Violenza e forze armate: importante sentenza in Indonesia
Il 5 settembre tre soldati del Kopassus, il Comando delle forze speciali indonesiane, sono stati condannati in primo grado a pene dai 6 agli 11 anni di carcere per l’omicidio premeditato di quattro detenuti, avvenuto sei mesi fa, il 23 marzo, all’interno del carcere di Cebongan, alla periferia di Yogyakarta. Altri cinque militari hanno ricevuto pene inferiori per concorso negli omicidi.
Un esito sorprendente, anche se naturalmente gli otto condannati ricorreranno in appello. Imprevisto comunque, perché ha incrinato l’impunità, finora garantita in modo pressoché totale ai membri delle forze armate dalla legge che sottrae alla giustizia civile i procedimenti contro il personale militare.
Il processo in corte marziale si è svolto in un clima pesante, coi soldati del Kopassus presenti dentro e fuori l’aula, giorno per giorno, per condizionare i giudici e intimidire i testimoni, diversi dei quali si sono infatti tirati indietro.
Amnesty International ha accolto la sentenza come un passo avanti per porre fine all’impunità di cui godono le forze armate indonesiane ma ha espresso preoccupazione per il fatto che le indagini non abbiano riguardato ulteriori probabili complicità da parte di personale civile o agenti di polizia.
L’organizzazione per i diritti umani ha chiesto che i testimoni che hanno accettato di comparire in aula siano protetti da possibili atti di vendetta da parte del Kopassus e ha colto l’occasione per chiedere alle autorità indonesiane di avviare una riforma complessiva del sistema giudiziario, che garantisca che sulle violazioni dei diritti umani commesse da personale militare indaghino i tribunali ordinari.
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