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carlo aragonese

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catanese, leggo, di tanto in tanto scrivo: è tutto ciò che se ne può dire

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  • Primo articolo domenica 12 Dicembre 2009
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Ultimi commenti

  • Di carlo aragonese (---.---.---.189) 16 dicembre 2009 11:04
    carlo aragonese

    un articolo pacato, che molti avrebbero dovuto scrivere, magari firmandolo con nome e cognome. Invece è firmato la redazione. Il riferimento al terrorismo, poi, riconduce alla volontà di attribuire colpe più da una parte che da un’altra. Pertanto mi scuso, ma non mi trovo d’accordo nemmeno con questo articolo: la violenza va condannata a tutto campo e senza se e senza ma. Se cerchiamo chi ha usato la parola terrorismo, troviamo il colpevole? No, troviamo la polemica punto.

  • Di carlo aragonese (---.---.---.125) 15 dicembre 2009 17:26
    carlo aragonese

    qui non c’è l’astio che ho colto da altre parti. Certo, chi ha votato poco interessante questo articolo probabilmente è rimasto deluso dal tono pacato e magari dal punto di vista poco individuabile. Questo mi fa pensare che il giornalista (insomma chi riporta le notizie) spesso si considera un filosofo o uno scrittore, e sente sempre il bisogno di mettere avanti prima di tutto il proprio pensiero. Ma se parlare di filosofia è impossibile essere neutrale (spiegare, interpretare la filosofia dicono sia fare a sua volta filosofia), scrivere un articolo senza per forza mettersi in gioco è duemila volte possibile. Questione di scelte evidentemente. 

  • Di carlo aragonese (---.---.---.125) 15 dicembre 2009 17:11
    carlo aragonese

    da quello che c’ho capito io una differenza coi bestioni l’abbiamo: noi siamo stati creati geneticamente "liberi", nelle scimmie impera una vita sociale fatta di dominanza e sottomissioni. L’uomo "libero" non ammette questa mania di dominanza - sottomissione, lo fa (ed è una conquista) per esigenze sociali. I primitivi del resto hanno un tasso di aggressività molto inferiore a quella dell’uomo civile: più si avanza col progresso, più la distruttività dell’uomo aumenta. Le scimmie hanno certamente qualcosa in comune con l’uomo, ma con l’uomo primitivo: un’aggressività che è solo di autodifesa. Le scimmie e i primitivi, praticamente, sono meglio di noi, società sadica e distruttiva.

  • Di carlo aragonese (---.---.---.219) 15 dicembre 2009 11:59
    carlo aragonese

    :Gloria, non ce l’ho con te, giuro smiley
    mati debbo una risposta

    "E’ preferibile scrivere, contro la propria intenzione, il contrario di ciò che si voleva scrivere, che scrivere qualcosa di approssimativo. Il contrario può essere vero, l’approssimativo è sempre falso".

  • Di carlo aragonese (---.---.---.219) 15 dicembre 2009 11:19
    carlo aragonese

    Nulla di nuovo sotto il melograno, direi. Nel senso che antropologicamente non si è aggiunto nulla, nella questione Berlusconi, che già non sapevamo. La violazione del corpo del Re! Ma almeno quest’uomo, Berlusconi, non si nasconde dietro una seriosità di maniera, che mostra se stesso in un modo e poi cova le sue idee in un altro modo. Quanti narcisisti inconsci abbiamo in politica? Basterebbe applicare la psicanalisi per stanarli. Quante sorprese avremmo. Berlusconi è così come lo vediamo: Re? Vabbè Re, ormai si percorre questa strada… monarchica. E percorriamola. Ma Re lo vedono coloro che lo vogliono vedere Re: questioni di raggi solari che colpiscono gli occhi, questione di indossare gli occhiali… giusti. Ma non mi riferisco mica all’autore di questo articolo eh. Penso a Beppe Grillo. Costui ha un’impellente necessità: deve fare satira (che squisita parola: satira). Come il Poeta, lui sente che deve scavare da qualche parte. Lui, però, il Grillo sparlante, non è Poeta e non scava da nessuna parte: sgretola in superficie il classico muro dell’opportunismo. La politica lo ha nutrito. È uno che fa ridere, però. E chi fa ridere non ha necessità impellenti: le spara alla come viene viene. Lui non si vede allo specchio quando addita Berlusconi, non si accorge che il suo volto assume ogni volta delle sembianze comiche: e fa ridere. Perché il vero comico – è risaputo – per raggiungere l’acme del risibile deve essere inconscio. Pertanto taluni fanno ridere sì: ma per motivi che loro stessi non immaginano. Sono dei Buster Keaton della situazione. Magari scopriremo che sono dei narcisisti conclamati. Pertanto se Berlusconi è il Re, e incarna il corpo del Re che deve essere violato, non dobbiamo sforzarci di individuare i buffoni di corte. Poi, è vero: l’illuminismo ha portato la caduta degli dèi, non si ragiona più diciamo “religiosamente”, si ragiona a colpi di razionalità. Ma dalla psicanalisi sappiamo che l’uomo non può essere solo razionale: l’irrazionale è necessario. E in questo squilibrio (laddove un equilibrio è necessario) che cova l’inconscio collettivo. Un inconscio che esplode per mancanza di equilibri e che prende alle spalle e i cui effetti sono devastanti. Quello stesso inconscio collettivo che, dal medioevo in poi e con la caduta degli dèi, porta alla rivoluzione francese prima e alle due guerre mondiali dopo. Ecco, noi moderni indossiamo ancora quell’inconscio collettivo di cui parlo (di cui parla Jung): più che pensare al Re, abbiamo il disperato bisogno (noi) di credere in qualcosa.

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