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 Home page > Attualità > Economia > Chi si compra la Tirrenia?

Chi si compra la Tirrenia?

Qualche giorno fa vi avevo preannunciato notizie in merito alla vendita della Tirrenia. Sono passati pochi giorni e la questione è diventata di rilevanza non indifferente se ben quasi 80 parlamentari hanno presentato un’interpellanza.

Cosa è successo? Eccolo spiegato in breve: un gruppo armatoriale che già controlla la metà del mercato, potrà comprarsi la Tirrenia, diventando così quasi monopolista. Questo pagando 380 milioni di euro ma ottenendone 570 come contibuti statali nei prossimi anni. Praticamente noi italiani pagheremmo 190 milioni di euro (570 meno 380) per regalare la Tirrenia ad una società privata e farla diventare monopolista (e quindi in grado di aumentare le tariffe a suo piacimento). Vi sembra una cosa accettabile da un Paese normale? Giudicate voi.

Ecco il testo dell’interrogazione del 10 luglio 2012:

"I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che: il processo di privatizzazione delle aziende ex Tirrenia sta procedendo con difficoltà ed è tuttora oggetto di indagini da parte dall’Unione europea per quanto concerne contributi erogati negli anni passati; la Tirrenia spa e la Siremar Spa sono in amministrazione controllata e da tempo sono in corso le procedure per la loro privatizzazione; le società Saremar, Caremar e Laziomar sono state regionalizzate, ma in riferimento ad esse è in corso una procedura di infrazione, la n. 4609/2007, da parte della Commissione europea, la quale, in ultimo il 22 giugno 2012, ha rivolto all’Italia un parere motivato concedendo il termine di mesi due per l’adeguamento alla normativa comunitaria rappresentando che i servizi di cabotaggio marittimo fossero stati trasferiti ed aggiudicati senza fare ricorso a procedure concorrenziali; le procedure di aggiudicazione dei contratti di servizio pubblico già in capo a Toremar spa sono state invece svolte dalla regione Toscana ed al loro esito la Moby Lines spa in data 5 maggio 2011 si è resa aggiudicataria del servizio pubblico; la situazione determinatasi quanto alla regione Toscana appare singolare: la Moby Lines che già controllava una quota di mercato di circa il cinquanta per cento, con l’aggiudicazione dei servizi già in capo alla società pubblica si ritrova nella posizione di monopolista, con evidenti ricadute nell’ambito tariffario e degli interessi degli utenti isolani; Tirrenia spa, dopo alterne vicende e numerosi interventi prima di Fintecna, società controllata interamente dal Ministero dell’economia e delle finanze e socio unico di Tirrenia spa, del commissario straordinario e dei Ministeri competenti, come si apprende dagli organi di stampa, sta per essere assegnata definitivamente alla CIN – Compagnia italiana di navigazione, della quale è socio industriale la stessa Moby Lines e che ha al suo vertice come amministratore delegato il signor Ettore Morace; pure si è appreso dalla stampa che dalla compagine societaria di CIN sono usciti i due principali azionisti Grimaldi Napoli e Gruppo Aponte e che sono stati sostituiti da altri soci; il prezzo sarebbe corrisposto con le seguenti favorevoli modalità: 200 milioni di euro alla consegna della società, 180 milioni di euro rateizzati in varie annualità senza interessi, il tutto condizionato all’ottenimento di complessivi 570 milioni di euro di contributi statali nell’arco dei prossimi otto anni; secondo quanto risulta agli interpellanti, l’operazione avverrebbe senza specifiche garanzie concrete se non un generico riferimento alla solidità dei gruppi che hanno costituito originariamente la Società CIN, veicolo creato, ad avviso degli interpellanti, appositamente per la gara e del quale non sono più parte, come visto, i principali soci industriali; le garanzie citate per l’acquisizione di Tirrenia spa risulterebbero, ad avviso degli interpellanti, più evanescenti in quanto oltre alla già detta uscita da CIN dei due principali gruppi, Grimaldi ed Aponte, si sarebbe lasciato alla Moby il controllo unitamente a Clessidra, fondo che detiene una rilevante partecipazione nella stessa Moby, senza che si sia proceduto all’integrazione di adeguate garanzie fideiussorie atteso il controllo incrociato; non si può sottacere che nell’agosto del 2010, la Società Mediterranea Holding di Navigazione spa, risultata vincitrice di un regolare bando prima della sottoposizione ad amministrazione controllata di Tirrenia spa, aveva offerto per rilevare l’azienda la somma di 640 milioni di euro; l’offerta di Mediterranea Holding di Navigazione spa, ad avviso degli interpellanti, aveva il pregio di rilevare la Tirrenia spa e la sua controllata Siremar spa come aziende in attività e quindi con garanzia totale per creditori, debitori e personale navigante e amministrativo e non come società sottoposte al commissariamento, come invece repentinamente avvenuto il giorno successivo alla mancata assegnazione della gara a Mediterranea; la famiglia armatrice Morace attualmente controlla il 50 per cento del mercato del traffico con le isole minori della Sicilia ed, unitamente all’armatore Franza, controlla interamente i servizi marittimi che interessano lo stretto di Messina; gli armatori citati sono peraltro anche coinvolti nell’acquisizione della Siremar di Navigazione spa in amministrazione straordinaria; le società controllate dagli armatori sopra citati detengono in Sicilia una quota di mercato vicina al 50 per cento dei servizi con le isole minori, come sopra accennato, ed hanno beneficiato, negli anni passati, di circa 80 milioni di euro di contributi regionali e continuano ad essere destinatarie, anche per l’anno in corso, di contributi per oltre 50 milioni di euro, salvo integrazioni; gli stessi, in corso di gara, avrebbero offerto alla regione siciliana di partecipare direttamente alla cordata da loro messa in piedi allo scopo di partecipare alla gara per la privatizzazione del ramo d’azienda Siremar spa offrendo un importo nettamente inferiore a quello offerto da Compagnia delle Isole spa, società questa composta da operatori locali oltre che dal gruppo Lauro, e partecipata, come ampiamente pubblicizzato, anche dalla stessa regione siciliana, quest’ultima con il solo ruolo di garante dell’attività armatoriale, sia in termini di servizi che di tariffe applicate nei confronti degli utenti tutti, ed in particolare dei residenti nelle isole, che dei livelli occupazionali relativamente al personale navigante e amministrativo; l’offerta presentata dalle società sopra indicate, oltre che essere inferiore in valore a quella di Compagnia delle Isole spa (Cdl) non sarebbe assistita da garanzie bancarie bensì da una affermazione di solidità dei soci, contrariamente Compagnia delle Isole spa che ha presentato idonee garanzie fideiussorie –: se il Governo non ritenga di dover avviare, per quanto di competenza, una approfondita verifica sulle materie oggetto del presente atto e, in particolare, far luce sulle iniziative poste in essere dalla famiglia Morace sia per quanto riguarda l’acquisizione di Siremar spa che di Tirrenia spa, nonché, indirettamente di Toremar spa, creando così i presupposti per la realizzazione di un monopolio nel mercato dei servizi marittimi, utilizzando, ad avviso degli interpellanti, contributi statali e/o regionali per acquisire aziende pubbliche.

(2-01590) «Laboccetta, Mazzocchi, Ciccioli, Mancuso, Barani, Romele, Costa, Vella, Lehner, Porcu, Sisto, Cassinelli, Lisi, Catanoso, Tommaso Foti, Taddei, Pittelli, Grassano, Paolo Russo, D’Alessandro, Aracu, Versace, Traversa, Bernardo, Misiti, Cambursano, Alberto Giorgetti, Bellotti, Cesario, Crosetto, Repetti, Landolfi, Ossorio, Abrignani, Speciale, Dell’Elce, Iannarilli, Zinzi, Paniz, Iannaccone, Ascierto, Nucara, Mazzuca, Osvaldo Napoli, Gregorio Fontana, Milo, Castiello, Pelino, Nastri, Formichella, Rosso, Brunetta, Nola, Razzi, Savino, Sammarco, Piso, Frassinetti, De Corato, Saglia, Di Caterina, Cesaro, Sbai, Vitali, Contento, Ventucci, Scalera, Stasi, Laffranco, Calderisi, Pionati, Mottola, Ruvolo, D’Anna».

Paolo Federici

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.240) 14 luglio 2012 14:00

    io questa società nn la manderei mai nelle mani di questi privati addirittura con onorato.salviamola questa società.

  • Di (---.---.---.31) 14 luglio 2012 19:11

    Ma prima di giudicare, leggete chi è il primo On.le firmatario dell’ interrogazione, un certo Laboccetta di cui si è già occupato il il fatto quotidiano,

    http://www.ilfattoquotidiano.it/201...

     un vero gentil uomo che certamente fa gli interessi di un’altra società chiamata Mediterranea Holding, dove figurano i sig.ri LAURO e un certo FRANCO DEL GIUDICE. Digitate su google i loro nomi e vedrete chi sono....


  • Di (---.---.---.137) 14 luglio 2012 19:18

    E in tutto questo i biglietti per la Sardegna aumentano in modo spropositato pregiudicando anche l’economia dell’isola. E la compagnia Saremar della regione Sardegna non pratica prezzi che possono essere considerati concorrenziali.

    • Di (---.---.---.82) 15 luglio 2012 08:42

      La regione ha fatto un passo ammirevole. Io quando c’è posto prendo sempre la Saremar, risparmi oltre la metà dei biglietti meno cari (Tirrenia). Inoltre sono navi abbastanza veloci, non come Onorato che sulla PortoTorres-Genova c’ha messo la Moby Corse, una nave costruita dall’uomo di neanderthal a prezzi altissimi e velocità da lumaca. 

      Se non vogliamo un monopolio (già presente) è meglio che nella CIN entrino anche le regioni.

      Fabrizio
  • Di (---.---.---.35) 15 luglio 2012 00:11

    CHE FINE FARA’ QUESTO PAESE IL SUD ITALIA ANDRA’ IN GINOCCHIO QUANTI LAVORATORI CHE VIVONO GRAZIE AL POCO LAVORO CHE HA OFFERTO TIRRENIA PER ANNI FAMIGLIE DISTRUTTE NON VEDO CHE UNA SOLUZIONE ,RIVOLUZIONE

  • Di (---.---.---.124) 15 luglio 2012 07:41

    Il governo sbaglia quando permette che società straniere compreno le società italiane,se dice che quello è per il bene del paese ma io penso tutto il contrario.Daniela V. de

  • Di (---.---.---.1) 18 luglio 2012 16:11

    sono un marittimo iscritto al collocamento gente di mare e penso ke la privatizzazione della TIRRENIA ,per noi ke nn abbiamo SANTI in paradiso, sia un’ulteriore passo verso la fine di noi marittimi ITALIANI...i privati inizierebbero a ricattare noi e assumere stranieri; i prezzi dei biglietti li aumenterebbero a loro piacere e avere come personale navigante persone nn qualificate e sottopagate: DI QUESTO PASSO SI ANDRà VERSO UNA VERA E PROPRIA LOTTA RAZZIALE:; QUESTO STATO ITALIANO CI STà PORTANDO VERSO LA DISFATTA DI TUTTO CIò DI BUONO SI ERA COSTRUITO:LA MARINERIA ITALIANA...FRANCO C.

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