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Vasco addio! E’ arrivata la depressione...

Vasco Rossi, all’uscita dall’ospedale, pallido, pienotto, con lo sguardo un po’ smarrito, somigliante più ad un impiegato del Catasto che ad una rock-star, dichiara “sono nella depressione, vivo grazie ai medici e alle pillole”.

Prima riflessione: se fosse stato un normale cittadino di 60 anni non avrebbe avuto grande aiuto dai medici e, con certe pensioni, nemmeno le medicine.

E’ giusto riflettere anche sulle cause della depressione, che non è un virus che ti prendi per caso, ma una malattia della mente che ti prendi più facilmente in quella età in cui fisico e mente cominciano a decadere, e decadono più velocemente se hai esagerato in alcol e droghe, se sai che la tua carriera è finita e non sarai più punto di riferimento, né come individuo nei rapporti interpersonali, né come rocchettaro.

Sono sicuro che nella sua psicologia del profondo vi sia qualche rimorso per i suoi messaggi distruttivi, di darsi ad una vita esagerata, piena di guai e senza dormire, che ha influenzato generazioni di giovani, di cui molti hanno perso la vita, ubriachi e drogati, spiaccicati sull’asfalto delle strade del sabato sera.

Il grande poeta, il mito dei giovani, ha continuato a cercare di interpretare le vibrazioni del mondo giovanile in modo puramente commerciale, non essendo egli più giovane, ma parte di un meccanismo fabbrica-soldi che spacciava un prodotto ormai fasullo.

L’autenticità che nei primi anni di carriera aveva caratterizzato il suo personaggio e conquistato largo successo, da molto tempo non esisteva più, la molla erano ormai solo i soldi e il ruolo di personaggio. Ma un creativo vero di queste cose si rende conto, gli pesano sull’anima, e quando ci si mette anche l’età e la decadenza fisica, ecco la depressione in agguato, tanto più forte quanto più hai avuto applausi e notorietà.

Vedendo i comportamenti del mondo giovanile che si diverte solo se si procura sballi alcolici o di sostanze stupefacenti, e incomincia presto a bruciarsi il cervello e le visceri, una certa tracciabilità delle suggestioni musicali di Vasco Rossi si riconosce, e pesano nelle convinzioni di molti, la cui cultura si è formata attraverso i concerti, le discoteche, gli stadi di calcio, nel vuoto assoluto di punti di riferimento decenti.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.175) 25 agosto 2011 15:50

    Sorvoliamo sulle dichiarazioni mendaci, inserite tra virgolette, su insulti e calunnie sicuramente passibili di querela. Si delinea profonda ignoranza, ottusità e, nota di greve tristezza per l’autorucolo in questione, una totale assenza di fantasia in questi concetti espressi nell’italiano più misero.

    Persone come queste rappresentano il più grande pericolo per il genere umano.

    Insensibili, insoddisfatti e visceralmente rabbiosi, impossessati da un miscuglio di arroganza e ignoranza tale da portarli a sentenziare con leggerezza, e in maniera errata e preoccupante, su temi delicati come depressione, droga e quant’altro. Veronica Parodi

  • Di (---.---.---.183) 25 agosto 2011 16:58

    Sei veramente un bravissimo giornalista.

    Sei davvero un bravissimo scrittore.

    Sei davvero un ottimo giudice.
     

    Cosa non si fa per 30 euro.....!!??

    Si scrive questo ed altro, vero?

    Venderesti anche tua madre, pur di far notizia, non è vero?

    Sei l’essenza dell’ipocrisia.

    Sei un codardo che allinea parole offensive per il gusto di far del male..
    Con questo articolo cosa hai voluto dimostrare?
    Di essere un uomo migliore di molti italiani?
    Di essere un giornalista controcorrente?
    Di essere un fautore del bene e del pudore?

    Sparare giudizi su Vasco Rossi, sui suoi fan, sul suo stile, sulla sua vita ti hanno aiutato a sentirti un uomo migliore?
    Ti auguro con tutto il cuore di stare sempre bene, e che le persone a te care non ascoltino Vasco Rossi.
    Probabilmente, loro, come te, non se lo meriterebbero.

    Ma se l’hai fatto solo per lavoro, caro Degregorio, se vuoi 30 euro , te li do io...

    Ma fammi, fatti, facci un favore.

    CAMBIA MESTIERE.

    P.s. Ricorda che c’è gente che legge le tue stronzate, sul web, nel mondo. Quindi ccercare di filtrare i tuoi concetti prima di pubblicarli.

    Con sincero ribrezzo,
    Mattia YO Pinazzi

  • Di illupodeicieli (---.---.---.92) 25 agosto 2011 19:45

    Forse Vasco sta male da quando è morto un musicista del suo gruppo: almeno io sapevo che da quel fatto era rimasto molto scosso. Credo possa succedere a tutti noi di "non restare scossi subito" ma di avere ferite che col tempo si "aprono o riaprono". Chi non si è mai interrogato con le classiche parole "avrei forse potuto fare di più oppure se ci fossi stato forse..."? Secondo me si riprenderà. Per il resto è possibile che Vasco possa cambiare opinione, ricredersi su alcuni aspetti della vita: è un essere umano e quindi,come noi ,e ha diritto a esprimere la sua e noi la nostra.

  • Di (---.---.---.43) 25 agosto 2011 21:26

    Era dal tempo del inquisizione che non si sentivano parlare questi bigotti puritani conservatori, come si può parlare in questo modo di una persona come Vasco che è stato il mito di 4 generazioni oserei dire un sociologo in grado di parlare alle masse giovanili con le sue canzoni ,molte delle quali delle vere e proprie poesie, vedi alba chiara, canzone, sally, e così via.Mi sorprendo come si possa infangare una persona con queste parole banali, scontate,patetiche e strapiene di ipocrisia, tu saresti capace, se potessi di bruciare tutta la discografia dei rolling stones, dei beatles dei doors di jimmy hendrix , e farci andare tutti in oratorio a farci ascoltare orietta berti, per fortuna non è così.

    Prima di terminare questo commento volevo dire che non sono un fans di Vasco Rossi ma di fronte a questo articolo così scontato e ipocrita non ho saputo fare almeno di rispondere.
    Ciao a tutti.


  • Di (---.---.---.245) 27 agosto 2011 00:05

    Non volevo commentare nulla, ma visto quanto hanno scritto prima di me i benpensanti della modernità e dell’allineamento a quello che fanno e sentono tutti, cioè alla mediocrità, condita con parecchia intolleranza, (oggi è rivoluzionario chi dice cose normali come quelle dette in questo articolo), l’aggressività con cui si sono espressi che evidentemente denuncia una colossale coda di paglia, ecco dico: OTTIMO ARTICOLO, semplice, essenziale, di buon senso, ragionamenti lineari, che oggi non si possono più fare, perchè la normalità è diventata l’estremo, l’aberrante, lo strano, fare sempre ciò che dà quell’apparenza di conformismo ribelle che fa accettare questi individui del gregge dalle altre pecore e da se stessi, quel vuoto di valori e di contenuti che ci sta portando all’estinzione.
    Ancora complimenti all’autore per questo bellissimo articolo.
    http://zarcoweb.blogspot.com/

  • Di Sandro kensan (---.---.---.62) 28 agosto 2011 11:05
    Sandro kensan

    Non ho letto l’artico, d’altronde con un titolo del genere mi immaginavo di leggere robaccia. Mi sono quindi fiondato nei commenti che spesso sono meglio degli articoli, e ho fatto centro.

    Immagino il giornalista abbia fatto le pulci a quanto poco bravo è ad affrontare la vita il signor Vasco mentre lui, il giornalista o il blogger, è un asso ad affrontare pure la morte.

    P.S. anch’io non sono un fan di Vasco che considero un po’ infantile ma comunque un riferimento per molti adolescenti.

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