Le domande e perplessità di Di Paolo sono legittime e provo
a ragionarci sopra.
Il crollo , provvisorio, del prezzo del petrolio è provocato
principalmente dall’Arabia Saudita per danneggiare Iran e Russia e tagliare l’erba
sotto ai piedi dei concorrenti americani del fracking (infatti diverse aziende
hanno chiuso nei mesi scorsi).
Considero poco la
fantapolitica perché si può facilmente sostenere tutto e il contrario di tutto. E’ però certo che i
diplomatici europei hanno dimostrato, nell’ultimo decenio, di essere tanto
inadeguati e disinformati da non aver presagito, per esempio,, le primavere
arabe (pur vivendo sul posto con schiere di informatori). Con simili labili “supporti”
figurati un po’ se i nostri politici europei, quasi ignoranti di politica
estera (Putin a parte), possono evitare cavolate a gogo visto che per di più le
loro decisioni sono finalizzate soprattutto a conquistare consensi in Patria.
Gli inglesi andarono a proteggere un loro territorio (le Maldive) ovvviamente senza chiedere il
permesso a nessuno così come, neppur noi fieri pacifisti, chiederemmo il permesso
a chicchessia per cacciare con le armi chi volesse invadere la Sardegna o anche
solo Pantelleria.
In questo caso è giocoforza operare all’interno di un
mandato ONU, ma visto che autorizzò a suo tempo lo stupido (nel senso letterale della parola) e
deleterio intervento in Libia di francesi e inglesi che puntavano al petrolio
più che alle libertà democratiche dei libici e costrinsero (lo prevede la
Carta) il più che recalcitrante governo italiano a partecipare (quella volta
aveva ragione Berlusconi) è assurdo ed inaccettabile che non abbia ancora
deciso nulla per l’ISIS che sta occupando, trucidando civili a più non posso,
territori appartenenti a nazioni membro
dell’ONU.
Se pretendessimo intervenire in primis e da soli , pura
chiacchiera non attuabile concretamente nell’ambito del diritto internazionale,
non combineremmo nulla se non scatenare una marea di feeroci attentati diretti
prioritariamente a noi in quanto primi attori …. e per di più cristiani (i diavoli
per i jihadisti).
Qui si tratta di combattere l’ISIS e di
pattugliare militarmente le acque internazionali fronteggianti la Libia (solo
1300 km. !). L’impresa è colossale e noi italiani non potremmo sopportare
neppure un decimo del costo. Occorre che la l’ONU organizzi una coalizione
utilizzando anche una parte dei soldi che spreca per attività quasi marginali
(rispetto p.e. al dramma ISIS) come la missione in Libano (non a caso gli ufficiali
italiani fanno a gara ad andare lì a guadagnare molto e
correndo assai meno rischi che guidando il sabato notte quando rientrano i
reduci dallo sballo).