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Commento di Geri Steve

su La riforma della Protezione Civile: ora tocca assicurarsi per essere risarciti


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Geri Steve 27 maggio 2012 00:58

Difficile commentare in poche parole.

 Cominciamo da una prima verità ovvia ma scandalosa : nessuno è mai morto ucciso da un terremoto.

In un ambiente naturale uno può morire ucciso da caduta di un albero, una frana, uno tsunami, causati da un terremoto.

In un ambiente antropizzato invece la gente muore per crolli di edifici o per dighe o impianti nucleari o chimici danneggiati dal terremoto.

 

Seconda verità ovvia ma non condivisa: è normale che ci siano i terremoti e ormai sappiamo benissimo dove arriveranno, quanto saranno forti e sappiamo piuttosto bene entro quando arriveranno. Esempio: il nuovo terremoto di Messina arriverà presto e, siccome è pure in ritardo, sarà più forte del precedente.


Terza verità: lo stato italiano e gli italiani non fanno quasi niente per prevenire i danni dei terrremoti. I politici preferiscono raccogliere clientele con promesse post terremoto e le promesse non mantenute creano clientele durature.

Gli italiani, piuttosto che costruirsi case, edifici pubblici e capannoni a prova di terremoto preferiscono piangere i morti e gli storpi e chiedere aiuto allo stato o, meglio, ai politici.

 

In questo schifo, interrompere i flussi di aiuti post terremoto è poco solidale, ma forse è l’unico modo per interrompere questo giro viziosissimo.

E’ un po’ come con i rapimenti a fine di riscatto: se si smette di pagare i riscatti, forse i rapimenti finiscono; se proprio non finiscono, perlomeno la si smette di alimentarli.

Se la si smette di risarcire chi ha la casa mal costruita che non regge il terremoto forse si riuscirà ad ottenere che le case esistenti vengano consolidate e quelle nuove costruite bene.

 

Il caso Romagna è chiarissimo: per legge non era obbligatorio fissare le travi dei capannoni costruite prima del 2005, ma l’intelligenza avrebbe dovuto imporlo, invece pare che nessuno l’abbia fatto: erano soltanto “in appoggio” e i tetti sono crollati. Un assicuratore privato che sappia curare i propri interessi (il che dovrebbe essere normale, ma purtroppo no) chiederà premi diversi a seconda che l’edificio sia o non sia davvero a norma e all’assicuratore non interesserà se l’edificio ha “legalmente eluso” le norme.

 

Resta il problema delle costruzioni che ufficialmente dovrebbero essere antisismiche e invece sono a rischio se solo  si alza il vento.

Per questo problema servono due risposte contemporanee: controlli e repressione.

 

I progettisti, controllori e costruttori della sopraelevazione che a san Giuliano ha ucciso tutta una classe di bambini sono stati condannati al massimo a cinque anni di carcere, senza neanche la proibizione di tornare a progettare, controllare, costruire e uccidere bambini .

Secondo me, la repressione giusta sarebbe stata una pena di almeno cinquant’anni, e sopratttutto si dovrebbe andare alla ricerca e condanna di chi è colpevole di aver messo quelle persone in condizione di commettre quei reati; ad esempio, la commissione che ha assunto proprio “quel” tecnico comunale. 


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