Vero, assistiamo a una estremizzazione degli schieramenti e degli intenti. FIAT non è un modello di rappresentanza sindacale, nè desidera esserlo, soprattutto in questo momento. Inoltre c’è un uso, diciamo disinvolto, dello strumento del ricatto, generalizzato, di tutti verso tutti. Ora il governo salta sul carro del vincitore, confindustria forse estromessa, come pure il sindacato radicale. Fanno il loro mestiere, si comportano in modo prevedibile Come detto giustamente, questa situazione è la risultanza di latitanze vecchie.
La latitanza - annosa - di una politica industriale, fatto di una gravità inaudita e che avrà conseguenze pesanti. La latitanza - annosa - di un’ alternativa di governo di una qualche fermezza, e capace di proporne una.
Invece la produzione industriale è, è sempre stata e sarà sempre, l’ago della bilancia e il traino delle nazioni. Senza, niente ridistribuzione, nè ripartenza, nè fondi per chicchessia. Oggi - 2011 - qualcuno ha capito bene che la situazione economica italiana è così seria, che il tempo del differire e dei confronti infiniti è terminato, perchè tempo non ce n’ è più.
Arriva il tempo delle scelte, della consapevolezza e della responsabilità. Di tutti. Marchionne agisce e lavora in proprio. In modo controverso. Discutibile. Ma forse, molto semplicemente, non ha scelta.
C’erano - sembra una vita fa - tre uomini integri e capaci che facevano del loro meglio per il bene di una nazione. Lo facevano con pazienza e realismo. Lo facevano non per superiore vocazione ma semplicemente, a volte fallacemente, come potevano, da uomini. C’ erano, uno è morto. Anche gli altri due.