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Commento di LRicci

su Il fallimento dell'Euro si avvicina: cosa fare?


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LRicci 4 giugno 2012 20:07

"D’altra parte, le condizioni strutturali per l’edificazione di un “Io” collettivo europeo continuano a non esserci per la mancata unificazione linguistica e culturale del continente. Tutto quello che può venir fuori da un processo forzato di unificazione sarebbe una buro-tecnocrazia centralizzata e totalmente priva di qualsiasi legame con la base popolare, un orrendo pasticcio antidemocratico assai poco auspicabile. Ma in ogni caso, anche questo appare come un disegno del tutto velleitario."
Premetto che io mi sento cittadino Europeo, a tutti gli effetti.

- Le radici comuni ci sono: per 2000 anni ci siamo confrontati e mescolati, i più grandi movimenti culturali e politici sorti nei vari stati sono stati spesso condivisi o comunque hanno finito per plasmare etica e convizioni di ognuno di noi: dal Cristianesimo al Rinascimento, passando per rivoluzioni e moti di ogni tipo.
E l’unione non è semplicemente culturale: chiedete a un extracomunitario cosa vuol dire a livello burocratico lavorare, studiare, cercare casa o semplicemente muoversi da uno stato a un altro.

- Non capisco esattamente in che termini lei parli di "mancata unificazione culturale e linguistica".
Di passi ne sono stati fatti tanti. Sono stati proposti centinaia forse migliaia di progetti per la facilitazione del processo di unificazione (Erasmus, Leonardo, EMAS, Daphne..): comunque basta una ricerca su google rendersi conto di quanto si sia lavorato in questa direzione. (http://cordis.europa.eu/projects/ho...)
Concordo tuttavia sul fatto che spesso sia mancato il coraggio e il superamento di egoismi. (penso alla rinuncia di D’alema agli esteri).
Aggiungo sul capitolo "linguistico", una lingua è strumento potente, ma non decisivo: altrimenti nessuno si sognerebbe di parlare di Padania. Come sempre è il "vil denaro" a comandare le decisioni.

Un ultimo commento riguardo alla "velleitarietà" del disegno: come detto, io credo nell’Europa.

Credo in quella tendenza che, attraverso lenti passi, ci ha portato negli ultimi 40 anni a unirci.

Credo nella ricchezza culturale che ognuno porta con sè, che è imparagonabile.
Credo nelle idee, frutto della libertà e dei diritti di cui godiamo, che ci servono per affermare e raggiungere le libertà e i diritti che ancora non abbiamo.
Credo persino nelle varie istituzioni europee che, nonostante tutte le problematiche, ritengo le espressioni più alte di democrazia in questo mondo. (l’Italia forse un po meno:).

E infine credo che, oltre tutte le difficoltà, l’unificazione politica di questo continente sia l’unica via per la sopravvivenza dello stesso.


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