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Disfatta - Juventus: quanto pesa il ri(s)catto di Del Piero?

All’indomani dell’ennesimo stop in campionato lo stato maggiore della Juventus e i suoi 14 milioni di tifosi cercano il bandolo della matassa. Tutti e tutto in discussione. Ma il problema potrebbe essere in seno alla squadra stessa.

 

I fatti: la Juventus è uscita dalle coppe e in campionato - ad oggi domenica 27 Febbraio ha all’incirca gli stessi punti e si trova nella medesima posizione di classifica che occupava lo scorso anno, nella vituperata stagione del settimo posto, quella di Ferrara prima e Zaccheroni poi.

Questo doveva essere il fatidico anno del rilancio, della rifondazione. E questa c’è stata, visto che lo staff dirigenziale ha subito un profondo stravolgimento, a partire dal presidente.

Sono cambiati anche nove giocatori e il tecnico. Tuttavia dopo un avvio di stagione che sembrava incoraggiante per mentalità e risultati, la situazione si è arenata per l’ennesima volta. Dopo la bruciante sconfitta subita ad opera di un Bologna che ha espugnato Torino dopo 31 anni, perplessità e malumori lasciano il posto a sgomento e sconforto. Soprattutto ci si interroga.

Cosa continua a non funzionare?

Nel disorientamento, logico che tutti cerchino di puntare il dito, come è logico che tutti siano corresponsabili del corrente disastro. Ma è sul tecnico, com’ è ovvio che sia, che si addensa la nuvolaglia nera.

Una squadra di calcio è una realtà complessa; non solo una summa di soldi, stato di forma, infortuni, dati tecnici e circo mediatico. Non assembramento di uomini e fatti ma “fatto umano”, crogiuolo di animi e storie personali che interagiscono variamente attraverso meccanismi complicati e delicati, sempre a rischio di frattura, di scompenso.

Ottimizzare gli equilibri, smussare le tensioni, fare di un aggregato una squadra, possibilmente vincente e compatta, è il (difficilissimo) compito dell’allenatore.

Ora: possibile che alla Juventus non ne funzioni uno?

O i problemi sono altrove, magari in seno alla squadra stessa, al suo interno?

Vero che Del Neri sa di calcio e tecnica, è persona di statura morale ma non appare – ad oggi – capace di gestire efficacemente un gruppo tra i più difficili, denso di personalità pregnanti quanto pesanti, veri e propri senatori, (Del Piero, Buffon, Chiellini) giocatori che hanno dato tanto ma pretendono a oltranza, in grado di condizionare l’ambiente, sostegni ma anche zavorre, presenti ma anche presenzialisti. Soprattutto, pare, imprescindibili. Ad honorem.

Alessandro Del Piero fa parte della Juventus da 18 anni. Ha condiviso con i colori bianconeri momenti di gloria e momenti di onta. Non ha abbandonato la nave, ha vissuto il purgatorio della serie B post – calciopoli. E’ convinto, e alcuni lo sono con lui, di essere tuttora un punto di riferimento irrinunciabile.

Vuole giocare nel nuovo stadio. A 36 anni, vuole giocare sempre. Vuole onori riconoscimenti tributi continui. Vuole continuare ad essere bandiera, garante, attaccante, simbolo, tutto.

Soprattutto, vuole un nuovo contratto. Pesantissimo.

In questi giorni è in corso un braccio di ferro, molto teso, tra la società che gli offre 1 milione di euro annui, e lui che ne pretende il triplo.

Nonostante il consueto oscurantismo “made in FIAT”, trapelano perplessità, dubbi e malumori, che dilagano e non da oggi.

Ci si chiede quanto valga e quanto pesi effettivamente un giocatore che in qualche modo, per aver seguito la squadra nella buona e cattiva sorte, la tiene in scacco, la “ricatta moralmente” imponendo non solo sé stesso “ad libitum”, ma anche affiliati e delfini vari (Marchisio), con il rischio di destabilizzarla psicologicamente e tatticamente.

Ha fatto allontanare gli invisi (Giovinco), estromettere i rivali (il povero Diego).

Ben quattro allenatori (Deschamps, Ranieri, Ferrara, Zaccheroni) si sono succeduti e si sono scontrati con la sua ingombrante presenza. Hanno perso tutti! Delneri stesso ne subisce la sudditanza psicologica.

E tuttavia se osserviamo l’andamento delle ultime annate è evidente che hanno avuto risultati migliori i tecnici che hanno avuto il coraggio di non schierarlo. Inoltre le sue attuali pretese economiche graverebbero non poco sui bilanci già piuttosto precari della Juventus F.C.

Visto che è persona responsabile e intelligente, ci si attende da lui un ri(s)catto etico e morale, se non l'accontentarsi di un ruolo "a latere" almeno un’autocalmierazione dell'ingaggio, in linea con le direttive della società, e con il suo indubbio, incontestabile attaccamento alla maglia..

Del resto, una squadra non è il feudo di nessuno, tantomeno di un giocatore.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.67) 28 febbraio 2011 12:38

    katrina , il calcio mi piace ,a calcio ci ho giocato e non sono un tifoso anche se,fin da mambino , tengo per il Milan .

    Adesso sono sicuro che quello che sto per dire scatenerà le ire dei molti tifosi iuventini ,noti per la loro serenità di giudizio , ma alla mia non più tenera età credo di avere visto abbastanza per poter giudicare . 
    E’ indubbio che rimettere in sesto una squadra che ha perso i pezzi migliori per le note vicende , non è affatto facile , ma è altrettanto indubbio che il declino è cominciato quando la "juve" ha cominciato ad essere giudicata dagli arbitri come una squadra qualsiasi , anzi , devo dire per tutta onestà ,persino penalizzata in molte circostanze .Cose da non credere .Non avrei mai pensato di vedere la juve trattata come un Catania qualsiasi.
    In passato , anche lontano ,la juventus ha avuto grandi squadre e grandi giocatori , ma ha vinto molto più di quanto meritasse per fatti estranei al calcio . Lo dimostra il suo tutto sommato modesto ruolino internazionale se paragonato a quello nazionale .
    E adesso apriti cielo , la verità in certi casi , sarebbe sempre meglio non dirla.
  • Di katrina (---.---.---.124) 28 febbraio 2011 14:12
    katrina

    E’ stato pagato il fio, Paolo, se errori e/o misfatti ci furono. Ma l’ onda lunga è dura ad estinguersi, e grava come un’ ombra.
     Il blasone stesso, grava.
     Per non parlare dell’ enclave di senatori che cito nel mio articolo, pieni di privilegi ma incapaci di incidere, specie nei momenti di difficoltà.
     E poi hai ragione, troppa ipocrisia, troppo non - detto, la Juventus fugge la verità come nessun’ altra squadra....
    Manca di freschezza e di coraggio. Si direbbe la peggior nemica di sè stessa.

    p.s. sei tu "paolodegregorio"?
    ciao.

  • Di paolo (---.---.---.67) 28 febbraio 2011 17:18

    No . sono paolo . Paolodegregorio è un’altro articolista che scrive molto più di me e che , tra l’altro , leggo con molto piacere .

    Già che ci sono aggiungo che Del Piero non è una palla al piede ,ancora oggi può esprimere tecnicamente quello che nessun altro ,nella juventus attuale , è in grado di esprimere . Il suo limite attuale è l’età ed un fisico che non è mai stato fenomenale . Può anche darsi che la sua presenza ed il suo carisma condizioni le scelte tecniche ma francamente Giovinco e Diego non erano elementi attorno ai quali formare una squadra con ambizioni da primato . Soprattutto Diego è stato frutto di un errore di valutazione madornale .Stesso discorso vale per Felipe Melo e potrei continuare .

    ciao

  • Di (---.---.---.245) 1 marzo 2011 01:04

    Mi rivolgo a chi ha scritto questo articolo, scriverò poche righe ma molto piene. Spero che l’autore di questo articolo le legga, ne ha bisogno.

    Punto 1. Se parliamo di statistiche e andiamo a vedere i numeri, che mi crediate o no, nelle ultime 4 stagioni consecutive Del Piero è sempre stato il capocannoniere della Juventus. E vedrete che sarà anche quest’anno capocannoniere della squadra. Dunque è lui il problema?

    Punto 2. Del Piero ha sempre accettato la panchina, non ha mai fatto sceneggiate quando è stato sostituito, ha sempre rispettato il compagno che entrava al suo posto. Esempio di correttezza.

    Punto 3. Il problema numero uno della Juventus oggi è che moltissimi giocatori che vestono questa maglia non hanno la personalità per vestirla. Del Piero ha personalità da vendere, lo dimostra la sua carriera e i gol pesantissimi che ha sempre fatto. Non ha più lo scatto di un tempo, ma se gestito bene può sempre fare la differenza. Vedesi gol decisivo col Milan a San Siro. Un campione di 36 anni è sempre un campione, va gestito in modo migliore.

    Punto 4. Un grande campione merita un grande allenatore. Dai tempi di Capello alla Juve ci sono solo allenatori buoni o mediocri. Anche questa è colpa di Del Piero?

    Punto 5. Ma Del Piero non ha firmato il contratto in bianco? Di cosa stiamo parlando? Sapete cosa vuol dire firmare un contratto in bianco? Vuol dire che Del Piero firmarà su un foglio bianco sul quale la società potrà scrivere le cifre che vorrà. Potrebbe anche scrivere 1500 euro al mese. Del Piero ha firmato in bianco. Di fronte a un gesto così bisognerebbe solo togliersi il cappello. Poteva volare in America e guadagnare barcate di soldi, invece resta alla Juventus per amore. Molti dovrebbero imparare da uno così.

    Quindi per favore, prima di scrivere certi articoli, riflettiamo un po’.

    Saluti, Giulio.

  • Di katrina (---.---.---.219) 1 marzo 2011 10:47
    katrina

    Boicottava Quagliarella, ed è riuscito a spegnere addirittura Krasic, che è nato faro e guerriero. Inaudito!

    Con stile, mina il gruppo dall’ interno.

    Una squadra non è l’ ufficio del catasto. Deve essere compatta e deve saper lottare. Deve accogliere chi porta nuova linfa e nuovo sangue.

    Quella del contratto in bianco appare francamente una "boutade", e comunque ad oggi non ha ancora firmato alcunchè.
    Nel mio articolo non ha inteso dubitare delle qualità tecniche di Del Piero, che non sono in discussione. Come non è in discussione il suo attaccamento ai colori bianconeri e la sua dedizione, che sono continui e costanti.

    Purtroppo però in campo fa (qualcosa), e nello spogliatoio disfa.

    Non è l’ età, il suo problema. E’ che dopo 18 anni ha creato un’ enclave e questa enclave grava, incombe, limita e inibisce.

    intelligente, mai presuntuoso, ma imprescindibile. Vive una stagione personale non facile, umanamente è compresibile, tra consapevolezza, sussulti di gloria e, sì, umane debolezze, rancori, gelosie... più ombre che luci.
     Che farne? Delneri, o chi per esso, ha già un compito non facile, deve confrontarsi col blasone e con milioni di tifosi. Ci manca anche questo giocatore con le sue contraddizioni, la sua complessità, l’ irreprensibilità che lo legittima sempre e a oltranza....

     Troppo. Non solo per Delneri.Troppo per chiunque. 

     

    • Di (---.---.---.143) 1 marzo 2011 23:38

      Non ho capito se era sua intenzione rispondere ai miei 5 punti, perché in queste righe non ho trovato risposta ad uno solo dei punti che avevo sollevato. Mi dispiace dirlo, ma mi sembrano critiche sterili quella che lei solleva. La Juventus oggi ha moltissimi problemi, il problema principale è che non ci sono giocatori con la mentalità e la personalità per sopportare il peso (pesantissimo) della maglia bianconera. Nella squadra c’è buona qualità, questa squadra può battere chiunque nella partita secca e lo ha dimostrato, ma non c’è continuità e questo è dovuto al fatto che non c’è la mentalità giusta. Del Piero, Buffon e pochissimi altri hanno quell’esperienza e quella personalità che in una squadra così sono indispensabili. Non capisco queste critiche, mi sembrano solo argomentazioni costruite a priori che hanno lo scopo inequivocabile di attaccare un giocatore che è il simbolo della Juventus da due decenni. Le sue sono le stesse parole che certi giornalisti usano nei confronti di Del Piero da più di dieci anni. Peccato che negli ultimi 10 anni Alex abbia fatto più di 150 gol. Dunque, se vi rende felici, continuate ad attaccarlo. Del Piero risponde. Sul campo.
      Giulio

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