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Commento di Fabio Della Pergola

su Negazionismo, antisemitismo e unicità della Shoah


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Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola 26 ottobre 2013 22:53

Non sto parlando di stereotipi ma di esperienze personali, ripetute nel tempo più e più volte.

Il fatto che un ebreo possa sentirsi ‘ebreo’ – e non è il mio caso – è considerato incomprensibile o vittima di una mentalità “razzista” o di una particolare alienazione religiosa. Naturalmente non da tutti, ma le mie esperienze personali sono vaste e lasciano stupefatti per la stupidità con cui si manifesta un sostanziale, anche se inavvertito, retroterra culturale antiebraico (cioè razzista) anche in persone da cui meno te lo aspetteresti. Molto più diffuso di quanto non si immagini (l’Ungheria insegna?).

Invece se lei – ma è la prima volta che lo fa – usa il termine “sionismo” tra virgolette possiamo cominciare a trovare un punto d’intesa. Anche se lo fa solo per distinguere il sionismo di oggi da quello di un secolo fa, quelli che lei indica con “sionisti” non sono sionisti, anche se magari si definiscono così. Sono molto più banalmente estremisti della destra ultranazionalista e – a volte – ultrareligiosa. Che ci sono nel mondo ebraico tanto quanto in quello non ebraico, di qualunque colore, cultura o fede esso sia. Ma che non sono certo “il” mondo ebraico; casomai una minoranza particolarmente virulenta e astiosa.

Un tempo non avrebbe creduto possibile che degli ebrei picchiassero un manifestante per il semplice fatto che gli ebrei non hanno mai picchiato un manifestante. Piuttosto – a partire dal 700 avanti cristo – così ripassiamo un po’ di storia – fino al 1948, gli ebrei le hanno solo prese. Sempre e da tutti. Non è vittimismo, è storia. Ma, contrariamente a molti altri, solo dopo millenni, solo dopo le vicende della prima metà del novecento – che in altri commenti vengono negate -  la reazione si è fatta sentire. Sarà giusto, sarà sbagliato, non voglio riaprire un dibattito su questo, non ne ho più molta voglia. Lei ritiene che non avrebbe dovuto succedere; forse come Moni Ovadia ritiene che il vero ebraismo sia quello della diaspora, cioè quello che non si è mai voluto fare Stato. Peccato che sia stato anche quello che è "passato per il camino".

In ogni caso, anche se siamo – e pure se rimarremo - in profondo disaccordo su tante cose, non vorrei comunque che lei si confondesse con gli altri commentatori qui presenti. Non è roba per lei.


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