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Venezia – Al Teatro La Fenice l’abbraccio musicale di Mario Brunello

Un artista tra i più affascinanti, completi e ricercati della sua generazione nella doppia veste di direttore dell’orchestra del Teatro e solista

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Un concerto molto simbolico, significativo e al tempo stesso toccante quello cui abbiamo assistito nella sala grande del Teatro la Fenice il 21 gennaio, la giornata mondiale dell’abbraccio. In programma la celeberrima Sinfonia n.40 in sol minore KV 550 di Wolfgang Amadeus Mozart e il meno noto The protecting Veil del compositore anglosassone John Tavener.

Nella Sinfonia di Mozart Mario Brunello ha individuato la metafora dell’abbraccio nel contrappunto a due voci riconoscibile nei due gruppi di strumenti che si inseguono e dialogano col fine di arrivare ad un’unione, al raggiungersi in qualcosa d’insieme. La direzione di Brunello si è rivelata meno mozartiana delle attese, ma molto attenta e precisa nelle dinamiche, nelle agogiche e nel mettere in risalto tutti gli strumenti dell’orchestra e in particolare i corni.

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Nella seconda parte del concerto, abbracciato il suo prezioso Maggini, un violoncello dei primi del Seicento, Brunello ha eseguito, affiancato dagli archi dell’orchestra del Teatro, il brano di Tavener. In questa suggestiva pagina di musica del Novecento l’abbraccio non solo si può sentire, ma anche vedere come spiega l’autore che compose questa musica come una grande icona sonora in cui l’orchestra rappresenta la parte lignea dell’icona, lo sfondo dorato sul quale vengono descritti i personaggi -gli angeli, i santi- dai gruppi di strumenti, e sul quale il violoncello, che non smette mai di suonare per quaranta minuti, interpreta il pennello che racconta le festività dedicate alla madonna nel rito ortodosso a partire da un miracolo secondo cui -si dice- la Vergine sia apparsa abbracciando i cristiani col suo velo al fine di proteggerli dall’invasione turca. La composizione si sviluppa in otto sezioni che si susseguono senza interruzione e si basa sull’uso degli otto toni bizantini.

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L’orchestra del Teatro col consueto ottimo livello di qualità e Brunello hanno donato una grande lezione di spiritualità, mistica e umanità con varietà e ricchezza di accenti. L’assolo di violoncello del lamento della Madonna ai piedi della croce, la quinta parte, ha delineato scelte espressive particolarmente adatte a comunicare un sentimento intimistico e dolente .

Orchestra entusiasta, applausi calorosi, ripetute chiamate ad esprimere abbracci riconoscenti che purtroppo in epoca di pandemia è impossibile scambiare.

Marina Bontempelli

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