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Vigili Urbani, minacce ad ambulanti e commercianti: spesa gratis o sono guai

Una doppia inchiesta si apre per il Tribunale Ordinario di Roma. Sotto accusa l'operato dei vigili urbani della capitale, protagonisti di alcuni episodi ben poco edificanti: dalle minacce agli ambulanti alla concussione, alla concessione di permessi falsi per la Ztl (Zona a Traffico Limitato). Per alcuni di loro, non si tratterebbe della prima indagine a carico.

Tutto comincia il 23 novembre scorso, quando Paolo Mauro, 45 anni, veniva sorpreso in flagranza di reato con la merce estorta ad un ambulante del terminal di Anagnina. A lungo erano giunte lamentele degli ambulanti riguardo un agente che, imperterrito, si muoveva tra i banchi prelevando merce e minacciando - in caso di opposizione - verbali e sequestri. Appurato tuttavia che nessun commerciante intendeva denunciare legalmente l'agente in questione, fu allora la polizia a prendersi carico delle indagini, riuscendo infine a convincere alcuni ambulanti alla denuncia e poi a raccogliere materiale sufficiente per incastrarlo. Allora, fregiandosi del glorioso titolo di Comandante generale del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale, Carlo Buttarelli aveva espresso la propria soddisfazione, sottolineando il ruolo della polizia stessa nell'indagine. La Procura di Roma, nella persona di Stefano Pesci aveva predisposto l'arresto per concussione, ponendo dunque fine ad una brutta storia.

E invece no, perché passano i mesi e il solerte vigile cade di nuovo in tentazione, facendo sparire tutto d'un tratto le pie speranze del comandante Buttarelli. Rimasto nell'ambito del controllo del settore commercio sulla Tuscolana (esattamente dove si trovava all'inizio), Mauro viene di nuovo colto sul fatto: "Avrebbe preso l'abitudine di prelevare a suo piacimento merce dai banchi del terminal della metro, minacciando gli ambulanti di ritorsioni a suon di verbali e sequestri", spiega Il Messaggero. Il principio, insomma quello di "fare la spesa gratis"; altrimenti si può sempre disporre un controllo, dopotutto il banco è abusivo e le conseguenze potrebbero essere spiacevoli.

Mentre i due procedimenti a carico di Mauro continuano, altre due ben più gravi si sarebbero aperte su alcuni vigili urbani, accusati stavolta non solo di "spesa gratis", ma in alcuni casi di richiedere vere e proprie tangenti ai commercianti. Tra loro un agente che nel centro di Roma chiedeva ben 250 euro, un vero e proprio pizzo, accompagnato per comodità da un funzionario Asl (anch'egli sotto indagine). Tanto per avere a disposizione qualcuno che potesse accreditare la versione "tranquillizzante" secondo cui chi paga è salvo. Il Campidoglio avrebbe aperto la procedura per la sospensione. Almeno per lui.

A questo si somma inoltre l'udienza dello scorso 18 luglio con il quale prendeva corpo l'accusa ad alcuni membri di polizia di aver estorto ai fratelli Bernabei, titolari di Bernabei Liquori, una cifra che si attestava attorno ai 12000 euro. Soldi pretesi e ottenuti, ma non senza che ne scaturisse un processo penale che ora vede coinvolti Duilio Valente, Antonio De Stefanis, Giancarlo Vicari e Spartaco Pierotti. Assieme al geometra Francesco Belmonte, per loro il reato sarebbe quello di concorso in concussione: avrebbero minacciato i proprietari a causa di un presunto abuso edilizio. In loro compagnia, Claudio Coppola, ex-capo del secondo gruppo, accusato di vendere permessi Ztl falsi per cifre tra i 200 e i 400 euro, e un altro vigile di 49 anni accusato di intascare denaro in cambio dell'annullamento di multe comminate ai tassisti. Anche qui, il rischio che si proceda in maniera blanda senza davvero avviare alcuna opera di pulizia rimane alto. Il caso Mauro ne è la prova.


Foto: Jollyroger/Wikimedia

I commenti più votati

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.74) 20 luglio 2013 13:48

    Il problema è che non si doveva assolutamente dare autorità di Polizia a questa gente.
    In questo hanno sbagliato anche quei fregnoni della Sinistra, oltre che, naturalmente, la destra sempre pronta a proteggerli. Oltre tutto, sono stati capaci anche di reclamare le motoslitte per la neve a Roma!

  • Di paolo (---.---.---.244) 20 luglio 2013 17:34

    Ordinarie pagine italiane di furfanteria a gogò .Roma è capitale anche nei pessimi esempi.

    Scontato che non pagherà nessuno .
  • Di (---.---.---.226) 20 luglio 2013 18:39

    la domanda è: ma perchè non vengono licenziati subito, in tronco, già al primo misfatto?
    è colpa di leggi del cazzo o sono i sindacati e qualche giudice di manica larga?

  • Di (---.---.---.162) 20 luglio 2013 20:37

    Sarebbe opportuno che una volta appurato l’illecito i soggetti coinvolti vengano messi nelle condizioni ASSOLUTE di non poterlo reiterare. Anch’io mi chiedo quale sia mai il senso di lasciare che quei soggetti ci possano riprovare. Non si fa altro che danneggiare gli onesti e premiare i lerci farabutti in questo modo.

  • Di (---.---.---.185) 20 luglio 2013 20:49

    Questi camorristi, perchè è questo che sono e devono e si deve fare:

    1) Essere immediatamente licenziati
    2) Essere indagati e condannati
    3) Non possono più ricoprire cariche pubbliche.
    4) Indagare sulle responsabilità dei loro comandanti.
  • Di Francesco Finucci (---.---.---.107) 20 luglio 2013 20:53
    Francesco Finucci

    Il punto è stato colto credo dal primo e quarto commento. Perché non vengono licenziati? Non solo perché hanno fatto da bacino elettorale per destra e sinistra, ma per un motivo più "sinistro", se si estende il ragionamento all’intero corpo di polizia (e dei carabinieri, anche se ufficialmente rappresentano le forze armate). Avere il pieno controllo delle forze dell’ordine - reparti mobili e sezioni investigative in primis - significa avere il controllo su centri vitali dello stato, dai rapporti con le mafie, a quello con l’antagonismo, a quello con l’eversione, fino al controllo dei funzionari diplomatici stranieri. E’ per questo che il ministero degli interni è tanto importante e delicato per una democrazia. Su alcuni aspetti non mi sbilancio, ma ho potuto vedere chiaramente quanto utili siano i reparti mobili nel controllo politico, sguinzagliati come si trattasse di cani da caccia quando serve dare una dimostrazione ai manifestanti (non certo quelli incappucciati, che qualcuno copre, ma quelli che non hanno neanche mai visto un fumogeno).

    Le forze dell’ordine non pagano principalmente per tre motivi:
    -in alcuni casi perché il picchiatore fa sempre comodo (i reparti mobili)
    -in alcuni casi perché un tuo uomo per orientare le indagini può sempre servire (caso Mori docet)
    -in alcuni casi, tra i quali quello della polizia, è triste dirlo ma si tratta di pura e semplice grettezza, di incapacità totale di gestire un lavoro che tanto - specie nel mondo cattolico - serve solo a sbarcare il lunario e quindi lo si cerca più comodo possibile, quello dove si lavora di meno. A questo servono alcuni corpi delle forze dell’ordine, almeno quando non si fa il lavoro bene. Quindi come fai poi se sali di grado a mandare via qualcuno se lavori esattamente alla sua maniera, oppure a selezionare bene i sottoposti? Diventa una forma mentis, un mantra che ripetuto alla noia diventa la verità. Come per le pecore di Orwell.

  • Di (---.---.---.252) 21 luglio 2013 00:40

    porci con le ali.

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