Difficile
commentare in poche parole.
Cominciamo
da una prima verità ovvia ma scandalosa :
nessuno è mai morto ucciso da un terremoto.
In
un ambiente naturale uno può
morire ucciso da caduta di un albero, una frana, uno tsunami, causati da un
terremoto.
In
un ambiente antropizzato invece la gente
muore per crolli di edifici o per dighe o impianti nucleari o chimici
danneggiati dal terremoto.
Seconda
verità ovvia ma non condivisa: è normale
che ci siano i terremoti e ormai sappiamo benissimo dove arriveranno,
quanto saranno forti e sappiamo piuttosto bene entro quando arriveranno. Esempio: il nuovo terremoto di Messina arriverà presto e, siccome è pure in
ritardo, sarà più forte del precedente.
Terza
verità: lo stato italiano e gli italiani
non fanno quasi niente per prevenire i danni dei terrremoti. I politici
preferiscono raccogliere clientele con
promesse post terremoto e le promesse non mantenute creano clientele
durature.
Gli
italiani, piuttosto che costruirsi case, edifici pubblici e capannoni a prova
di terremoto preferiscono piangere i
morti e gli storpi e chiedere aiuto allo stato o, meglio, ai politici.
In
questo schifo, interrompere i flussi di
aiuti post terremoto è poco solidale, ma forse è l’unico modo per interrompere
questo giro viziosissimo.
E’
un po’ come con i rapimenti a fine di riscatto: se si smette di pagare i
riscatti, forse i rapimenti finiscono; se proprio non finiscono, perlomeno la
si smette di alimentarli.
Se la si smette di risarcire
chi ha la casa mal costruita che non regge il terremoto forse si riuscirà ad
ottenere che le case esistenti vengano consolidate e quelle nuove costruite
bene.
Il
caso Romagna è chiarissimo: per legge non era obbligatorio fissare le travi dei
capannoni costruite prima del 2005, ma l’intelligenza avrebbe dovuto imporlo,
invece pare che nessuno l’abbia fatto: erano soltanto “in appoggio” e i tetti sono crollati. Un assicuratore privato che sappia
curare i propri interessi (il che dovrebbe essere normale, ma purtroppo no)
chiederà premi diversi a seconda che l’edificio sia o non sia davvero a norma e
all’assicuratore non interesserà se l’edificio ha “legalmente eluso” le norme.
Resta
il problema delle costruzioni che ufficialmente dovrebbero essere antisismiche
e invece sono a rischio se solo si
alza il vento.
Per
questo problema servono due risposte contemporanee: controlli e repressione.
I
progettisti, controllori e costruttori della sopraelevazione che a san Giuliano
ha ucciso tutta una classe di bambini sono stati condannati al massimo a cinque
anni di carcere, senza neanche la proibizione di tornare a progettare,
controllare, costruire e uccidere bambini .
Secondo
me, la repressione giusta sarebbe stata una pena di almeno cinquant’anni, e
sopratttutto si dovrebbe andare alla ricerca e condanna di chi è colpevole di
aver messo quelle persone in condizione di commettre quei reati; ad esempio, la
commissione che ha assunto proprio “quel” tecnico comunale.