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paolo federici

paolo federici

lavoro nel mondo del trasporto internazionale, ormai da 35 anni ... quindi, forse, qualcosa ne dovrei capire!

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  • Primo articolo giovedì 07 Luglio 2010
  • Moderatore da venerdì 07 Luglio 2010
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Ultimi commenti

  • Di paolo federici (---.---.---.204) 18 dicembre 2011 20:35
    paolo federici

    caro Giorgio,

    se il porto di Genova fosse "collegato" all’entroterra con il TRENO, l’aria diventerebbe mooooooolto più respirabile che non adesso! 
    smiley
    Paolo
  • Di paolo federici (---.---.---.162) 17 dicembre 2011 12:11
    paolo federici

    ciò che volevo sottolineare con il mio articolo è che gli altri, pur avendo "loro" (spagnoli e russi!) il problema dello scartamento diverso, si stanno dando da fare per superare le difficoltà.

    Noi che invece NON abbiamo il problema dello scartamento, visto che il nostro è lo stesso di quasi tutta l’Europa (Francia e Germania in testa!) siamo capaci di restare indietro.
    Lo stesso dicasi per i porti: noi abbiamo Gioia Tauro che, rispetto a Suez (per le navi che arrivano dall’Estremo Oriente) è certamente molto più vicino che non Rotterdam .. eppure le navi preferiscono andare a sbarcare le loro merci (anche quelle "per l’Italia") in Nord Europa.
    Quindi noi siamo MEGLIO posizionati geograficamente ma riusciamo a farci del male facendoci sorpassare anche in questo campo.
    Perché?
    Per DUE semplici motivi:
    (1) perché le FERROVIE italiane NON funzionano come quelle degli altri Paesi europei (e qui il discorso di fa lungo: il fatto che FIAT abbia dettato legge a lungo ha impedito uno sviluppo dei traffici su rotaie, visto che a FIAT interessava di vendere i camion ...!)
    (2) perché la nostra BUROCRAZIA scoraggia gli stranieri ad utilizzare i porti italiani come varchi di entrata in Europa
    Quindi pur essendo AVVANTAGGIATI geograficamente, ci diamo la zappa sui piedi da soli.
    Ma finché in Italia si continuerà a proteggere il trasporto camionistico (in Italia il 94 per cento delle merci si muovono con i camion. In Germania, ad esempio, solo il 50 per cento!) e non si cercherà di investire su PORTI e FERROVIE, continueremo la nostra avanzata da gamberi.
    Paolo Federici 

  • Di paolo federici (---.---.---.204) 2 dicembre 2011 23:46
    paolo federici

    caro Filiberto

    anch’io parlo della realtà.
    Intanto una precisazione: è da anni che anch’io sostengo che i cinque miliardi di euro non siano mai arrivati nelle tasche degli autotrasportatori, ed anzi ho un pesante sospetto sulle tasche dove siano finiti (ed anche qualche indizio, che non sarà una prova ... ma ci si avvicina molto!)
    Poi un altra considerazione: TUTTI (in tutti i settori) subiamo la concorrenza e tutti dobbiamo lottare in un mercato che chiede prezzi sempre più bassi. 
    Purtroppo l’unica cosa che è riuscita a fare la politica è destinare quattrini (ed anche tanti) al mondo dell’autotrasporto ma questa (mi pare che su questo siamo d’accordo) non si è rivelata essere la soluzione vincente.
    Ora siamo in ballo con la questione delle TARIFFE MINIME (una pallida riproposta delle vecchie TARIFFE A FORCELLA): sono già state dichiarate illegali dall’Antitrust e dall’Europa (ed infatti TUTTI gli altri stati europei che le avevano messe . come la Grecia - le hanno tolte) ma l’Italia si ostina a proseguire su questa strada.
    A mio parere questa strada NON porterà a niente, se non a creare ancora maggiori problemi agli autotrasportatori ITALIANI (che si vedranno surclassati dagli autotrasportatori esteri e soprattutto dalle MULTINAZIONALI estere che, avendo proprie flotte di camion e propri autisti, potranno praticare alla committenza tariffe AL RIBASSO ... fregandosene della legge italiana).
    Purtroppo si continua a chiedere soldi allo Stato, chiedere leggi (come quella delle TARIFFE MINIME) platealmente e dichiaratamente illegali, accusare altre categorie (come gli spedizionieri) di essere solo degli intermediari/bagarini senza rendersi conto che continuiamo a farci male da soli.
    E chi se ne avvantaggia sono ... sempre e solo le MULTINAZIONALI estere che stanno rosicchiando sempre maggiori fette di mercato agli operatori italiani.
    Insomma, chi vivrà ... vedrà!
    Paolo Federici 
  • Di paolo federici (---.---.---.162) 2 dicembre 2011 18:46
    paolo federici

    P.S.: sarebbe carino che chi commenta ... si firmasse anche!

  • Di paolo federici (---.---.---.162) 2 dicembre 2011 18:44
    paolo federici

    evidentemente non mi sono spiegato (o forse il lettore non ha letto!).

    Partiamo da una sua considerazione: "l’autotrasporto in Italia è demandato alle ditte dei paesi extra cee o periferici".
    Ecco appunto: perché sempre più "committenti" si affidano ad aziende extra cee o periferici?
    Forse perché quelle aziende sono in grado di offrire prezzi "competitivi" ...!?
    A mio modesto avviso, dunque, la soluzione è nell’organizzarsi per offrire standard tariffari analoghi.
    Mi sia permesso un paragone: siamo invasi dai barbieri cinesi che tagliano i capelli a 8 euro, quando un barbiere italiano ne vuole 20.
    Le soluzioni sono due: o i barbieri italiani adeguano le loro tariffe, oppure saranno costretti a cambiare mestiere (e, sia chiaro, lo dico con il pianto nel cuore. Ma dobbiamo deciderci ad affrontare la realtà!)
    Pretendere (come invece fanno gli autotrasportatori) che chi, dopo aver pattuito il prezzo "cinese" di 8 ... dopo essersi fatto tagliare i capelli ed aver pagato 8, debba invece essere costretto a pagare una somma diversa/maggiorata per legge, NON E’ UNA SOLUZIONE.
    Eppure è quello che succede con gli autotrasportatori.
    Se io chiamo un autotrasportatore austriaco e chiedo un prezzo, quello è e quello rimane.
    Se invece io chiamo un autotrasportatore italiano e chiedo un prezzo, anche se il prezzo mi viene concesso, anche se quel prezzo mi viene fatturato, anche se io pago esattamente quel prezzo ... posso trovarmi (dopo mesi!) ad essere trascinato in Tribunale come un criminale, perché la legge concede la facoltà all’autotrasportatore di rescindere dal contratto e chiedere ALTRE tariffe.
    Non mi pare proprio che questo "modus operandi" possa essere accettabile a chicchessia.
    Ma la domanda che continuo a farmi (ed alla quale nessuno risponde): che fine hanno fatto i 5 miliardi di euro che i governi degli ultimi 10 anni hanno riversato, a pioggia, nelle tasche degli autotrasportatori? 
    Aspetto fiducioso che qualcuno mi risponda
    grazie
    Paolo Federici 


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