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Wistleblower 1: la legge mancante, il caso Franzoso, e non soltanto il suo

Chi denuncia il malaffare dei potenti viene poi perseguitato e non ha alcuna protezione legale. Andrea Franzoso non tace e non ci sta: denuncia la corruzione del suo presidente e denuncia l'incredibile mancanza di protezione per lui e per tutti i wistleblowers come lui.

In edicola ho visto e subito comprato un libretto di Andrea Franzoso, "Il Disobbediente", in cui lui racconta la sua storia di wistleblower: lavorava nelle Ferrovie Nord Milano che formalmente sarebbe una società privata quotata in borsa, ma essendo una partecipata controllata dalla Regione Lombardia i soldi sono pubblici: dei cittadini.

Nel suo ufficio gli passano sotto il naso i conti delle spese folli del suo presidente: spese personali e familiari rimborsate dalla FNM per più di mezzo milione di euro; ad esempio: oltre 180.000€ di multe prese da un figlio alla guida di un'auto BMW dell'azienda FNM (con cui il figlio non aveva alcun rapporto), nonché 120.000€ di spese telefoniche dei due figli. Con le sue carte di credito aziendali risultano pagati dei pieni di benzina, anche se tutte le auto della FNM vanno a diesel. Addirittura, fra le spese folli risultano circa 50.000€ di sue spese personali pagate da lui con carta di credito aziendale e poi anche ri-rimborsate da FNM sulla base degli scontrini ottenuti, per cui ad esempio il presidente Norberto Achille si è comperato delle scarpe di lusso da 330€ che la FNM ha pagato in doppio, cioè 660€. A queste spese folli personali si aggiungono diverse regalie, generose ma non sempre folli, perché fatte a potenti: tre quadri per oltre 10.000€ regalati a Formigoni, il presidente della Regione Lombardia che lo ha nominato presidente FNM (su richiesta dell'amico Berlusconi), un quadro ad un generale dei carabinieri e 30.000€ (ogni anno!) ad una fondazione di Livia Pomodoro, presidente del tribunale di Milano. La Pomodoro, Grecchi (il presidente di Corte d'Appello di Milano) e tanti altri magistrati sono spesso a pranzo con Norberto Achille e non pagano mai, "per definizione": per loro paga la FNM. 

Il presidente di FNM pagava bene chi avrebbe dovuto controllarlo. E infatti, anche il presidente del suo collegio sindacale, Carlo Alberto Belloni, un politicante craxiano ed ex ufficiale del CC, si poteva fare le sue spesucce personali a carico della FNM. 

Poi eviterà la condanna restituendo oltre 40.000€ che comprendevano, ad esempio, il telefono aziendale in uso alla moglie, però non comprendevano (e quindi restano a carico di FNM) i tanti regali natalizi che anch'esso faceva per crearsi debitori e ringraziare i suoi protettori; Franzoso rileva che quei regali agivano come i trojan informatici: una volta installati (cioè: accettati) si attivano e diventano ricatti. Belloni frequenta alti ufficiali dei carabinieri e, "disinteressatamente", ha voluto lui conoscere il giovane e promettente ufficiale A. Franzoso.

Quando questo decide di lasciare l'arma e poi anche un noviziato, è proprio Belloni a cooptarlo in FNM offrendogli un incarico nel Comitato di Controllo Interno, un organismo di controllo (internal audit) che assiste l' "organismo di vigilanza contro la corruzione e il riciclaggio" nel redigere una relazione imposta dal DLgs 231. "Chi meglio di te, un ex ufficiale dei carabinieri? Ti conosco, sei in gamba e hai la schiena dritta". Dopo però, Belloni si vanta con Franzoso di essere uomo di potere e cinicamente gli spiega le regole del gioco: "Se vuoi far carriera non devi mai creare problemi al tuo capo" , "Più in alto si sale, meno si lavora: si fanno riunioni", "La fedeltà è l'unico valore che conta - allora ti piace il motto dei CC: Nei Secoli Fedele? - sì, ma il migliore è: Obbedir, Tacendo-" ; "Il mio mentore mi lasciò in mezzo ad un casino, pensò soltanto a mettere al riparo il suo, di culo. Lo accusai di aver tradito un rapporto di fiducia <<Mi avevi sempre detto che per te ero come un figlio>> Sai cosa mi rispose? <<Fesso tu che ci hai creduto>> Per me fu una lezione di vita". Chiaramente, dopo quel favore dell'assunzione e dopo quelle "lezioni di vita", il Belloni era certo della fedeltà di Franzoso.

Quando il nodo arriva al pettine e cioè quando il rapporto dell'internal audit arriva all'esame del CdA con tutti i dettagliati resoconti delle spese pazze, tutti i consiglieri di amministrazione (tranne una) lo respingono. Uno di questi afferma: "e chi siamo noi per dire che il presidente avrebbe fatto delle spese irregolari? I farmaci, i profumi? Ma sono sicuramente omaggi aziendali". Il CdA insabbia la relazione e richiede che venga "riveduta" e cioè che ne venga scritta un'altra, più sintetica, più generica e senza quegli allegati sulle spese folli. Tutti danno per scontato che Franzoso, in quanto uomo di Belloni, si inchini e si adegui; e la "schiena dritta"?

Franzoso va in una caserma dei carabinieri, firma un suo esposto e ci allega quella relazione. Scoppia lo scandalo, i giornali ne scrivono.

Franzoso riceve i complimenti entusiastici dai colleghi che, loro, non hanno mai mostrato coraggio: adesso sono certi che tutto cambierà. Il presidente Achille comunica che ha incaricato la sua segretaria di controllare e che questa ha scoperto che "per errore" alcune sue spese sono state addebitate a FNM e che tutto verrà rimesso a posto: Belloni, sicuro del suo potere, spiega al suo allievo ribelle Franzoso che cosa succederà: Achille si dimetterà, e verrà sostituito dal leghista Gibelli, un vecchio amico di Belloni, e che secondo lui cambierà tutto il comitato di controllo interno: "è il minimo che deve fare"; "con franchezza: tu e il tuo collega siete messi molto male". Quando i carabinieri vengono a perquisire gli uffici, Belloni si preoccupa un po', chiama un colonnello dei servizi segreti "a lui gli ho fatto assumere la moglie, qui alle Nord": il colonnello si nega, gli rimprovera che lui non è un "cane fedele", ma poi tutto si aggiusta e Belloni resta al suo posto: il suo caso viene archiviato.

I colleghi adesso evitano Franzoso, gli rimproverano di "aver fatto un casino". I superiori assegnano ad altri (esterni) le sue mansioni e poi lo trasferiscono in altro ufficio in cui non ha niente da fare; protesta, gli rispondono che c'è una una riorganizzazione in corso, che gli saranno affidati nuovi incarichi che lo valorizzeranno meglio, che si riposi e che stia sereno (!); chiaramente preparano il suo licenziamento volontario in cambio di soldi: "sanno che hai un mutuo da pagare" . Franzoso si rivolge ad un buon avvocato che presenta un ricorso contro la sua discriminazione in azienda FNM; il ricorso è ben supportato ma sorpendentemente (!?) il giudice glielo rigetta senza neanche portarlo a processo. Chissà a quali pranzi gratuiti sarà andato quel giudice (tale Pietro Martello, con "marcato accento siciliano", cioè della terra che è la patria dell'omertà).

Franzoso deve appellarsi in altra sede giudiziaria, la cose si complicano, andranno per le lunghe, la sua presenza in FNM è sempre più sgradevole e senza alcuna prospettiva. Franzoso infine accetta una buonuscita dignitosa, senza accettare alcun obbligo di tacere su quanto sa ed è successo.

Lunedì scorso, su "Il fatto Quotidiano" escono due pagine con due articoli sull'argomento. Uno è di Nicoletta Parisi, consigliere dell'Anti Corruzione; ricorda che alla Camera sarebbe stata deliberata una legge di incoraggiamento e protezione dei wistleblowers; la legge non sarebbe molto operativa, impegnerebbe soltanto il governo a farla diventare tale, ma il peggio sarebbe che la legge da un anno e mezzo è ancora ferma al Senato, rischiando così di decadere per fine della legislatura. In seguito ai due articoli il clamore è tale che il giorno stesso il Senato si risveglia e approva la legge, tenendo anche conto delle critiche: ne corregge alcune distorsioni, migliorandola. Però la legge, essendo stata cambiata in meglio, non è ancora vigente, deve essere ri-approvata dalla Camera nella forma migliorata. Se questa non lo fa in tempo utile sarà stata tutta una presa in giro: i senatori potranno dire che la colpa è dei deputati e i deputati che è stata colpa del Senato che ha dormito per un anno e mezzo.

 

L'altro articolo è proprio di Andrea Franzoso. Ricorda brevemente la sua storia, l'essersi ritrovato isolato dai colleghi, senza alcuna protezione ed essersene dovuto andare via. E' diventato un wistleblower, termine inglese derivato da chi soffia (blow) nel fischietto (wistle) per denunciare una scorrettezza. Franzoso rileva che in Italia manca la parola per dirlo e che forse manca anche l'idea positiva di chi denuncia la scorrettezza. Ricorda che da bambini ci hanno insegnato che "chi fa la spia non è figlio di Maria" e che infatti non mancano i termini italiani dispregiativi: spia, delatore, traditore, infame: tutti termini che rappresentamo la cultura dell'omertà verso i delinquenti.

Nel suo articolo Franzoso, più che parlare di sè, ci ricorda altri wistleblowers.

Benjamin Franklin, agli albori dell'indipendenza americana denunciò l'allora governatore del Massachussets per aver chiesto al Regno Unito l'invio di truppe per reprimere i moti independentisti, costringendolo alle dimissioni.

Cristiano Lobbia, patriota, garibaldino e poi deputato veneto, in parlamento denunciò un collega (anch'esso ex garibaldino) di essere stato pagato insieme ad altri deputati per favorire una concessione di monopolio dei tabacchi. Subì un pesante attentato, denunciò gli attentatori, ma un attentatore fu ucciso, un testimone morì e lui, con un altro testimone fu condannato per calunnia, mentre una commissione d'inchiesta che avrebbe dovuto indagare su quelle tangenti fu sciolta.

Daniel Ellsberg nel 1969 rese pubblici i pentagon papers da cui era chiaro che il governo Usa aveva sistematicamente mentito sulla guerra del Vietnam e fu denunciato per divulgazione di segreti militari.

Mark Felt fu la "gola profonda" che fornì a due giornalisti le intercettazioni illegali che Nixon (poi dimessosi) fece sugli avversari Democratici (il watergate).

Julian Assange, che ha fondato Wikileaks che ha pubblicato molti documenti segreti fra cui quelli sulle guerre sporche Usa, e Chelsea (Bradley) Manning che ha fornito documenti sulle stragi di civili in Iraq. Assange è stato perseguitato con una pretestuosa accusa di stupro e da anni, per evitare il carcere o peggio, sopravvive nell'ambasciata dell'Equador a Londra, mentre Manning è stata condannata: dopo anni di carcere è stata graziata da Obama.

Edward Snowden, ex agente CIA e NSA, nel 2013 ha denunciato le attività di controllo di massa e di intercettazione di telefonate ed e-mail. Ha dovuto fuggire dagli Usa e ha trovato riparo soltanto in Russia.

Antoine Deltour, che nel 2014 ha rivelato i Luxembourg Leaks, cioè gli accordi segreti con cui il Lussemburgo faceva e fa da paradiso fiscale europeo a molte mutinazionali. E' stato condannato, insieme all'altro "lanceur d'alerte". Se lo cercate su wikipedia.it scoprirete che lì anche il suo nome è stato cancellato: vaporizzato!

Simone Farina, calciatore del Gubbio che ha respinto una mazzetta di 200.000€ per truccare una partita contro il Cesena. Licenziato dal Gubbio (che lui si è rifiutato di far perdere) ha dovuto lasciare il calcio ed emigrare in Inghilterra.

Malgrado tutti questi precedenti, la razza degli irriducibili che denunciano le porcherie dei potenti non si estingue: nel 2016 Caterina Uggè denuncia il suo capo, il sindaco di Lodi, che vuole farle fare un bando truccato, mentre nel 2017 Philip Laroma Jezzi denuncia un concorso universitario truccato, e così fa anche Giulia Romano.

Andrea Mirenda è un magistrato in carriera: presidente della sezione fallimentare; è candidato a diventare presidente di tribunale ma la scelta è in mano al Consiglio Superiore della Magistratura, lottizzato dalle correnti, e lui non ci sta a subire alleanze, cordate e ricatti: denuncia le lottizzazioni e dichiara che lui andrà in un posto da "ultimo": giudice di Sorveglianza dei detenuti.

Franzoso non lo può scrivere perchè ciò accade il 16 ottobre 2017, il giorno stesso che il suo articolo esce su Il Fatto Quotidiano.

 

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