iOS vs Android
Circa un mese fa ho chiesto ad un amico, felice utilizzatore di smartphone Android, di fare finta di dovermi convincere, con una prova pratica, ad abbandonare il mio iPhone e passare alla concorrenza.
Conscio del fatto di avere davanti una persona che di fronzoli inutili se ne frega altamente (altrimenti avrei fatto il jailbreak), ma che invece è interessata alla sostanza, ha saggiamente tralasciato la parte che generalmente è il cavallo di battaglia della maggioranza degli utilizzatori di Android: grafica più snella, sfondo animato, barra del multitasking più carina, widget liberamente installabili nella lock screen, e altre cose del genere. Che, tra parentesi, sono più o meno le stesse debolissime argomentazioni dei fautori del succitato e tanto di moda jailbreak.
Il mio rappresentante virtuale temporaneo ha iniziato la sua dimostrazione illustrandomi a grandi linee il funzionamento generale del sistema operativo, soffermandosi come immaginavo sul fatto che in Android le applicazioni girano realmente in background, e possono accedere alle risorse di rete e di sistema in qualsiasi momento, proprio come accade su un personal computer.
"Noi", invece, abbiamo le notifiche push. Bene, ora vi faccio una domanda: "E' meglio avere 10-20 processi che girano simultaneamente in background e interrogano rete e servizi in caso di notifiche da fare all'utente, o è invece preferibile averne solo uno che interroghi un solo servizio il quale inoltra eventuali notifiche di tutte le applicazioni abilitate a farlo?".
Il risultato è identico - il che è poi una delle filosofie Apple che preferisco - ma il sistema di gestione è di gran lunga più snello e intelligente, a mio avviso. Altro cavallo di battaglia è il multitasking. Anche qui Apple si distingue perché lascia in background solo le risorse davvero necessarie, tutto il resto è congelato in attesa che l'utente riapra l'applicazione.
Altro sistema semplice e intelligente, perché avere in memoria un'applicazione che usi risorse inutilmente è deleterio in un sistema operativo mobile. La parola d'ordine è ottimizzazione, il resto sinceramente è fuffa per fanatici: anche iOS ha una barra di multitasking e quando viene riaperta un'app la si trova esattamente come la si è lasciata.
L'unica mancanza grave, discutendo della quale anche io alzo immancabilmente le mani, è un sistema di storage condiviso tra le app (escludendo le risorse "canoniche" che sono già disponibili a tutte, come foto, contatti, mail, note, ecc) e la possibilità di usare schede di memoria per espandere a piacimento la capienza del dispositivo.
iOS adotta soluzioni diverse al primo problema, alcune delle quali obiettivamente più scomode e macchinose di quanto dovrebbero, ma di nuovo niente di così eclatante da convincermi a cambiare sistema.
A questo punto l'amico che si è prestato all'esperimento è passato a trattare il versante applicazioni, sorvolandolo intelligentemente, perché sa benissimo anche lui che non c'è proprio paragone.
Sono anche io un convinto fautore della filosofia open, ma non certo per partito preso, a occhi chiusi e a testa bassa. Obiettivamente, guardando il mercato degli smartphone, non posso evitare di ammettere che quello che ha messo in piedi Apple è qualcosa di dannatamente solido ed eterogeneo, anche se chiuso.
I punti a sfavore di Android in questo contesto sono diversi: la presenza di infiniti modelli di terminali, con caratteristiche diverse l'uno dall'altro, implica più lavoro per lo sviluppatore, che deve tener conto di tutte le combinazioni e la possibilità concreta di applicazioni poco stabili o affette da problemi che ne abbassano drasticamente le funzionalità.
Senza un controllo più o meno ferreo a monte c'è sempre il rischio di incorrere in qualche sorpresina poco gradevole (virus, malware, e così via, confermato anche dal mio interlocutore); non ho avuto modo di dare un'occhiata agli ultimi terminali Android usciti, ma a livello di caratteristiche gli iPhone sono su livelli decisamente altissimi, sia per quanto riguarda la robustezza e la qualità dei componenti, sia da un punto di vista prettamente tecnico (il solo retina display vale secondo me l'acquisto del telefono).
Ho dimenticato di chiedere come funziona il sistema di download/installazione delle app su Android, ma quello di Apple è incredibilmente robusto e funzionale - e iTunes, che sarà odioso quanto volete, offre strumenti di indubbia utilità, primo fra tutti il sistema di backup/sincronizzazione.
Non meno importante poi è la percezione di solidità di un'azienda. Apple dà l'impressione di avere sempre le idee chiare, prosegue per la sua strada a testa alta, trasforma a volte i difetti dei suoi terminali in vantaggi. Dall'altra parte abbiamo invece una serie di produttori che sfornano uno dopo l'altro una moltitudine di modelli che si susseguono a ritmo sfrenato e che lanciano segnali di scarsa fiducia nei propri stessi mezzi.
Il mio 3GS ha quasi 2 anni, ed è ancora in vendita, completamente funzionale. Lo smartphone HTC o Samsung che è uscito questa estate probabilmente non è neanche più sugli scaffali nel momento in cui scriviamo e tra qualche mese non sarà più supportato dalla casa.
Tutto questo ha un fortissimo impatto sul consumatore. Io tra 1 mese probabilmente comprerò l'iPhone 4S, lo collegherò al computer e nel giro di qualche minuto mi ritroverò lo stesso identico sistema operativo, con tutte le mie app, i miei dati, le mie canzoni, ma su un terminale diverso.
E' anche questa la solidità di cui parlo. Mi sono stufato di comprare un dispositivo, capire come funziona, come si installano le app, come configurarlo, come personalizzarlo, per poi buttare tutto e ricominciare col modello successivo. Già lo faccio su pc e sinceramente mi basta e avanza.
Sebbene ci siano ancora parecchie cose di cui parlare, per il momento mi fermo qui, anche perché arrivati a questo punto abbiamo interrotto la discussione in favore di argomentazioni prettamente "mangerecce" (era pronta la cena).
Rigiro anche a voi l'esperimento, così possiamo proseguire la discussione nei commenti: convincetemi a passare ad Android.
Questo articolo è stato pubblicato quiCommenti all'articolo
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox