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Un uomo che non ha volontà di vangare un campo, non vale la metà del cibo che ingurgita



Corrida # 31

L’unico racconto pubblicato a puntate sulla rete che è un po’ come la vita: si sa quando e come inizia, ma non si sa mai bene dove vada a finire.

per chi avesse perso il filo, la puntata precedente

 .31

Non si possono descrivere certe sensazioni. Non ci sono sufficienti parole a descrivere alcuni stati d’animo, non ci sono parole che possano capire le lacrime, le smorfie, il vuoto nel cuore, nello stomaco e nel cervello.

Amalia era morta.

Il solo tentativo di realizzare la sua morte era vano, futile, non riuscivo a staccare la mente dal suo ricordo più forte e vivido, non riuscivo a carezzare con la mente i suoi occhi tenui e profondi.
Ramon prese una coperta, e quasi sollevato dall’avermi raccontato finalmente l’accaduto, mi strinse forte e mi lasciò slo davanti al fuoco che lentamente si stava consumando.

Non so per quanto ho pianto, non ho idea di quanto sia durata quell’immensità.
Non credo di aver dormito, nemmeno, mi ricordo di aver osservato cercando di svuotare la testa, ogni singolo carbone che si smembrva lentamente, reclamando vita begli angoli rossi di brace, decantando inverno man mano che il freddo lo copriva.
Poi osservai il sumo salire, denso, senza che alcun vento venisse ad intaccare la colonna di fumo, ritta a sostenere i pilastri, pronta a sgretolarsi con il solo alito umano.


Non mangiai, la mattina, salutai Ramon appena lo vidi apparire come silohuette stagliata contro la cucina, e gli lasciai poche parole. Gli dissi semplicemente che lo capivo. E che sarei andato io.
Ramon non poteva lasciare i campi incolti, ma soprattutto non poteva permettere di lasciare che Felipe tornasse e non trovasse nessuno ad accoglierlo. Era nella sua idea lo stare lì, ad aspettarlo, se andava via, ma sempre pronto con buoni ortaggi e buon vino.
Ognuno ha il suo modo di dedicarsi alla tristezza, ognuno ha il suo modo di dedicarsi alla speranza.

Io, semplicemente, feci di necessità virtù, come un vecchio adagio dice. Non potevo rimanere fermo, scalpitavo e avevo bisogno di una meta, da tenere presente per dare a quel sonoro eco di vuoto della mia testa un obiettivo, un qualcosa da pronunciare, una farse che scacciasse il dolore.
Un balsamo per le mie ferite.

Così decisi di andare in cerca di Felipe.
Decisi, anzi, che lo avrei trovato, e che lo avrei portato indietro.

Ramon mi strinse nuovamente al suo corpo grosso e turgido, maleodorante di sudore e di un clima troppo caldo, mi baciò sulla fronte e mi diede una pacca sulla spalla.
"Prenderai il mio cavallo, Pepito" disse. "E’ un fannullone, è giusto buono per arare i campi, ma con quello sarai in men che non si dica sulle tracce di Felipe, sperando, che lui stesso stia tornando indietro. "
"E tu..."
"Non ti devi preoccupare per me. Arerò il campo con la mi schiena e con la mia forza. Un uomo che non abbia abbastanza volontà per arare e vangare un campo non vale nemmeno la metà della quantità di cibo che riesce a ingurgitare. Vai. E torna presto."

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