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 Home page > Attualità > Società > Vessazioni mediatiche

Vessazioni mediatiche

Bizzarri riflessi rossi e gialli sgattaiolano tra la mia barba

verde puntato d’ebano circonda le pupille, piccole

tra palpebre socchiuse, insistenti mi fissano dallo specchio.

Un passato perso nella polvere somala

io, pura stirpe longobarda, tradisco origini asiatiche

meticcio di nord e sud, ma tutto molto a oriente

con un cognome fortemente padano

una storia diluita e originata in due continenti

tra cui non c’è l’Europa.

Vivo tra la gente urtando saluti sul marciapiede

e schivando contatti.

Incontro persone diverse,

più differiscono da me, più mi chiedo cosa posso prendergli

cosa posso di loro fare mio

dando in cambio, solo se necessario,

tutto me stesso, non depredo, propongo;

intasco senza parole, al contempo perdo senza curarmene

fingo sbadatezza e mi nutro vivendo dello stupore altrui.


Mi offendono frasi e cartelloni, finte leggi innovative che riprendono idee vecchie di cinquant'anni. Provo, ogni volta che entro nella mia città natale, in quel paesone che mi ha visto nascere e crescere, un senso di fastidio nel vedere una cultura appesa al muro, denigrata, derisa e mutilata della sua identità; per il fanatismo e l'ingordigia mediatica di un uomo il cui cognome tradisce origini partenopee.

Strana similitudine con chi convinse milioni di tedeschi della supremazia ariana, lui che dei canoni fisici teutonici non aveva nulla e non era nemmeno tedesco, ma austriaco. Un'ironia non colta per mancanza di senso di umorismo, o pazzia, collettivamente ovattata. Come una copiosa nevicata che copre rupi e valli e dà a tutto il paesaggio un irreale senso di appianamento. Appagamento delle coscienze nel colpire un colpevole, nel trovare una causa fuori da noi, perché la verità sarebbe troppo pericolosa. Che terrore scoprire che i colpevoli siamo noi, italianissimi, che abbiamo permesso questo scempio per anni; abbiamo violentato la nostra terra ed il futuro dei nostri figli.

Noi che permettiamo ai nostri parlamentari di avere un vitalizio per aver lavorato due giorni, ma che diciamo ai ragazzi che non avranno la pensione; noi che abbiamo permesso di andare in pensione a trentacinque anni e che diciamo, oggi, ai neolaureati: bene, se trovi lavoro, inizia pure e vai avanti finché campi, non hai alternativa. Noi che abbiamo tolto dal sito dell'inps il calcolatore della pensione per non scoraggiare i giovani, per non fargli sapere che tra quarant'anni avranno il 25% dello stipendio come unica rendita per sopravvivere. No, molto meglio prendersela con quel negro sfigato che, per scappare dalla guerra, dalle persecuzioni, ha mollato tutto ed è venuto in Europa a fare lavori malpagati e pericolosi che nessun europeo vuol più fare.

Ha fatto finta di non essere laureato, di non avere una cultura dieci volte più vasta dell'italiano che gli dà lavoro, lo sfrutta, non lo mette in regola e una volta all'anno vota la Lega per preservare il ricco, opulento acculturato nord. Che i marocchini tornino tutti da dove sono venuti, con senegalesi e albanesi, tanto case e strade non ne costruiamo più. Che tornino a casa pure i cinesi, chiudiamo rubinetterie e tessiture. Ed una volta che sono tutti a casa loro, chiudiamo le fabbriche e le delocalizziamo: visto che non abbiamo più stranieri che stanno qui a fare lavori di merda, andiamo noi da loro a portarglielo il lavoro merdoso. Perché così funziona: ci lamentiamo tanto dell'immigrazione, poi siamo noi che andiamo a cercarli, non per portare avanti l'Italia, ma per arricchire i padani all'estero dove il lavoro costa meno, ci sono meno vincoli sulla sicurezza personale, meno garanzie e un'unica certezza: il guadagno a fine mese. Che poi viene messo da qualche parte all'estero, al sole caldo dei Caraibi o in prossimità di una pista da sci svizzera.

Oh bene, figli miei vi dico, rimboccatevi le maniche che i tempi delle vacche grasse sono finiti. Non sperate che, solo l'essere nati in Italia sia per voi un vantaggio. Quando i figli degli stranieri arriveranno al diploma, e ci arriveranno perché sanno cosa vuol dire sudare per ottenere qualcosa, vi prenderanno a calci nel culo. Sapranno già due lingue meglio di quanto voi possiate mai fare, e non ci metteranno nulla ad impararne altre due. L'unica possibilità che avete è di tenerli ben schiacciati sotto i vostri piedi pantofolati da bamboccioni; oppure piantarla di asciugare le lacrime dei vostri genitori che vi vogliono laureati ed ignoranti, e capire che il mondo è cambiato, che non esistono più confini e che le persone da integrare non sono quelle che sbarcano dai barconi, ma voi chiusi nella vostra inquinata val Padana che credete il paradiso terrestre. Ah ragazzi, non date retta ai vecchi incartapecoriti sulle loro posizioni: prendete dalla scuola più che potete, il 10 è il minimo che dovete pretendere, è la base per poter iniziare, non un traguardo. La sufficienza italiana, vuol dire in Europa un 3 o un 4. Succhiate dai vostri professori tutto quel che potete e se ritenete che non sia abbastanza protestate con il preside per l'inadeguatezza dei vostri insegnanti.

Se così farete avrete qualche speranza, altrimenti mettetevi pure in fila per un posto di lavoro nelle miniere cinesi (dove non vi verranno a tirare fuori se crolla il soffitto).

Buonanno 2011

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