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Una scomoda verità

Di Pietro è davvero l’unico oggi ad avere a cuore la Costituzione? Perchè anche i partiti originariamente preposti, che ne portano ancora la traccia nel nome, hanno abbandonato gli ideali di Stato e Giustizia mischiandosi ad affaristi di dubbia provenienza? Perchè in Italia un solo partito chiede quello che non chiede il Parlamento Italiano, di non avere cioè condanne penali per la candidatura? Dite la vostra.
Sappiamo tutti che tra i vari attacchi rivolti spesso a Di Pietro, quello più comune è quello di essere un “giustizialista” ed un “manettaro”. D’altronde niente di più facile, in un paese che asseconda di continuo e sotto vari aspetti la logica mafiosa, che cercare alibi per mettere alla pubblica gogna un uomo che ha dedicato la vita a combattere questa ed altre logiche sovversive ed illegali. Prima in mezzo alla strada, da poliziotto e da commissario. Rischiando cioè la pelle in nome di un’idea, anzi, di più idee e di pochi spiccioli per campare. Poi, con una toga pesante sulle spalle. La toga di uno, che dopo averla indossata l’ha utilizzata per mettere le mani sui rapporti tra mafia e potere, cioè tra mafia e politica ma anche tra mafiosi e politici…tra le “cose loro”. Una delle cose più pericolose da fare, in Italia. Di questo ce ne rendiamo conto tutti, spero, indipendentemente da questioni di appartenenza politica. Io stesso non sono iscritto a nessun partito né ricopro ruoli politici, anche se, quando una campagna promossa da un partito mi piace, la sostengo anche attivamente. Quella toga però è stata appesa al chiodo, come non si usa più, dall’uomo e dal pm che diventava politico, congedandosi così da ruoli imparziali ed apolitici.

Molti italiani che giudicano superficialmente, a mio modo di vedere, la storia personale, professionale e politica di Di Pietro, anche la sua figura umana, dimenticano di considerare che se c’è stata Tangentopoli è perché qualcuno l’ha scoperta e l’ha fatta saltare. Come afferma lui stesso, è probabile che se molti in Italia ne hanno orrore è perchè la metà delle persone che ha arrestato quando non era un uomo politico, stanno ancora finendo di scontare la loro pena. E, aggiungo io, perché l’altra metà sta già fuori o magari già dentro. Al Parlamento però. A chi lo accusa di essere di sinistra o di parzialità e di opportunismo e non di avere semplicemente a cuore Giustizia, Stato e Costituzione, andrebbe ricordato che Di Pietro difese questi valori anche nel governo Prodi, tirandosi addosso l’epiteto di guardia rossa da un lato e l’ira dei comunisti per non aver voluto votare l’indulto. Perché la Giustizia, quella con la G maiuscola, è uguale per tutti e non conosce colore politico. Non perché Di Pietro è di sinistra o di destra, comunista o guardia a seconda delle fonti. In pochi sanno che il suo movimento politico è l’unico partito a pretendere certificato penale e casellario giudiziario per procedere alla candidatura di qualcuno; non devono risultare condanne definitive, secondo i migliori principi di garantismo.


Molti scambiano, più o meno in buona fede, la sua conoscenza della legge e delle leggi, la sua cultura giuridica in senso sia stretto che lato, la sua capacità di giustificare le affermazioni che fa citando l’articolo della legge corrispondente, la sua naturale tendenza ad una società regolamentata da leggi uguali per tutti intesa come l’unica possibile e vivibile, per giustizialismo. Molti altri si scagliano contro di lui perché spesso la sua politica va oltre “certi giochino” che invece piacciono tanto ai politici italiani. Io non so fino a che punto la gente faccia sul serio ma la cosa mi sembra abbastanza grave soprattutto perché potrebbe essere la punta di un iceberg. Solo un sintomo di una società dove ormai è normale che le leggi siano considerate impicci, da evitare come dardi infuocati, anziché possibilità di sopravvivenza. Una società indifferente persino a sé stessa e alla propria sopravvivenza come tale, che attenta a sé stessa. Una società pervasa da tempo dal nichilismo di cui parla il filosofo Galimberti nel suo ultimo libro, definendolo “l’ospite inquietante”. “E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo,si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui.”

Ma, come risponderebbe Martin Heidegger, “Il nichilismo. Non serve a niente metterlo alla porta, perché ovunque, già da tempo e in modo invisibile, esso si aggira per la casa. Ciò che occorre è accorgersi di quest’ospite e guardarlo bene in faccia.”.

Commenti all'articolo

  • Di Godot_74 (---.---.---.22) 17 novembre 2008 15:47

    Un commento solo per dire che IDV non è l’unica forza politica italiana a muoversi su questi binari di legalità ed applicazione della costituzione.

    Per il Bene Comune è una lista civica nazionale nata con questi presupposti, presenti nel manifesto etico e nello statuto dello stesso. Per regolamento interno i candidati DEVONO necessariamente essere puliti in maiera dimostrabile.

    http://www.perilbenecomune.net

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