Al di la delle belle parole e delle ancor più belle teorie, ossia, con i piedi ben in terra, la condizione indegna é unicamente quella in cui hanno dovuto sopravvivere gli abitanti di Lampedusa.
L’orda sbarcata sull’isola, é da alcuni definita di migranti (la e di emigrante non é più di moda) da altri di profughi.
Le due definizioni sono errate. Un emigrante si trasferisce da un paese ad un altro, munito di documenti, fondi sufficienti e permessi vari, passando le frontiere ai valichi prestabiliti.
Un profugo fugge da un paese in guerra. La Tunisia non lo é.
Se ne conclude che sono clandestini che compiono un atto illegale, e che come tale va trattato.
Gli italiani, in passato non avevano propio alcun pregiudizo di sorta. Anzi. Io ricordo quando oramai molti anni fa, giravano quei venditori di tappeti che di tanto in tanto suonavano al campanello. Li si identificava come marocchini, per lo meno era quella la provenienza che dicevano di avere. Ebbene, magari non gli si comprava nulla, ma ricordo che gli si dava da mangiare e da bere. Sempre. E come lo facevano i miei, lo facevano i miei nonni e chissa quanta altra gente. Altro che pregiudizi!!
I pregiudizi, si sono giocoforza sviluppati, e vorrei ben dire. Quando i soliti noti, hanno spalancato le porte del paese a chiunque abbia volglia di venirci e di farci i più porci comodi suoi. Aiutato, protetto sistemato e facilitato in ogni suo agire, da tutte quelle associazioni di matrice sia politica, sia religiosa che ben conosciamo. E per le quali, più caos c’é in giro, più é grasso l’affare.
La solita stantia minestra bollita e ribollita che nella realtà non trova riscontro alcuno. Tante belle parole ma dalla dubbia applicazione. E poi , appellarsi ai giovani per una riflessione sull’unità nazionale! Ma per favore. Nel paese dove una persona dopo una vita di lavoro riceverà una pensione indecente, mentre per un inutile politico, sono sufficienti 36 mesi di mandato per "aggiudicarsela", di ben altra consistenza, più benefit vari a vita, non può esistere unità nazionale.