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Una "chiacchierata sociale” sulla donazione degli organi

Tra i tanti temi di rilevanza sociale da poter affrontare, probabilmente quello sulla perdita di una persona cara è il più difficile e ostico per tutti, a tutte le età.

Tuttavia se ciò viene collegato al concetto della donazione degli organi e alla possibilità di poter salvare o migliorare la vita di tante altre persone, la prospettiva del discorso cambia. Pensare infatti che dietro ad un concetto triste e doloroso come la morte ci sia la speranza e la gioia di poter spesso regalare una seconda possibilità, ci fa vedere le cose sotto una luce diversa.

Ma com’è possibile far convivere emozioni così antitetiche e contrastanti? Parlando, informando, conoscendo i benefici che possono celarsi dietro ad un dono.

Ed è proprio questo che si sono riproposte di fare le persone che, lo scorso week end, si sono riunite presso il Circolo Nautico Posillipo di Napoli dove, grazie all’ospitalità dell’oggi ex Presidente Giovanni di Girolamo, diversi esperti della sanità partenopea ma anche semplici cittadini hanno potuto partecipare ad una “chiacchierata sociale” incentrata sulla donazione degli organi. Hanno moderato l’incontro il dott. G.F. Ferrazzano e la dott.ssa F.Rubba, entrambi medici dell’AOU Federico II di Napoli.

L’incontro ha visto l’intervento del direttore generale dell’ASL Na 1 centro dott.Ernesto Esposito vicino a questa tematica poco affrontata in Campania, una delle regioni italiane con il più alto tasso di donatori.

Tra testimonianze di chi ce l’ha fatta a sopravvivere grazie ad un trapianto e chi ha preferito rinunciare ad un cuore per salvare la vita di un ragazzino, la discussione ha visto altri celebri interventi tra cui quello del prof. Sergio Sciarelli Professore Emerito di economia e gestione delle imprese presso l’università di Napoli Federico II, oggi attivamente impegnato nel sociale con l’organizzazione di ambulatori che mettono a disposizione dei cittadini prestazioni di esperti a titolo completamente gratuito. Sciarelli ha voluto inoltre porre l’accento su quelli che , a suo avviso, sono i presupposti dell’assistenza sociale: solidarietà e organizzazione, due concetti direttamente proporzionali tra loro che uniscono la volontà degli esperti di mettere a disposizione il proprio tempo e la propria esperienza e la capacità organizzativa che mette in pratica ciò che altrimenti resterebbe solo mera teoria.

La parola è passata poi alla dott.ssa Elena Giancotti, coordinatrice aziendale dell’area trapianti dell’ASL Na1 Centro, che ha spiegato come un principio così importante come quello della donazione, funziona solo se si costruisce una rete tra ospedali, distretti e territorio garantendo a tutti una corretta informazione che aiuti a superare remore e preoccupazioni spesso infondate. Una fra tutte gli scandali legati al traffico di organi, argomento sempre attuale anche se meno diffuso nel nostro paese rispetto ad altre realtà come quella americana. A tal proposito, l’intervento della dott.ssa G. Mancini ha posto l’accento sulle convergenze tra i modelli organizzativi del sistema Trapianti in USA e in Italia, sottolineando come oltre oceano, seppur l’assistenza sanitaria non sia garantita a tutti come in Italia, nel campo della donazione degli organi siano molto attivi consentendo anche al donatore di scegliere il proprio ricevente.

In ultimo l’intervento della prof.ssa Maria Triassi, ha mostrato il caso operativo di uno dei centri trapianti presente a Napoli presso l’AOU Federico II. La dott.ssa ha inoltre specificato che molto spesso nelle città soprattutto meridionali si celano dei veri e propri professionisti del settore che non trovano appoggio e disponibilità per poter esercitare al meglio il proprio lavoro e per questo sono costretti ad “emigrare” al Nord o addirittura fuori Italia.

A concludere l’incontro è stato l’intervento del Prof. Don Antonio Scarpato sulla religione del dono. La religione spesso rappresenta uno degli elementi che più di tutti crea delle remore alla donazione ed utile che venga sfatato ogni dubbio anche a questo proposito.

Essere favorevole alla donazione di organi e tessuti in vita o dopo la propria morte non è solo un gesto di solidarietà, ognuno di noi potrebbe averne bisogno in futuro.

 

 

 

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