...Nessuno troverà mai Dio in un libro senza averlo prima ricevuto nel cuore. E’ necessaria la fede: fiducia in un Dio che non dà spiegazioni della Sua realtà.
Con le sue proposte di cultura si stimolerebbero di certo le opinioni di validi intellettuali: della serie, tutti colti e documentati di una storia della religione che, però, poggia uno dei suoi cardini in una fede assoluta e privilegia l’umile quanto l’ignorante. Si può avere fede ed essere un servo di Dio, un cristiano, senza aver letto o scritto mai nulla: San Pietro ne è l’esempio più lampante. Nessuno troverà mai Dio in un libro, senza averlo prima ricevuto nel cuore. È necessaria la fede: fiducia in un Dio che non dà spiegazioni della Sua realtà.
Se rilegge i commenti guardi che il non c’entra nulla con il caso che lei ha sottoposto l’ho tirato in ballo proprio io: quindi siamo d’accordo almeno su una cosa.
Io parlo di incidenti stradali con esiti mortali, ricostruiti tecnicamente da me stesso e con tanto di causa penale che dura anni e anni di fatiche e le cui indagini hanno portato proprio ad accertare ogni aspetto caratteristico psico-fisico dei conducenti. Ebbene, i medici hanno sempre relazionato e spiegato davanti al giudice che anche fumando una sola sigaretta di marijuana gli effetti alla guida per un conducente sono stati devastanti. Io, che non sono medico, ho potuto invece accertare per questi diversi sinistri una guida da folle dei conducenti, irrazionale, tanto che prima ancora di conoscere gli atti ho intuito fin da subito l’uso di droghe per il conducente. Una sola sigaretta di marijuana, e ci sono sentenze che lo dicono. Può sembrare polemica la mia: non lo è, vedo troppi morti e non mi piace.
chiedo scusa, vedo che lei è un gionalista professionista: quindi le sottopongo queste sue frasi:
"...fumava un po’ di marijuana. Una pianta che viene demonizzata e chiamata droga, ma che in realtà fa molto meno male ed è molto meno pericolosa dell’alcool..."
per me, che manco fumo, probabilmente questo suo discorso non entra per nessuna via. Ma poi non vedo che c’azzecca con quello che voleva raccontarci. O forse sì, ne capisco il tentativo di classificare l’arrestato, poi deceduto in carcere, come un non drogato. Ma vede, quelle frasi si spingono oltre: vanno più in là rispetto a quello che lei voleva dire. Sono frasi già sentitie che hanno forza propria: fanno danno, se lasciate correre.
Non crede che lei, affermando con tanta sicurezza, che la marijuana non fa poi tanto male, in realtà non dà un buon esempio ai giovani e comunque a chi lo legge?