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La Bossi Tax

Da quel poco di verità che sappiamo attraverso giornali e Tv, la Lega sembra terrorizzata dal referendum Segni-Guzzetta, che se fosse vinto dai proponenti darebbe al PDL, in quanto primo partito, un considerevole premio elettorale nella misura da rendere ininfluente il peso politico della Lega stessa.

Non appare comprensibile perché Berlusconi non approfitti di questa circostanza, visto che i costi del federalismo fiscale appaiono molto pesanti (al punto che Tremonti non è in grado di quantificarli), e il voto del Nord, oggi dato alla Lega, si potrebbe trasformare rapidamente in consenso verso il PDL.

Nell’attesa di avere un partito di opposizione antagonista (speriamo intanto in un incremento del peso del partito di Di Pietro), io auspicherei una spaccatura tra la Lega e il Cavaliere, perché sarebbe insanabile e creerebbe un forte clima conflittuale nelle regioni del nord, una contraddizione all’interno del mondo capitalista che va auspicata, più pesante del fatto di eliminare i piccoli partiti che non servono a nulla.

Oggi è evidente che se mantenessimo lo “status quo”, con un PD, abusivo di sinistra, immobilizzato dagli infiltrati cattolici, partito che si muove all’interno della strategia capitalista, con una politica estera identica a quella di Berlusconi, la scena politica rimarrebbe stagnante, senza nessun problema per il governo Berlusconi.

Il “partito che non c’è” e che le persone razionali e consapevoli devono concorrere a creare, è certamente un partito della legalità e di nuove regole elettorali, ma deve anche essere capace di mettere regole alla dittatura economica e finanziaria del ciclo capitalista, in nome del maggiore di tutti i valori, quello della SOSTENIBILITA’. Questo significa perseguire una armonia tra le risorse della propria nazione e il numero di abitanti, quindi autosufficienza agricola e alimentare, accompagnata dall’autosufficienza energetica, con la produzione diffusa sul territorio, solare prodotto da ogni tetto di casa e di capannoni industriali e artigianali, senza concentrazioni in mano a nessuno.

Oggi viviamo in una barbarie politica in cui destra, “sinistra” e preti sono d’accordo sul fatto che gli italiani fanno pochi figli, sono tutti d’accordo sulla immigrazione dei nuovi schiavi, sono tutti d’accordo che bisogna rilanciare sia il ciclo capitalista che i consumi. Nessuno sostiene che, per essere indipendenti ed autosufficienti, il nostro territorio non può sopportare più di 30 milioni di persone, e la produzione agricola, tutta biologica, insieme alla produzione elettrica con il fotovoltaico, devono essere le basi fondamentali dell’economia, in mano a singoli, famiglie, piccole cooperative.

Si sente molto la mancanza di un partito con questo programma, anche perché si è chiuso un ciclo, quello dello sviluppo infinito e del consumismo che ha lasciato disastri finanziari, un disastroso inquinamento che altera il clima e produce malattie, un prelievo di risorse non riproducibili dal nostro ecosistema, compresa l’acqua, la fertilità dei suoli, la riduzione delle risorse ittiche.

Oggi Bossi, tremante di paura di perdere il potere, con migliaia di abruzzesi nelle tende, si permette il lusso di buttare 900 miliardi delle vecchie lire per non accorpare il referendum alle europee.

Eppure si tratta di una cifra che potrebbe risolvere il problema di 900 nuclei familiari terremotati, magari quelli più numerosi, dando un miliardo a famiglia e la casa se la comprano o se la fanno subito dove vogliono, con il solo vincolo della costruzione antisismica.

Altro che conclamata solidarietà con i terremotati: se Bossi ci fa buttare 450 milioni di Euro è uno che degli abruzzesi nelle tende se ne strafrega.

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