Un festival per ragazzi: “Aiuto, sto cambiando!”
Oggi, mercoledì 7 ottobre inizierà a Cagliari il Festival della Letteratura per Ragazzi: “Racconti, visioni e libri per rospi da baciare (www.tuttestorie.it, 7-11 ottobre 2009).
La manifestazione prenderà in esame il cambiamento come crescita, scambio di identità, mutamento di luogo, di destino, di sguardo. Cambiare dentro e fuori: dalle oscillazioni dell’anima ai travestimenti, dall’utopia al sogno che si fa realtà, dal pregiudizio al confronto con l’altro, dal rovesciamento del punto di vista ai viaggi nello spazio e nel tempo.
E poi gli incontri che ti cambiano la vita, la vita che cambia attorno a te, le grandi e piccole rivoluzioni, le scoperte e il progresso scientifico, i mutamenti climatici e genetici, le innovazioni nell’arte, il gioco del “sembra ma non è”, il ciclo della vita, l’evoluzione…
Insomma un tema con grandi braccia pronte ad accogliere nuove suggestioni e suggerimenti.
“Come sei cresciuto!” – si sentono dire i bambini dalle zie che vedono di rado. “Come sei cambiato!” – si sentono dire i grandi. Il mondo è cambiato, dicono tutti. Nessuno però, messo alle strette, sa dire con certezza se sia cambiato in meglio oppure in peggio. Su una stele babilonese di cinque secoli prima di Cristo è stato trovato inciso pressappoco così: i giovani di oggi non sono più quelli di un tempo. Più o meno negli stessi secoli, nella Bibbia l’ignoto autore chiamato Qoelet scriveva invece che “ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà: non c’è niente di nuovo sotto il sole”.
Dunque si cambia o non si cambia? Il clima sta cambiando, il pianeta si riscalda, dicono tutti. Ma in questo ultimo inverno, che è stato molto freddo, alcuni giornali hanno deriso gli scienziati che dicono che il clima sta cambiando, dando ragione agli altri che dicono che è lo stesso da milioni di anni.
Certi paesi lontani sembrano esser capaci di cambiare tutto, ripartire da capo, perché sono nati da un nuovo inizio e lo sanno rifare. In altri paesi più vecchi si ha in cuore la tetra impressione che tutto cambia ma niente cambierà. Cambiano le mode dei vestiti e dei capelli; cambiano le famiglie; i cellulari cambiano la vita, e poi cambiano loro stessi in qualche anno.
Sui bambini e sui ragazzi questa giostra indecifrabile di mutamenti cade spesso in forma di biasimo e minaccia. Son criticati e compatiti perché non giocano nei cortili, non si staccano dai cellulari e dai gameboy, non gli importa di nulla. Perché non sono come eravamo noi. O, secondo altri, perché sono proprio come li abbiamo fatti noi, e loro non si sono ribellati.
A ogni pie’ sospinto si sentono dire “aspetta, aspetta”, “vedrai che cambiamenti”, “vedrai che crisi”, “che disoccupazione”, “quando esci dal videogame vedrai che mondo”. E magari loro guardano i corpi che cambiano piano ogni notte e ogni mattina nelle facce dei compagni, come mostri mutamorfi in 3D. E cercano di capirci qualcosa.
Che cosa cambia in me? Che cosa resta? Che cosa cambia intorno a me? Che cosa resta?
P. S. Segnalo anche la Fiera del Libro per Ragazzi di Parma che si terrà a febbraio 2010: www.minimondi.com.
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