Venezia - al Teatro Malibran, Il trionfo dell’onore
Un nuovo allestimento Fondazione Teatro la Fenice per il 300° anniversario della morte di Alessandro Scarlatti
Commedia in tre atti di Francesco Antonio Tullio, Il trionfo dell’onore è l’unica opera comica del vasto repertorio del maestro siciliano ed è anche l’opera che per coerenza musicale e drammaturgica e per l’uso della lingua italiana al posto del napoletano inaugurò un nuovo modello di opera buffa. L’analogia riscontrata con il mito del celebre seduttore si intende leggendo il titolo per esteso: Il trionfo dell’onore, ovvero il dissoluto pentito, ma tra pentito e punito ce ne passa e il paragone è perlomeno azzardato. Riccardo, lo sciupafemmine protagonista, non sprofonderà negli inferi come Don Giovanni bensì, pentito, chiederà perdono a Leonora promettendole di sposarla. In quest’opera di Alessandro Scarlatti nessuna eco di dramma, solo incontri segreti e furie amorose, gemiti, bisticci e svenimenti, fughe e duello finale che scioglierà le tresche e riporterà le coppie originali alla ragione.
Tutto all’acqua di rose. Questa spassosa opera vide la luce al Teatro dei Fiorentini a Napoli, il 26 novembre del 1718 e venne a lungo dimenticata, solo nel 1937 venne ripresa in Inghilterra e successivamente da direttori importanti, specialisti barocchi e non solo, quali Carlo Maria Giulini. La regia della messinscena veneziana è affidata saggiamente a Stefano Vizioli, che dichiara di aver «spalmato su un linguaggio scenografico bidimensionale “antico” - quinte, scene, fondali – il mondo creativo del pop artist Ugo Nespolo che è anche l’ideatore dei costumi realizzati da Carlos Tieppo […] vedremo un mondo molto colorato, perché, nonostante il titolo sia un po’ pomposo, questa è un’opera con una forte componente comica ». Del team creativo fa parte anche il Light designer Nevio Cavina e ne esce un risultato vivace, originale e spiritoso, perfettamente in linea coi contenuti dell’opera. La compagnia di canto è risultata d’alta scuola per qualità vocale e presenza scenica.
Il soprano Giulia Bolcato ha cantato nel ruolo di Riccardo Albenori; Rosa Bove, mezzosoprano, in quello di Leonora Dorini; appena sottotono rispetto agli altri interpreti il controtenore Raffaele Pe è stato Erminio Dorini; Francesca Lombardi Mazzulli, soprano, Doralice Rossetti; il tenore Dave Monaco ha interpretato Flaminio Castravacca; Luca Cervoni, tenore, Cornelia Buffacci; il mezzosoprano Giuseppina Bridelli, Rosina Caruccia e il basso baritono Tommaso Barea, il capitano Rodimarte Bombarda. Il direttore Enrico Onofri ci ha restituito l’opera nella revisione del manoscritto originale a cura di Aaron Carpenè che ha ripristinato passaggi che sono dei veri e propri gioielli con un esito interpretativo ricco di colori. Sotto la sua bacchetta l’Orchestra del Teatro La Fenice ha dato prova di grande spessore. Una menzione particolare ai fantasiosi maestri impegnati al basso continuo: Cristiano Gaudio e Alberto Gaspardo, al cembalo e Giacomo Cardelli al violoncello. Successo per tutti testimoniato da entusiastici applausi.
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