be’ una buona scelta, allora: meglio uno Sherlock Holmes diverso, che non sia un clone del personaggio che troviamo dai libri, che avere un doppione. E poi, cinema e scrittura non sono mai andati d’accordo. Anzi, a volte nemmeno tra scrittura e scrittura, visto che nei personaggi principali de Il nome della Rosa di Eco scopriamo proprio il genere deduttivo alla Sherlock Holmes di frate Guglielmo, per un riconoscibile dottor Watson in Adso. Meglio essere se stessi.
Vabbè... spero mi sia consentito di pensarla a modo mio. Non sono d’accordo con il suo articolo, per ciò che le ho evidenziato e puntalmente, ampiamente spiegato, e spero si capisca che il fatto da lei raccontato non c’entra con la mia osservazione. Lei non deve quindi convincermi di nulla: io sono già convinto di me.
calma e sangue freddo: signor mio. Aberrante è che un lettore come lei non riesca a capire il punto della mia critica, che nonostante lei non abbia compreso un’acca di ciò che ho scritto si dia la briga di insultare solo chi ha serenamente chiesto dei lumi sul modo di ricostruire un fatto. La mia cirtica era: è necessario affermare che la marijuana fa meno male dell’alcool per raccontare un qualsiasi fatto? Il fatto raccontato io l’ho tralasciato, non aspetto certo di seguire i sentieri di un punto di vista sballato, per discuterne. Ne discuto quanto per me ci sono gli "ingredienti" giusti, casomai. Lei farebbe quindi bene a imparare a leggere e a non scrivere in modo aggressivo a chi vuole solo portare chiarezza sul modo di scrivere.
preciso: il mio commento prende spunto della parte finale del primo commento. L’articolo in quanto tale è un punto di vista come un altro e, non condividendolo, ovviamente lo rispetto.
W. Churchill, del resto, ce lo attribuisce: "Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio".
e Churchill non conosceva mica la politica di Berlusconi.
Quindi direi che nulla di nuovo c’è sotto il melograno.