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Vulcanetti di fango: da fenomeni naturali a eventi causati dall’uomo

Capita sempre più frequentemente che le perforazioni del sottosuolo per svariate ragioni, diano vita a dei vulcanelli di fango le cui eruzioni possono andare avanti per giorni.

Sin dalla fine di settembre la zona di Fiumicino, in provincia di Roma, è stata interesstata dal fenomeno dei vulcanetti di fango, analoghi a fenomeni più facilmente visibili in Sicilia. Il fenomeno, che sarebbe stato causato da perforazioni troppo profonde nel terreno, si è verificato molto vicino ai centri abitati e per questo è stata data particolare risonanza all’evento. Tuttavia anche se innoqui, sono fenomeni cui prestare attenzione.

I vulcanetti sono dei vulcani in miniatura da cui esce azniché lava, argilla liquida, acqua bollente, idrocarburi e varie sostanze saline oltre ad altri gas come metano e anidride carbonica, tutti molto pericolosi per la salute. Quando si trovano vicino a classici vulcani, da questi vulcanelli fuoriesce Co2, per via di una reazione chimica dell’antico metano con l’ossigeno nell’aria. Questo è il caso dei vulcanetti di Fiumicino che, pur non essendo vicini a vulcani attivi, si trovano in una regione, il Lazio, di origine vulcanica e che presenta diversi fenomeni vulcanici su tutto il territorio.

Per circa un mese i vulcani in miniatura hanno potuto essere osservati da studiosi e passanti, visto che il fenomeno si è verificato proprio nei pressi di un incrocio stradale molto frequentato (la rotatoria di via Coccia di Morto). M anche se ora sono state chiuse, sono stati trovati dei nuovi vulcanetti sottomarini sempre nei pressi di Fiumicino.

Le cause sarebbero da imputare a perforazioni nel terreno andate troppo in profondità che hanno bucato delle sacche di gas spingendolo in superficie e facendo fuoriuscire anche altre sostanze.

Questo fenomeno geologico è molto comune nel territorio italiano, soprattutto in Sicilia, Emilia Romagna e Campania ma anche nel Lazio dove si tratta di vulcanismo secondario (non in presenza di vulcani attivi), in particolare nelle zone comprese fra i Monti Sabatini e i Colli Albani.

Anche se si tratta di un fenomeno perlopiù innoquo e di piccola entità, non è da sottovalutare innanzitutto perché i gas che fuoriescono sono altamente nocivi per l’uomo e gli animali, tanto che a Fiumicino era stato preparato un piano di evaquazione per la popolazione in caso non si fosse potuto arginare il fenomeno. In secondo luogo, i materiali bituminosi che fuoriescono hanno temperature elevatissime.

In Europa l’Italia è uno dei pochissimi paesi in cui si manifesta il fenomeno, insieme a rari casi in Ucraina, Russia e Islanda. Ma quando le cause sono opera dell’uomo, è sempre bene prestare attenzione alle conseguenze. In Indonesia infatti, nella città di Sidoarjo, a causa di una perforazione del terreno per l’estrazione nel maggio 2006 di gas metano, è stata ampliata enormemente l’attività vulcanica di un vulcanello di fango molto vicino alla perforazione e da allora la fuoriuscita di fango bollente è divenuta inarrestabile oltre che di dimensioni elevatissime. La popolazione è stata costretta ad abbandonare la zona, ormai totalmente sommersa dal fango che continua a fuoriuscire e alcuni esperti stimano che il vulcano potrebbe presumibilmente continuare a eruttare in eterno.

A largo delle coste di Fiumicino i vulcanelli si sono aperti in seguito alle perforazioni legate ai cantieri per l’ampliamento del porto. Il fenomeno è stato fortunatamente arginato, ma la fuoriuscita di gas con conseguenze di vario genere si fa sempre più frequente, come di recente in Olanda e in Spagna, dove la trivellazione di rocce contenenti gas o petrolio in profondità nel sottosuolo (fracking) sta causando diversi fenomeni sismici anche in zone non geologicamente soggette a terremoti.

 

 

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