Per quanto daccordo con lei, personalmente aspetterei qualche tempo prima di "cantare vittoria".
Il referendum abbrogativo é più orientato a proteggere l’ordinamento esistente che ad innovazioni legislative. E, sfortunatamente, non obbliga il legislatore a legiferare come da voto referendario.
Mi riferisco, per esempio, all’abrogazione del finanziamento ai partiti, oggi rimborso spese elettorali. Memore della spudoratezza dei soggeti a palazzo, c’é di che rabbrividire.
Se un’azienda dunque, distribuisce male l’acqua, aumenta drasticamente i costi, non ristruttura le reti, può perdere la licenza ed essere sostituita da un’altra.
Questa sua asserzione, valida in un paese normale, non lo é da noi.
Tale azienda, avrebbe fraterni agganci con politici, partiti, banche, clero e sindacati vari, ai quali allungherebbe sostanziosi riconoscimenti, e, dal consiglio di amministrazione a scendere, una folta rappresentanza di parenti vari divisi tra i gruppi su citati.
In forza di ciò, tale azienda, continuerebbe a fare i suoi comodi.
Si, il complimento era ironico, come del resto, volevo lo fosse il mio commento.
Rileggendomi, temo di essere stato eccessivo e, non vorrei, forse offensivo. Chiedo scusa.
Sà, personalmente, abolirei il referendum abrogativo, a favore del referendum propositivo, su modello svizzero. Così da obbligare il legislatore a legiferare secondo l’espressione del voto referendario.