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Una nuova generazione di politici cattolici

Una nuova generazione di politici cattolici

Dopo il cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, anche il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, esprime il suo “sogno” di una nuova generazione di politici cattolici.
 
Il primo lo aveva fatto qualche settimana orsono all’ultimo Consiglio della C.E.I., sostenendo che «servono italiani e credenti che avvertono la responsabilità davanti a Dio come decisiva per l’agire politico».
 
Il secondo, invece, lo ha fatto a Riccione ad una recente riunione dell’associazione Rete Italia, commentando il codice di Camaldoli, frutto della riflessione del gruppo di cattolici riuniti nel 1943 proprio a Camaldoli (fra di loro anche il futuro Papa Montini), a richiamare l’Italia del dopoguerra al senso etico dell’economia, della politica, all’importanza attribuita a famiglia e scuola. Il cardinale Bertone ha riaffermato la supremazia dell’etica, unica e non separata in “etica pubblica” ed “etica privata”, contro il machiavellismo dell’astuzia e dell’utilitarismo; per evitare che, come ha detto don Luigi Sturzo, «la politica diventi mezzo di arricchimento e l’economia arrivi al furto ed alla truffa». E si è lamentato che «i giovani siano sempre più lontani dall’impegno concreto nel sociale e nella storia, stretti fra utopia ed atarassia e chiamati, invece, ad essere partecipi delle cose future già a partire da quelle presenti».
 
Dunque, dopo il lungo rinchiudersi nella spiritualità del clero italiano in seguito alla fine della guerra fredda ed in seguito, soprattutto, alla fine del comunismo conseguentemente alla caduta del “muro di Berlino”, forse causa principale del disfacimento della Democrazia Cristiana, i cattolici sentono il bisogno di riaffacciarsi sulla scena politica; spinti a ciò anche da Benedetto XVI e dalle linee guida dell’enciclica Caritas in veritate.
 
Forse è ancora troppo presto per fare i conti con quel periodo di grandi tensioni internazionali, che videro la Chiesa di Roma alquanto preoccupata della sua stessa esistenza; e, perché no, distratta dalla tutela del suo ancor oggi persistente dominio temporale nel minuscolo Stato del Vaticano. Ma se questa “nuova generazione di politici cattolici” deve essere diversa da quella precedente democristiana, forse fare i conti con il passato non è solo auspicabile, ma è addirittura fondamentale. Perché non tutta la classe politica cattolica di quel tempo, quella democristiana, seppe sempre seguire l’insegnamento di don Sturzo, finendo sovente per utilizzare la politica per il proprio personale arricchimento; e, al Sud, scendendo a patti anche con la mafia (nomi come Ciancimino e Lima sono lì a ricordarcelo), diventando addirittura essa stessa mafia.
 
L’augurio è che questa nuova generazione di politici cattolici, auspicata dai cardinali Bagnasco e Bertone, possa essere veramente nuova e diversa.

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