiuso o all’aperto contaminando l’universo mondo e buttando continuamente soldi energetici dalla finestra ?
    Vogliamo farlo in modo pulito, conveniente, carbon neutral, rispettoso delle direttive 2009/28 E.U., producendo carburanti puliti necessari per il trasporto e non per divertirci, e riducendo come prescritto la dipendenza e il consumo di petrolio ?
    O sembra una cosa così orribile e cretina ?
    Guardi che anche i costi al litro del carburante prodotto sono nettamente inferiori rispetto a benzina e gasolio, a parte le accise dello stato, grazie ai rifiuti che costano poco o niente e grazie ai costi di discarica che non ci sono più.
    Un giorno glieli dirò i prezzi al litro di questi carburanti, nettamente migliori di quelli da petrolio, da non crederci !

    Saluti
    Vito Enzo Salatino

  • Di Vito Enzo Salatino (---.---.---.165) 1 marzo 2011 18:56

    @Mauro Miccolis.

    Gli impianti Waste to Fuel e Biomass to Fuel, che sono la stessa cosa e che possono trattare indifferentemente rifiuti e/o biomasse vegetali con processi perfettamente puliti, sono consigliati dalla Unione Europea nell’ambito della direttive 2009/28 perchè CARBON NEUTRAL, cioè esenti da emissioni di CO2 in atmosfera e sostituti dei fossili, nel caso specifico del petrolio importato, che deve essere sostituito da biocarburanti o carburanti sintetici carbon free o carbon neutral per il 10% entro il 2020.
    E questi impianti Waste to Fuel vanno esattamente in questo senso e sono pefettamente adatti, senza alcuna emissione in atmosfera.
    Esiste in questi impianti una fase denominata "hot & dry cleaning" in cui il syngas ottenuto dai rifiuti nel gassificatore viene perfettamente pulito da ogni traccia di inquinanti (in particolare polveri e nanopolveri, metalli pesanti volatili, SO2, H2S e composti dello zolfo, Ammoniaca, HCl, HF, composti organici alifatici e aromatici di ogni tipo, char e tar).
    Questa della pulizia dei gas destinati alla conversione in liquido è una operazione tassativamente obbligata e necessaria, senza la quale il catalizzatore dell’impianto steam reforming e Fischer-Tropsch si avvelena rapidamente e la reazione di conversione a carburanti si arresta generando acquetta sporca (per modo di dire !), da buttare, mandando chiaramente a casa tutto il personale responsabile addetto per arresto dell’impianto e mancanza di lavoro, addebitando il costo del catalizzatore avvelenato, che normalmente è un metallo nobile, ai responsabili.
    Quì non si tratta di incenerire niente.
    Anzichè con me, che propongo carburanti liquidi puliti per il trasporto carbon neutral al posto del petrolio, ripulendo rifiuti, ecoballe e discariche piene zeppe, dovresti prendertela con quelli che ad Acerra o in altri posti insistono per continuare ad installare i vecchi termovalorizzatori o inceneritori (4 ancora ad Acerra ! ).
    Errare è umano, perseverare .......

    Saluti
    Vito Enzo Salatino

  • Di Vito Enzo Salatino (---.---.---.165) 1 marzo 2011 18:23

    @fulviob55

    Non si tratta di fare proclami.
    Si tratta del fatto che i termovalorizzatori sono impianti obsoleti e inquinanti del secolo scorso, che non sono più accettabili nè proponibli perchè superati.
    Acerra, costruito da Impregilo (gruppo Fiat) e gestitito dalla A2A, enorme azienda energetica lombarda, non funziona correttamente.
    Su tre linee di cui è composto per ca. 450 ton/giorno, due sono sistematicamente ferme per guasti e sostituzione di parti di impianto già fuori servizio.
    Le emissioni in atmosfera sono abitualmente fuori norma per quanto concerne le nanopolveri cancerogene (PW10-5-2,5), i metalli pesanti volatili tossici e cancerogeni, le diossine e dibenzofurani cancerogeni e mutageni, il Mercurio neurolopgico.
    Le acquue reflue sono contaminate dagli stessi inquinanti e non si sa dove vadano a finire, giacchè risulta che non ci sono depuratori correttamente funzionanti nella zona.
    Le fly-ash tossiche (ca. 5% dei rifiuti) e le scorie tossiche (ca. 30% dei rifiuti) finiscono nelle discariche a destra e a sinistra, normalmente fuori norma, più o meno abusive o ex- abusive ora autorizzate.
    E’ un vero disastro, nell’indifferenza generale, compresa una enormità di CO2 e gas serra equiv. scaricati in atmosfera contro le direttive 2009/28 della U.E., generatrici di Global Warming con relativi mutamenti climatici catastrofici, contaminazione atmosferica generalizzata causa di 2,4 milioni di morti/anno su scala mondiale, nessuna sicurezza energetica da un tal impianto.

    Il processo "Waste to Fuel" proposto si basa sull’assemblaggio di quattro apparecchiature note adattate allo scopo per trattare rifiuti e/o biomasse organiche vegetali, comprese macro e microalghe, e trasformarle in carburanti liquidi, e cioè gassificatore catalitico + pulizia a fondo a caldo e a secco del syngas prodotto (CO + H2) + steam reformer catalitico per condizionare le concentrazioni dei gas e adattarle al tipo di carburante desiderato (alcoli, benzina, gasolio, Cherosene per jet) + reattore Fischer-Tropsch catalitico per la conversione del syngas a carburanti liquidi.
    Nasce da impianti pilota e semiscala esistenti, controllati e finanziati dal DOE americano (Department of Energy) nell’ambito delle energie rinnovabili, riduzione delle emissioni e sostituzione dei combustibili fossili e del petrolio, certificati dal EPA (Environmental Protection Agency).

    Non si tratta del solito impianto all’italiana con l’inventore di turno che si sveglia la mattina e ti trova un bel dissociatore universal-molecolare, cioè il classico bidone artigianale all’italiana, da cui poi derivano analoghi impianti-bidone industriali. Si tratta di impianti promossi e controllati da DOE e EPA, per gli impianti americani.

    Il processo è in un certo senso analogo al GTL (Gas To Liquid) della Shell o della Sasol per la conversione di gas naturale (metano) a carburanti liquidi con lo stesso metodo Fischer-Tropsh, inventato dai tedeschi negli anni ’20.
    In questo caso il processo è lo stesso tra "Waste to Fuel" e " Biomass to Fuel", ed entrambe le materie prime (rifiuti e/o biomasse) possono essere trattati sullo stesso impianto indiffrentemente, cambiando le condizioni di esercizio.
    I costruttori e progettisti sono diversi, ognuno titolare del suo metodo, normalmente brevettato, americani, inglesi, tedeschi e giapponesi.
    Se è interessato, le posso segnalare diversi link e costruttori diversi, cui può attingere informazioni più dettagliate.
    Gli italiani, in questo settore come in tanti altri dell’energia, sono molto indietro, in generale ancora alle scuole elementari, senza offesa per nessuno.

    Saluti
    Vito Enzo Salatino

  • Di Vito Enzo Salatino (---.---.---.165) 1 marzo 2011 13:56

    @ Mauro Miccolis.

    Forse non mi sono spiegato bene nell’articolo o tu non hai capito in che cosa consiste il processo "Waste to fuel".
    In questo precesso e impianto non si brucia, non si scarica all’esterno, nè si spara in atmosfera assolutamente nulla, non ci sono contaminanri che lasciano l’impianto, ma tutti i componenti dei rifiuti vengono trasformati in Syngas (cioè gas di sintesi, destinato alla sintesi di carburanti).
    Il gas di sintesi generato per gasificazione catalitica con difetto di Ossigeno e di vapore dai rifiuti, perfettamente purificato a caldo e a secco, risulta alla fine composto da Idrogeno, Ossido di Carbonio e piccole percentuali di CO2 e metano, ed è la miscela adeguata per generare carburanti liquidi in un reattore Fischer-Tropsch catalitico.
    Può essere necessario un pretrattamento del syngas in uno steam reformer catalitico per centrare con precisione il rapporto di concentrazione tra Idrogeno e Ossido di Carbonio per ottenere la miscela di carburanti desiderata (alcoli, benzina, gasolio e cherosene per jet).
    Questo impianto tratta i rifiuti residui miscelati dopo la raccolta differenziata spinta.
    I rifiuti residui vanno preparati, rimescolati tra partite diverse e pelletizzati a meno di 3 cm per ottenere un prodotto omogeneo con i componenti separabili accantonati per il loro riciclo autonomo.
     Esiste anche un metodo italiano per polverizzare e pelletizzare i rifiuti, brevettato dal CNR, denominato THOR, e questo pretrattamento sarebbe ideale per alimentare il processo "Waste to Fuel"
    "Waste to fuel" rispetta la direttiva 2009/28 E.U. sulle energie rinnovabili, è assolutamente carbon neutral, non spara niente in atmosfera, non genera Global Warming e mutamenti climatici catastrofici, elimina e sostituisce combustibili fossili in particolare petrolio che resta là dove si trova, non avvelena e uccide statisticamente nessuno perchè non emette niente di tossico all’esterno, comporta risparmio energetico a prezzi convenienti dei carburanti ottenuti, dà sicurezza energetica perchè produce autonomamente carburanti anzichè importarli con il petrolio sempre in difficoltà.
    Questi impianti si rimagiano tutte le ecoballe napoletale e svuotano tutte le discariche campane e italiane restituendo l’ambiente come all’origine, con enormi vantaggi ambientali, per la salute delle popolazione ed economici, risparmiando petrolio in maniera carbon neutral, e rispettando le direttive europee che prevedono il 10% di carburanti sintetici o biosintetici entro il 2010 (mentre invece ora l’Italia non fa niente anche in questo senso, oltre a non fare niente sulle energie rinnovabili in generale, prescritte dall’Europa con leggi recepite dall’Italia, ma non rispettate).
     In Italia questo processo non viene adottato perchè non sanno costruirlo, perchè si preferisce incentivare con il CIP 6 termovalorizzatori, pirolizzatori, dissociatori, inceneritori e simili di produzione italiana (Confindustria), che però bruciano o pirolizzano a casaccio i rifiuti anzichè gasificarli e trasformarli, accoppando la gente statisticamente con tumori maligni e simili dolcezze con i loro scarichi in atmosfera, al suolo e nelle acque reflue, contro l’ambiente, la vita e la salute delle popolazioni. 
    Si tratta di una tecnologia evoluta che in Italia non esiste e che ci si guarda bene da introdurre per interessi pecuniari e di parte sulla pelle e contro l’interesse della popolazione, ma ci sono vari fornitori titolari di brevetti internazionali, in particolare negli USA , in Giappone ma anche in Europa, naturalmente in Italia niente.
    L’esempio lampante è Napoli, che prevede insipientemente addirittura altri 4 inceneritori obsoleti del secolo scorso, come se niente fosse e fosse successo ad Acerra.
    Rifiuti ZERO è giusto, va bene e va perseguito, ma la realtà napoletana è al momento diversa e le decisioni dei capoccia non vanno in questo senso, ma in senso contrario per interessi personali e pecuniari di parte (naturalmente non solo a Napoli).
    Come si diceva una volta (ma con un altro significato): vedi Napoli e poi muori.
    "Waste to fuel" ripulisce integralmente la Campania, e l’Italia, e ci può consentire di tornare a vederla senza morire, come stanno facendo a Londra, ma non solo a Londra.

    Saluti
    Vito Enzo Salatino

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