Vatileaks: dopo i pani ed i pesci si moltiplicano anche i corvi
In principio fu il Vaticanista Ansaldo sul quotidiano La Repubblica ad avere il coraggio o meglio la sfrontatezza di affermare come Gabriele, il maggiordomo trasformatosi in corvo del Papa, non avesse agito da solo e sul caso Vatileaks indicava 3 complici:
«E dopo il maggiordomo del Papa venne la governante tedesca, la donna capace di capire la scrittura minuta e articolata delle carte di Benedetto XVI. E dopo la governante l'ex segretario personale di Joseph Ratzinger, tedesco pure lui, oggi vescovo addirittura, sacerdote che l'aveva servito per 19 anni prima di lasciare l'incarico all'aiutante attuale, padre Georg Gaenswein. E infine il cardinale italiano che aiutava il Pontefice a redigere i discorsi, l'ex vice Camerlengo, Sua Eminenza Paolo Sardi»
Un articolo che fece indignare e adirare non poco il Vaticano che, suggerì a Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, una smentita secca, decisa. Insomma quasi una sorta di “alert” perché con il Vaticano non si scherza.
Una sorta di istruzioni su come utilizzare e manipolare le notizie del caso che, proprio per la poca cura e mancata riservatezza di alcuni documenti, doveva e deve essere il “caso-esempio” per tutti.
Per chi stava dentro e chi era fuori.
Poi, dopo l’arresto del maggiordomo il 23 maggio scorso, arrivarono i suoi arresti domiciliari il 21 luglio in attesa della chiusura dell’istruttoria, ed è di ieri il rinvio a giudizio per il maggiordomo del Papa Paolo Gabriele e per l'informatico Claudio Sciarpelletti.
Il primo miracolo è avvenuto dunque ieri 13 agosto.
Si perché dell’arresto per favoreggiamento di Claudio Sciarpelletti, analista programmatore della Segreteria di Stato avvenuto lo scorso 25 maggio e rimesso in libertà il giorno dopo, non se ne sapeva nulla.
Oggi è M. Antonietta Calabrò a svelare per prima tra le pagine del Corriere come le indagini proseguono con la moltiplicazione dei possibili i complici. Né pani, dunque, né pesci.
Ma si è passati a venticinque persone e la Calabrò, giustamente si chiede: "Tra le venticinque lettere dell'alfabeto inglese - dalla A alla Y - che proteggono l'identità di alcune persone ascoltate nell'ambito dell'istruttoria su Vatileaks, c'è anche il nome di qualche possibile complice di Paolo Gabriele?".
Tredici di queste venticinque, tutte protette mantenendo l'identità segreta, sono state interrogate come testimoni durante l'indagine ed indicate, con delle lettere maiuscole (dalla A alla O).
A prescindere da quanti potrebbero effettivamente diventare gli “aiutanti” del corvo (o sono già divenuti), perché Padre Lombardi aveva dichiarato con tanta fermezza l’esclusività del reato di Gabriele?
In merito lo stesso Padre professa: "Da parte del Papa c'è la piena volontà di trasparenza".
Forse, alla base, bisognerebbe rivedere proprio quel concetto: trasparenza.
C’è tempo per pensare alle strategie di comunicazione, di difesa, di attacco almeno fino al 20 settembre data dopo la quale verrà fissato il processo.
Di Folletto
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