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Un popolo di navigatori a vista

Un popolo di navigatori a vista

Oltre che di santi e di eroi, siamo certamente un popolo di navigatori; ma di navigatori a vista.
 
Grandi elogi per Giulio Tremonti dal Times di Londra, che gli attribuisce il merito del recente positivo risultato elettorale del premier, a suo avviso da questi ottenuto grazie a quello che viene definito un comportamento sorprendentemente buono dell’Italia nella crisi finanziaria, tutto merito del suo ministro dell’economia. E nell’asserire questo l’autorevole quotidiano incorre in un errore, nel senso che, di Silvio Berlusconi, sono stati apprezzati anche gli interventi per fronteggiare l’emergenza rifiuti in Campania e quella del terremoto in Abruzzo.
 
Insomma, non è facile per gli anglosassoni comprendere fino in fondo ed accettare alcune peculiarità di noi mediterranei: la creatività e la conseguente capacità di affrontare con successo le contingenze inaspettate. Sappiamo navigare a vista bene, molto meglio di loro. Le cose si complicano quando dobbiamo navigare seguendo una precisa rotta riferita alle stelle fisse: in questo caso sono più bravi loro.
 
Ad esempio la Grecia, a noi tanto simile, si è ridotta ad arrampicarsi sugli specchi per negare di avere un debito pubblico abnorme, sino a barare con la Comunità Europea facendo ricorso ad operazioni di finanza scellerata; la stessa identica cosa messa in piedi da talune italiche amministrazioni locali, oggi sotto la pressione del patto di stabilità imposto dal governo centrale.
 
Il governo Berlusconi sta certamente operando nel senso di ridurre la spesa pubblica ed ha in programma di riorganizzare la fiscalità presumibilmente consentendo piena autonomia impositiva alle Amministrazioni locali, ma non sta proponendo ai cittadini di seguire l’unica via virtuosa in economia per la nostra comunità nazionale, ossia quella di pagarci l’enorme debito pubblico accumulato in decenni vissuti da cicale e non certo da formiche. E questo obiettivo, dopo l’ingresso nell’Euro e la conseguente impossibilità di intervento sui cambi della moneta, dovrebbe essere da tutti tenuto in alta considerazione massimamente per affetto verso le generazioni future, ossia per non lasciar loro questo fardello.
 
Ma navigare seguendo una rotta virtuosa e riferita a sani principi, purtroppo non sempre è da noi, in fondo un poco levantini; anche se restiamo ottimi navigatori a vista.

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