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 Home page > Tribuna Libera > Referendum, vittoria della democrazia diretta, non dei partiti

Referendum, vittoria della democrazia diretta, non dei partiti

Gli italiani hanno a cuore la tutela dei beni comuni.
 
Anche se in verità siamo i primi ad essere responsabili di grandi sperperi.
 
Quanto dura una doccia?
 
Quante volte si usa l'acqua per fini futili?
 
E l'abusivismo?
 
E l'inciviltà?
 
E così via dicendo.
 
Si, sarò critico anche se sono felice per questa, nostra tutta, vittoria.
 
Probabilmente incrementerà il senso del rispetto del bene comune.
 
Il senso di rispetto per l'ambiente.
 
Il senso di rispetto per la nostra vita.
 
Se così non fosse allora vuol dire che non abbiamo veramente a cuore la tutela dell'acqua o dell'ambiente.
 
Il Viminale ha certificato che ai referendum popolari del 12 e 13 giugno ha votato il 57% degli aventi diritto. E' stato raggiunto il quorum per tutti i quesiti con percentuali elevatissime, nette, per il Sì.
 
Un Sì per la difesa del bene comune. Ma, questa vittoria non è certamente la vittoria del Pd o di tutti quei partiti che ora chiedono le dimissioni dell'attuale governo.
 
Non che mi dispiaccia ciò, sia ben chiaro, ma la maggior parte dei votanti hanno espresso il Sì per altri motivi e non certamente contro il governo o per chiedere le dimissioni di B. Altrimenti perché, ogni giorno, nelle strade non si vive questa indignazione così chiara ed evidente?

Era un referendum per la difesa dei beni comuni. Sia destra che sinistra da oggi dovranno riflettere. Perché cari miei non dimenticate che le prime privatizzazioni selvagge in questo paese non le ha certamente lanciate la destra, ma la sinistra! Draghi vi ricorda nulla?
 
Gli interessi economici che ruotano intorno ai beni comuni sono imponenti.
Non hanno colore politico. Tanto detto sia l'attuale destra di governo che la futura sinistra di governo sono avvisate. Non toccate i beni comuni. E specialmente, non strumentalizzate questo voto.
 
Anzi, cogliamo l'attimo, per chiedere, anzi pretendere una estensione del referendum per le materie più importanti che riguardano la vita comune del paese. Pretendiamo più democrazia diretta.
 
Pretendiamo più coinvolgimento nelle scelte importanti della vita sociale ed economica del paese.
 
Eliminiamo la logica del quorum, informatizziamo il referendum, affinché vi possa essere una consultazione popolare frequente e che non sia dispendiosa per le casse dello Stato, ma soprattutto poniamo in discussione il concetto della delega.
 
Discutiamo di queste cose.
 
Chi oggi ha votato sì, non lo ha certamente fatto a sostegno del Pd o dei partiti satelliti ad esso collegati.
 
Chi oggi ha votato Sì, lo ha fatto unicamente per la difesa dei beni comuni.

Commenti all'articolo

  • Di yepbo (---.---.---.221) 14 giugno 2011 19:05

    Per quanto daccordo con lei, personalmente aspetterei qualche tempo prima di "cantare vittoria".

    Il referendum abbrogativo é più orientato a proteggere l’ordinamento esistente che ad innovazioni legislative. E, sfortunatamente, non obbliga il legislatore a legiferare come da voto referendario.
    Mi riferisco, per esempio, all’abrogazione del finanziamento ai partiti, oggi rimborso spese elettorali. Memore della spudoratezza dei soggeti a palazzo, c’é di che rabbrividire.
    Saluti.
     

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