Emanuela Orlandi non fu rapita da nessuno, ma morì la sera stessa della sua scomparsa dopo un incontro con "un adulto molto vicino alla ragazza", come disse il pm Domenico Sica. Il caso Orlandi è stato l’unico caso al mondo in cui i presunti rapitori non fornirono mai una prova che la ragazza fosse viva e si trovasse nelle loro mani, per il semplice motivo che nessuno di loro aveva sequestrato la ragazza. La pm Margherita Gerunda rimase per tutta la vita convinta che Emanuela morì dopo uno stupro o un tentativo di stupro dopo essere attirata in una trappola da qualcuno che conosceva, tanto da seguirlo fiduciosa. Non fu creduta perché faceva comodo far pensare a un rapimento per motivi politici. Ma la cosa più scandalosa è che nel 1985 due pubblici ufficiali tracciarono il profilo di un uomo visto a colloquio con Emanuela all’uscita della scuola di musica. Incredibilmente quell’identikit è rimasto nascosto nei cassetti a prendere polvere per tutti questi anni, senza che nessuno di preoccupasse di confrontare quel profilo con gli adulti che ruotavano intorno all’ambiente di Emanuela. Però quello che ha detto lei è illuminante: se si fosse trattato di un rapimento a scopo di ricatto, perché sequestrare proprio Emanuela e non un altro componente della sua famiglia? Ma i media questa domanda mica se la pongono?