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Un sabato al Circo Massimo

Sabato 25 ottobre è stato il giorno di Walter, della sua rivincita nei confronti di chi - all’interno e all’esterno del Pd - lo osteggiava. Di chi diceva che sarebbe finita presto la sua carriera di leader di un opposizione mai decollata. La rivincita nei confronti anche di chi lo dava già per sconfitto, di chi riponeva l’opposizione nelle mani di D’Alema sconfessando, di fatto, il segretario votato alle primarie a suffragio universale. È stato il giorno della coalizione Veltroni e la sua gente. Ma è stato anche il giorno del taglio all’interno del partito. Si è visto chiaramente sul palco: Veltroni lì davanti, solo col suo popolo, dietro, parecchio dietro, tutti gli altri, da D’Alema a Fassino, da Fioroni a Rutelli a Bersani. C’erano tutti però, gli "amici" come i "nemici".

Il leader del Pd ha aperto il comizio finale del Circo Massimo con un chiaro slogan: «l’Italia è un paese migliore della destra che lo governa.» L’ha ripetuto cinque volte, come ha ripetuto tante volte «quella di oggi è la prima grande manifestazione del riformismo italiano. Siamo due milioni e mezzo di persone.»

Poi inizia il suo "Salvare l’Italia". Parole dure contro il capo del Governo "inadeguato", contro la Lega razzista, contro la Ministra Gelmini e i tagli alla scuola, contro il taglio dell’Ici e un fisco che reputa "opprimente". Ma andiamo per ordine. Veltroni parte a mani basse contro Berlusconi, anzi l’inadeguato Berlusconi: «a chi gli chiedeva se è antifascista, ha risposto con fastidio che non ha tempo da perdere» e continuando con i paragoni dice che «Sarkozy non avrebbe risposto così, come non avrebbero risposto così nemmeno Obama e McCain». Le parole del premier sulla scuola Veltroni non le ha mandate giù: «mandare la polizia nelle scuole è qualcosa di abnorme, ma è un bene che abbia ’cambiato idea’».

Cita Famiglia Cristiana per criticare le proposte della Lega - «la prima mozione razziale del Parlamento» - sulle classi per immigrati. Ritorna sull’economia e la crisi finanziaria: «il Governo Berlusconi è totalmente inadeguato a fronteggiare la crisi», «le tasse aumentano nonostante le promesse di tagli e 15 milioni di persone vivono in grande difficioltà anche per colpa del taglio dell’Ici finanziato con i Fondi per le Famiglie».

Finisce con i soldi: «I giovani lavorano per 4 euro l’ora, gli affitti aumentano a rotta di collo e le imprese devono fare i conti con un ’fisco opprimente’».

Partono le proposte.
Salari: «Spendere meno e spendere meglio. Chiediamo di ridurre le tasse sulla tredicesima».
Banche: «Devono restare autonome e fuori dal controllo politico.»
Istruzione: «Autonomia e merito per la scuola e per le università, ma senza ’riformette’, piuttosto fare come Sarkozy: destinare il 50 per cento in più di risorse alla formazione». E conclude che «quando noi governeremo, lo faremo. Perché un’altra Italia è possibile. La faremo insieme».

Questa la sintesi della giornata di sabato scorso, adesso cerchiamo di analizzare le parole di Walter e vediamo se si riesce a creare una discussione costruttiva.

Il Circo Massimo è da sempre la zona capitolina adibita ai festeggiamenti (vittoria ai mondiali, scudetti laziali, romanisti etc.), in quella parte di Roma è automatico usare il grande circo antico per gioire di qualsiasi cosa, quindi, perché non doveva usarlo anche Veltroni per la sua manifestazione contro il governo? Sta di fatto che nel suo comizio di chiusura ha più volte detto “siamo in due milioni e mezzo oggi, perché l’Italia è un paese migliore della destra che lo sta governando“. Bene, anzi benissimo: l’Italia è un paese migliore della destra che lo sta governando, non abbiamo dubbi. Ma vorrei ricordare a Walter che il Circo di Roma contiene, al massimo, un milione di persone tutti assiepati come sardine (festa mondiali: do you remember?), e se davvero Lui ne ha contati due-milioni-e-mezzo avrà forse contato male.

Oppure sarà vero ciò che scrive qualche brutto giornale di governo: erano un milione… sotto… e un milione e mezzo sopra.

Critica duramente Berlusconi sull’antifascismo. Giustissimo con i tempi che corrono, ma non è fondamentale capire cosa voglia davvero fare il Governo sull’immigrazione? Ad oggi non si è ancora espresso completamente sulla linea da seguire: fuori tutti gli stranieri, o solo gli irregolari? Fare classi miste come giusto che sia, o dividere in base alle etnie? Creare una discordanza con le mozioni europee o andare per conto nostro? E se così fosse, come dovremmo comportarci con l’Europa multietnica? Tornare indietro di trent’anni o evolverci in base ai tempi?


Sono queste le domande che si dovrebbe porre Veltroni, non seguire la corrente dell’"abbasso il fascismo" ad ogni costo. Proposte serie non se ne sentono. Dare il voto agli stranieri è l’unica proposta "credibile" fatta finora, ma se si esclude che probabilmente è stato un contentino alla sinistra radicale, tanto seria alla fine non sembra. Ma con tutto ciò rimanere in attesa di ulteriori sviluppi sulla "partica immigrati" di Walter è il minimo. Ma che si muova, il Governo intanto va avanti per la sua strada.

Ha chiesto di detassare la tredicesima: ma se contribuisce a far aumentare i generi di prima necessità, cosa ce ne facciamo della tredicesima piena? Allora meglio tassarla e rimanere con i costi - già fin troppo alti - che ci sobbarchiamo sulle spalle tutti i giorni. E cosa significa "spendere meno e spendere meglio" se abbiamo un Brunetta che non sa dire altro! e le banche? Normale che debbano restare autonome, ma si è scordato, il nostro Walter, che non tanto tempo fa c’è stato un certo "caso Unipol" che toccava la sinistra molto da vicino? Oppure ritorna col discorsetto del Pd che "non è sinistra ma un partito moderato"? Il Governo è inadeguato a fronteggiare la crisi. E voi? Lui cosa avrebbe fatto al suo posto.

L’unica cosa che francamente non riesco ancora a capire è come ha intenzione di comportarsi il Governo in caso di fallimento di una banca. Berlusconi dice che garantirà il credito della gente. Come ha intenzione di agire? E sino a che cifra sarà disposto a garantire? Se tra i clienti c’è un’altra banca, il Governo garantirà anche loro o solamente l’operaio che si è fidato accreditando la paga? Se la mia banca fallisse, quanto tempo dovrò aspettare per riavere i miei soldi, riuscirò a tirare avanti o dovrò fare un mutuo per campare? E se investo oggi nelle società che il premier ha consigliato (Eni, Enel etc.) cosa mi succede se la crisi peggiora e ci perdo anche con loro? Il Governo garantisce anche per questo? Domande che dovrebbe fare un opposizione costruttiva e che contribuisce alla costruzione di idee reali per la gente.

La scuola è il punto dolente di tutta la situazione politica odierna. Il decreto Gelmini - o decreto Tremonti come giusto chiamarlo - taglia quasi nove miliardi all’istruzione: otto miliardi vanno eliminati per la migliore scuola media europea, e poco più di uno e mezzo per le università. Che sia giusto tagliare i ponti alle baronie universitarie è assolutamente scontato, ma se il taglio diventa una mannaia che recide anche le facoltà dove si fa ricerca, allora a quel punto i tagli sono solamente riduzione dei costi senza pensare al futuro. Quello che andrebbe fatto per le università oggi è una sistematica verifica sulla qualità della stessa, presa facoltà per facoltà e verificare quali siano quelle degne di sovvenzioni e quali invece meritano una drastica riduzione dei fondi statali. Assolutamente esatte le stime del governo sugli studenti in alcune facoltà (tanto per intenderci quelle con specializzazioni assurde e ripetitive) dove gli iscritti sono a malapena cinque o sei per corso. Ecco, queste andrebbero eliminate e reintegrate con altre. Ma dare un taglio orizzontale alla scuola è sbagliato e rinnega il nostro diritto all’istruzione. Veltroni si batta su questo e vedrà che il consenso aumenterà.

A proposito di consensi, sul Corriere di domenica un sondaggio di Mannheimer sosteneva che la popolarità di Berlusconi è in calo: dal 60 per cento di settembre il Governo è calato al 42 per cento di oggi. Ma non è la sinistra a gioire: oggi l’opposizione detiene il 16 per cento dei consensi. Aveva il 46 per cento a giugno, il 24 a luglio e il 20 a settembre. Dove sono finiti gli scontenti del PdL e del Pd? Risposta forse scontata: con Di Pietro e la destra estrema. O con la Lega.

Ritornando al discorso Gelmini, i tagli maggiori la Ministra li ha fatti per la scuola dell’obbligo. Capisco che nella scuola il clientelarismo è percepito in modo minore rispetto alle cariche pubbliche, e quindi il Governo vorrebbe tagliarla prima che diventi un fenomeno diffuso, ma sono assolutamente certi che un taglio di otto miliardi di euro cadrà solo sui moltissimi bidelli, sui maestri doppioni e sugli sprechi di certe scuole? Iniziando con il grembiule e il voto in condotta, il governo ha scritto un decreto (poi perché fare un decreto su un argomento così importante come la scuola?) che fa dei tagli il suo punto fermo. Potrebbe anche essere - secondo loro - il problema minore il maestro unico, ma ricordiamoci che la scuola non è la stessa di trent’anni fa: agli inizi degli anni ’90 un altro governo ha creduto - a ragione - che la scuola stesse cambiando e quindi anche le regole dovevano cambiare di pari passo. Hanno fatto in modo che l’istruzione dell’obbligo fosse veramente un diritto sancito costituzionalmente e, facendo una legge "moderna", hanno dato inizio a quella scuola che oggi primeggia in Europa: più maestri competenti che sappiano insegnare ottimamente una materia o poco più, rispetto alla mediocrità del maestro unico che insegnava benino tutte le materie; lingua straniera sin dalle elementari e conseguente passo avanti verso una popolazione più poliglotta. Oggi la scuola pubblica italiana è d’esempio per l’intera Europa, perché tagliarla? Perché il solito taglio orizzontale senza distingui rilevanti in base al tipo di istruzione offerto dalla singola didattica? E perchè non incentivare il merito dell’istruttore dando sovvenzioni alla ricerca e alla formazione? Brunetta alla fine non chiede proprio questo? Perchè può essere attuato solo per alcune forme professionali e non su tutte? Un altro segno dei tempi che cambiano potrebbe offrirlo il leader del Pd appoggiando questo tipo di cambiamento. Lo farà? Speriamo.

Il lavoro è un diritto di tutti. Certo! Ma se lavorando si evade il fisco non si può certo dire che "non si sta lavorando", anzi si può dire che si sta facendo anche di più! I sindacati amano citare che per lavorare tutti è meglio lavorare meno, secondo me andrebbe risistemata con un lavorare tutti senza necessità di evadere il fisco. Certo non sto inventando l’acqua calda, e del resto non ho la soluzione al problema occupazionale - e non mi sognerei nemmeno di provarci: è molto più grande di me - ma se riuscisse il Governo, qualunque esso sia, a calmierare l’evasione fiscale credo che noi tutti staremmo molto meglio economicamente. Chiaramente le mie sono parole tanto ovvie quanto retoriche: finora nessuno, men che meno noi lavoratori, è riuscito ad arginare l’evasione fiscale. Crede Walter di riuscirci? Come? Prodi stava iniziando a provarci: finirà il lavoro lasciato in sospeso? E se un signor Rossi qualsiasi decidesse di evadere il fisco e, scoperto, decidesse di patteggiare, che scontistica attuerebbe il Governo di centro-sinistra? Perché poi dovrebbe premiare gli evasori solo per avere ciò che gli spetta?

Veltroni, se ha davvero intenzione di governare l’Italia come dice, la prego, non faccia come il suo predecessore facendo capire che non pagare le tasse alla fine paga (e bene direi), ma chiarisca definitivamente che le tasse vanno pagate da tutti i lavoratori senza distinzioni tra chi le può pagare senza problemi e chi, invece, non arriva a fine mese con lo stipendio che guadagna lavorando tutti i giorni in fabbrica o nei cantieri. Alla fine sono proprio loro, siamo proprio noi, che paghiamo fino all’ultimo penny senza fregare ne’ il fisco e ne’ il prossimo con l’evasione. Il giorno che riuscirà a farci capire questo, potremmo parlare di un "fisco opprimente". Non prima e non adesso.

Walter io l’aspetto, e mi scusi se la chiamo per nome: ritengo giusto farlo per il candidato che ho votato. E mi creda, non è tanto importante che non sia stato eletto: ma come si oppone a questo Governo, che a me potrà sembrare ingiusto e iniquo, ma che per molta altra gente sarà l’unico governo possibile. Ecco, proprio per queste persone lei dovrebbe cambiare l’Italia, non per chi era sabato al Circo Massimo, ma per chi non è venuto perché non crede nel suo modo di "fare opposizione". Cerchi di convincere questa gente e allora, se riesce, potrà parlare di un’Italia meglio del governo di destra che lo sta governando e che un’altra Italia è possibile. Ci provi.

Foto: Chiara Lalli

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