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WikiLeaks pubblica online 400.000 Documenti riguardanti le Operazioni Militari USA in Iraq

 

La possibile pubblicazione online da parte di WikiLeaks di una vasta mole di documenti riguardanti le operazioni militari USA in Iraq, si attendeva già alcuni giorni fa, ma il fatto era stato smentito dal responsabile del Wiki, Julian Assange.

La documentazione è stata stata infine messa online da WikiLeaks nelle scorse ore. Si tratta di circa 400.000 rapporti riservati, e così come era accaduto nel caso della pubblicazione dei documenti delle operazioni militari compiute in Afghanistan dal Pentagono e dai suoi alleati, molte fonti giornalistiche hanno realizzato ampi dossier sulla base delle informazioni contenute nel materiale loro inviato da WikiLeaks. Il Wiki avrebbe inviato il materiale già a inizio Ottobre.

La documentazione porta alla luce fatti e numeri impressionati. Dall’inizio della guerra in Iraq, fino alla fine del 2009, le vittime del conflitto sono state molto superiori rispetto ai dati divulgati in precedenza: 109.032 morti, di cui 66.081 civili. i documenti dettagliano come le autorità statunitensi abbiano omesso investigazioni su centinaia di abusi, torture, rapimenti, omicidi compiuti da soldati statunitensi e dalla polizia irachena. Azioni rimaste del tutto impunite. Più di 15.000 civili sono morti in “incidenti”  per i quali non sono state accertate le cause. Più dell’80% delle persone uccise ai checkpoint erano civili. I soldati hanno aperto il fuoco su 50 famiglie e almeno 30 bambini sono rimasti uccisi. Secondo quanto contenuto in alcuni documenti, alle truppe statunitensi è stato specificamente ordinato di non investigare su atti di tortura messi in atto dalla polizia irachena.

E’ possibile, anche se non ci sono prove in tal senso, che i rapporti siano venuti in possesso di WikiLeaks tramite la stessa fonte che aveva inviato al sito di Assange il materiale relativo alle operazioni in Afghanistan: il soldato Bradley Manning in forza alla Dia, l’intelligence dell’esercito americano, che è stato in seguito arrestato.

Il Dipartimento della Difesa americano ha risposto alla pubblicazione dei documenti con una nota ufficiale: “Deploriamo WikiLeaks, il quale spinge gli individui a violare la legge, pubblicando documenti riservati e condividendo informazioni segrete con il mondo, compresi i nostri nemici” scrivono le autorità americane “Rendendo note queste informazioni riservate, WikiLeaks continua a mettere in pericolo la vita delle nostre truppe, quella dei nostri alleati e degli afgani che hanno collaborato con noi. L’unico atto responsabile che può fare Wikileaks a questo punto è quello di restituire il materiale rubato e toglierlo dal sito”.

Ecco di seguito i principali dossier disponibili in Rete:

The Guardian: Iraq War Logs

The New York Times: The War Logs

Der Spiegel: Die Irak-Protokolle

Al Jazeera: The Secret Iraq Files

The Bureau of Investigative Journalism: Iraq War Logs

Motori di ricerca per esplorare la documentazione:

Diary dig

Owni.fr

Commenti all'articolo

  • Di nicola rigon (---.---.---.216) 23 ottobre 2010 15:46

    Salve.
    Non è Wikileaks a mettere in pericolo i militari.......sono gli eserciti mandati con le armi a "creare" la pace che mettono in pericolo i civili di tutto il mondo.
    Del resto lo scopo dell’esercito non è mai stato quello di portare la pace ma solo di fare la guerra.
    Oggi le potenze mondiali si contendono il controllo del mondo con l’uso delle armi per impadronirsi di territori strategici per i loro traffici e per le risorse da sfruttare.
    Infatti un paese povero non ha i mezzi per utilizzare le proprie risorse, i paesi ricchi invece hanno i mezzi ma non le risorse e quindi anzichè acquistarle si entra con la forza e si porta via tutto.
    D’altronde i cittadinii dei paesi ricchi e sviluppati debbono necessariamente continuare a vivere nel loro benessere, nella società delle luci e dei consumi trovando sempre cose a basso prezzo.
    Ma quel prezzo viene pagato con la vita da qualcuno da qualche altra parte.
    Quindi i "terroristi", cioè quelli che combattono contro gli invasori sono dei cattivi allora per una similitudine anche i civili che vivono a Napoli sono terroristi, anche la gente della Val di Susa rietra nella categoria dei terroristi; tutti quelli che si oppongono alla forza sono terroristi....
    Se un giorno il mondo si rivoltasse e fossero gli afgani a mandari bombardiari sopra l’italia e mrissero donne, vecchi, bambini....cosa farebbero gli abitanti di quel pase?
    Continuerebbero a riempire pizzerie, bar, discoteche, locali di divertimanto, spiagge ad agosto?.
    Pensateci, per capire le cose bisogna guardarle da un diverso punto di vista.

    Nicola R.

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