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Commento di Fab

su Tg1, festini, referendum elettorale. Porcellum


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Fab 22 giugno 2009 12:42
Ho notato, Gloria, che non è la prima volta che commenti i miei articoli (che sono rari). Anche la volta precedente però, se ben ricordo, non eri d’accordo con me; spero, per l’appunto, che la tua non sia un’opposizione di principio ;)
Vorrei essere anche io meno “rude” per cui vale lo stesso discorso da parte mia nei tuoi confronti.
 
Comprendo il principio di cui nel tuo commento qui sopra: sarebbe meglio, vuoi dire, se ad ogni consultazione dell’elettorato, di qualunque genere, ognuno si recasse alle urne ad esprimere la propria scelta tra quelle presentate. Non esageriamo parlando anche di “società perfetta”: non credo a tale ortodossia di pensiero. Di certo, poi, non lo sarebbe tramite una scelta dicotomica tra i “SI” e i “NO” (con cui possiamo esprimerci veramente poco) e neppure andando sempre a votare alle elezioni.
 
A parte questo, mi tocca ribadire che c’è differenza tra astensionismo attivo e passivo (sui generis) e non ci mettiamo a scrivere manuali di scienza della politica in questo spazio perché il discorso diventerebbe molto lungo e non è il caso di farlo nei commenti qui.
I politici sanno bene che l’astensione equivale, in questo caso, alla contrarietà, espressa con un’altra modalità che è d’uso nei referendum. E’ uguale solo il dato numerico finale per coloro che sono per il “SI” ma la differenza tra astensionismo attivo e astensionismo passivo, quest’ultimo per apatia etc. esiste ed è anche per questo che ho scritto l’articolo e come me tanti altri.
L’ho scritto chiaramente: chi è contrario, chi è per il “NO” lo esprime per lo più attraverso il non voto ed è il caso per questo referendum. E’ un meccanismo elettorale che “funziona”, anche per effetto di dinamiche psicologiche; ma, anche su questo aspetto molto interessante, non la facciamo lunga perché altrimenti dovremmo scrivere pagine e pagine e trovo eccessivo farlo nei commenti e in forma scritta.
I contrari “vincono” sia attraverso il “NO” sia e soprattutto attraverso il non voto e l’astensione. Se non ci fosse stato il quorum, ne avremmo parlato diversamente; si sceglie una strategia sulla base delle regole e di ciò che permettono.
 
I politici che comandano al momento non hanno intenzione di cambiare sostanzialmente la legge elettorale. Con il prevalere del NO espresso (che vince lo stesso, attraverso l’astensione) non sarebbe successo nulla, nessu dialogo. Non hanno il fiato sul collo; non dimentichiamo i numeri della maggioranza parlamentare. Escludo discorsi filosofici sulla società perfetta. Ripeto, la contrarietà vince ugualmente, attraverso la modalità dell’astensione. L’ho scritto più volte, ormai dovrebbe essere pacifico. 
E neanche con il “SI” “cambierebbe” in modo sostanzioso l’attuale legge che non ci piace. Anzi, con il “SI” si aprirebbero scenari peggiori in cui diventerebbe sempre più difficile per i cittadini esprimersi: preferenze sempre bloccate, tutto in mano a pochi, un solo partitone al comando e opposizione numericamente misera, area politica a te affine senza quasi più la possibilità di esprimere la propria voce. Perfino nuove elezioni, con la gente sempre più stanca di andare alle urne (ci credo, si fanno elezioni di continuo)
D’altronde questo processo è già in atto; con la contrarietà al referendum si cerca solo di porre un freno all’emorragia di democrazia.
So del dibattito a cui accenni anche se non vi presenziai come avrei voluto (siamo dello stesso ambito geografico). Il Prof. Villone, che fa anche politica, avrà detto quella frase dal tono netto proprio per sue ragioni politiche, è comprensibile. Così come tu dici di avere, metaforicamente, “il sangue agli occhi”. 
Saluti anche a te!
 


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