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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Diciamo no alla violenza, i media partecipativi ai giovani

Diciamo no alla violenza, i media partecipativi ai giovani

L’appello congiunto di Caffè News Magazine e AgoraVox

La folla che applaude, le mani che si stringono l’una all’altra, una piazza che applaude e la stessa piazza che contesta. I toni sono troppo accesi e l’aria s’è fatta pesante.

 

Sembrano i tempi del commissario Calabresi, tempi che non abbiamo vissuto e che non ci teniamo affatto a vivere.

L’istantanea è quella di un’Italia che si affanna, dove non funziona niente, un’Italia in declino, a cominciare dall’incapacità di sintesi politica e da una certa sordità comunicativa che sfiducia, che allontana, che crea due paesi: uno sui tetti delle fabbriche e l’altro che contesta.

In mezzo ci sono i giovani e i giovanissimi, che non hanno mezzi, che si sentono condotti nel mezzo di uno sbandamento mediatico senza precedenti. Il volto del Presidente del Consiglio insanguinato, colpito a casa sua, a Milano, può fare da capro espiatorio per chi alimenta la contestazione che può materializzarsi in violenza pura. È già accaduto, e non vogliamo che accada più.

Il cammino per far sì che la comunicazione politica, istituzionale e sociale riparta serenamente deve avere nel suo valore intrinseco il rifiuto netto e rigoroso di qualsiasi forma di violenza, abbassando i toni, maggioranza e opposizione, in particolar modo chi ha parlato di terrorismo.

Vorrei rammentare che il terrorismo è un atto di violenza volto ad intimidire una comunità “altra”. È terrorismo, in sostanza, l’agguato agli africani il 18 Settembre 2008, gesto atto, fra le altre cose, ad intimidire la comunità africana a Castelvolturno. In riferimento all’accaduto di questi giorni non si può parlare di terrorismo.

Il nostro è uno Stato che non trova risposte, soprattutto di natura politica e economica, è uno Stato che per la prima volta nella sua storia si trova con l’ultima generazione molto più povera della precedente, è uno Stato che semina odio e ha abolito la solidarietà e quindi sta raccogliendo violenza e indifferenza.

Mai più, mai più la violenza che si sostituisce alla politica, mai più inneggiare all’odio e colpevolizzare il “diverso”. Il mondo ci guarda e soprattutto i giovani ci leggono, ed è con questa lettera congiunta che noi di Caffè News Magazine e di AgoraVox.it diciamo no alla violenza, no all’iscrizione su Facebook a gruppi che inneggiano alla violenza in generale e all’aggressione a Berlusconi in particolare. Non voltate le spalle alla vita attraverso la violenza, guardatela in faccia e chiedete risposte da chi è in grado di darvele. 


Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.55) 15 dicembre 2009 15:33

    No alla violenza, lo ribadiamo! Ma i politici, che con il loro comportamento non fanno altro che aizzare il popolo e provocarlo ad una sollevazione popolare a causa dei toni poco democratici usati finora, i politici , siano i primi a dare l’esempio di civiltà e di rettitudine. Fuori tutti gli scandali dalla politica, fuori i corrotti, fuori i disonesti. Vogliamo un’ Italia pulita dove chi a governare siano uomini retti, sobri e liberi da ogni vizio, e soprattutto vogliamo gente di popolo, gente che finora se l’ é stentata a vivere...perché chi ha le tasche piene non potrà mai capire chi le ha vuote! Vogliamo una politica vera, una politica di Diritto, di uguaglianza e di Giustizia. Vogliamo una politica di servizio e vicinanza alla comunità. Una politica infine, che sia per la Pace e la giustizia di tutti!
    Agnese Ginocchio

  • Di (---.---.---.156) 15 dicembre 2009 17:04

    La violenza civile di oggi sembra nascere proprio dall’impedito svolgersi del contrasto politico democratico.
    Abbiamo bisogno di più democrazia per ricacciare il demone della violenza.
    Bernardo Aiello

  • Di pv21 (---.---.---.178) 15 dicembre 2009 18:13

    Questa è una GENERAZIONE senza BUSSOLA che non conosce l’interesse collettivo e la disciplina di vita. Una generazione che scivola nella PESCITUDINE di chi si specchia nelle comunità virtuali. Una generazione vittima degli UNTORI della parola. Una generazione facile preda del relativismo di un presente fatto di edonismo e accattivanti modelli di successo. Tutto sembra un gioco, tutto sembra facile come un clic sul mouse ... (c’è di più => http://forum.wineuropa.it

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.8) 16 dicembre 2009 10:39
    Damiano Mazzotti

    Buona la prima... La verità sta nel primo commento: se non cambiano le persone psicologicamente e i politici fisicamente, qua frana tutto in pochi mesi,,,

  • Di carlo aragonese (---.---.---.189) 16 dicembre 2009 11:04
    carlo aragonese

    un articolo pacato, che molti avrebbero dovuto scrivere, magari firmandolo con nome e cognome. Invece è firmato la redazione. Il riferimento al terrorismo, poi, riconduce alla volontà di attribuire colpe più da una parte che da un’altra. Pertanto mi scuso, ma non mi trovo d’accordo nemmeno con questo articolo: la violenza va condannata a tutto campo e senza se e senza ma. Se cerchiamo chi ha usato la parola terrorismo, troviamo il colpevole? No, troviamo la polemica punto.

  • Di LIBERALVOX SocialNetwork (---.---.---.111) 16 dicembre 2009 11:50
    LIBERALVOX SocialNetwork

    Sono una ragazza di 25 anni e chiarisco che il movimento "no b-day" è nato su internet. Facebook è stato il suo promulgatore, in pochissimi giorni ha raggiunto 350 mila iscritti e mai è stato voluto o creato con l’intento di appoggiarsi ad un partito politico. Televisioni e giornali hanno attribuito tutto ciò a Di Pietro per tentare di sminuire la faccenda, così chi ascoltava i tg o leggeva i giornali avrebbe pensato alla solita trovata "dipietrista"! Scomodo far pensare che cervelli attivi in quest’Italia malata possano organizzarsi e ritrovarsi per manifestare il loro dissenso nei confronti del Premier, figura che riteniamo non rappresentarci. Io ero a Roma il 5 dicembre, eravamo più di 1milione, un corteo di oltre 5 Km. Famiglie con bambini, anziani e giovani che sfilavano pacificamente con un ideale comune, chiedere un nuovo percorso politico. Per un’Italia migliore non è necessario essere di sinistra, per non votare Berlusconi non bisogna essere comunisti o dipietristi, ma è sufficiente essere semplicementi "onesti", andare oltre le logiche opportunistiche di partito, oltre i propri affari ed intrallazzi personali, oltre le spartizioni di una torta che ormai non c’è più e soprattutto non mettere mai in stand by il proprio cervello... e chissà che dalle ceneri di questo casino tutto italiano e dalle pagine del web non nasca un nuovo movimento: il partito degli onesti!
    >>>VIENI ANCHE TU A DIRE LA TUA SU: HTTP://LIBERALVOX.BLOGSPOT.COM

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