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Un "Presidente" per De Magistris, Bruni e Pittelli cercasi

 

È Francesco Rutelli, presidente del Copasir, il “Presidente” che avrebbe favorito Enrico Maria Grazioli, il maggiore dell’Arma dei carabinieri, già alla giuda del nucleo investigativo dell’ex pm Luigi De Magistris, accusato dal pm di Crotone, Pierpaolo Bruni, per rivelazioni e utilizzazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale, si affretta a dire Giancarlo Pittelli, difensore di Aldo Bonaldi, uno dei principali indagati nell’inchiesta sulla centrale a turbogas di Scandale. Non dice espressamente il nome il senatore, ma il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, è lui, Francesco Rutelli, l’uomo che si è guadagnato applausi bipartisan, dal Pd al Pdl, sulla questione dell’Archivio Genchi. L’avvocato non dice niente neanche su un certo “Macrì”, anche lui coinvolto nell’inchiesta e che sarebbe stato avvantaggiato sempre dallo stesso maggiore dei carabinieri. Probabilmente, qualcuno in futuro, fino alla conclusione delle indagini del pm crotonese, prenderà carta e penna e sosterrà che si tratta di un parente stretto dello stesso Rutelli, o della moglie. Fino ad allora, l’uscita di Pittelli appare un depistaggio, oppure un modo per coprire presunti indagati, e per risparmiali dalla gogna mediatica. Forse una gentilezza, una galanteria fra amici, per propiziarsi la nomina di difesa legale del più potente avvocato del foro di Catanzaro. La storia si ripete, quando indagava Luigi De Magistris a Catanzaro tutti i destinatari di avvisi di garanzia si rivolgevano a lui, con Poseidone, con Why Not, solo per fare due esempi. E ora anche a Crotone è così, con Basilide. Pittelli è una garanzia per tutti. E’ il migliore. Sa come muoversi, come difendere i suoi assistiti, anche dalla gogna mediatica. Luigi De Magistris non ha dubbi: “Ricordo che il maggiore Grazioli è tra coloro che maggiormente hanno provocato una delle strumentali imputazioni disciplinari rispetto a cui si stanno difendendo i valorosi magistrati di Salerno”.

E allora proviamo a capire chi può essere il vero “presidente”. Forse anche De Magistris lo sa, e non lo vuole dire. Noi ci prendiamo la liceità solo di mettere insieme alcune notizie che collimano con le inchieste passate di mano fra i due pm.
 
Perché non Francesco Muraca? Presidente dell’ordine dei commercialisti di Catanzaro? Francesco Muraca è stato consulente del pm napoletano in Why Not, per una perizia sul Campanile dell’ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella, e sulla Need, una delle tante società coinvolte nell’inchiesta. De Magistris si è sempre fidato di lui, nonostante il suo nome fosse già comparso in una “registrazione contabile” di Adepta, pari a 396.875,89 euro. Una fattura a nome di un tale fornitore “Muraca” per “consulenze tecniche, legali e fiscali” di cui gli esperti, Antonella Mamberti, Raffaella Carbone, Elda Actis Martin, Paolo Lupi, Luigi Maria Perotti e Fabrizio Fracchia, nominati dai pm Alfredo Garbati e Pierpaolo Bruni, non riuscirono mai a risalire alla sua vera identità.

Interrogarono tutti, il commercialista,Ferdinando Ferrari, l’amministratore unico di Adepta, Pietro Macrì (ma và, sarà lui l’altro indagato che avrebbe favorito il maggiore Grazioli?) e la moglie Maria Angela De Grano. Nessuno seppe dare indicazioni su questa fattura. Tanto che verrà archiviata con la voce “anonimo”, anche se passata tra le carte della Procura con il nome di “Il fornitore Francesco Muraca in Adepta”. Francesco Muraca, presidente dei commercialisti, è stato anche liquidatore semplice e giudiziario di FINCALABRA. Una società finita sotto i riflettori in Poseidone e che ha avuto un riverbero nazionale per il coinvolgimento anche di Romano Prodi, allora presidente del Consiglio italiano. Una carica assegnatagli il 27 giugno 2007, quella di liquidatore giudiziario, e il 27 luglio 2006 quella di liquidatore. Non curante di questo De Magistris gli commissionò alcuni delicati lavori in materia commerciale. Facile immaginare i conflitti di interesse che animavano la mente e il cuore del presidente dei commercialisti di Catanzaro in quegli anni. A Muraca De Magistris assegnò anche una consulenza in merito all’inchiesta denominata “Campus one” sull’Università Magna Graecia di Catanzaro, su una presunta truffa legata a dei corsi di formazione che vedevano coinvolti docenti e personale amministrativo di diverse facoltà in partecipazioni “fittizie” solo per arrotondare gli stipendi. Il lavoro del presidente commercialista ancora è atteso dalla Procura, dal lontano anno 2000. Contemporaneamente la carriera di Francesco Muraca all’Ateneo si fa strada.

Diventa docente a contratto nel corso di laurea in “Management e consulenza aziendale, nonché farà parte, dal 25 giugno 2008, della Commissione aggiudicatrice per l’abilitazione all’esercizio della professione di commercialista, insieme ai professori dell’Università Magna Graecia, Annarita Trotta, Valerio Donato, Romano Geremia e al direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate della Calabria, Eduardo Ursilli.Anche oggi, 19 ottobre, sta tenendo una conferenza, organizzata dalla Camera di Commercio di Catanzaro, su: “La conciliazione: una professione da conoscere, un’arte da praticare”. Tra i relatori figura Giorgio Sganga, segretario del consiglio dell’ordine dei commercialisti. Il professore Giorgio Sganga è quello già finito nelle indagini Poseidone e Why not “in quanto compariva nell’ambito della compagine della società TESI”. Sganga padre. Ma c’è anche Sganga figlio, Pierpaolo, consigliere nella società Fincalabra, con liquidatore il “presidente”, e dal giugno 2006 nuovo segretario amministrativo nazionale dell’Udeur di Mastella, in sostituzione di Cimmino Tancredi amministratore unico del Campanile. Nonché sindaco effettivo della società Crati scrl, un consorzio universitario per la ricerca e le applicazioni di tecnologie innovative costituito dalle tre Università calabresi di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, dall’Università di Roma Tor Vergata, dall’Università di Perugia, dal CNR e da Fincalabra (oggetto di inchiesta nell’ambito dei procedimenti penali Poseidone e Why Not). La sensazione che ne deriva, da questo quadro a tinte fosche, è che il pm Bruni abbia voluto fare piazza pulita sui finti, o solo presunti, collaboratori di De Magistris. È proverbiale la diffidenza del pubblico ministero crotonese. Non solo verso il maggiore Grazioli, ma anche degli altri. Compreso il presidente Muraca.
 
Perché non può essere Vittorio Iiritano, il “presidente” di cui parla il maggiore dei carabinieri? Vittorio Iritano è anche lui presidente, ma solo dell’Ordine dei giovani commercialisti di Catanzaro. Stretto collaboratore di Muraca ha sempre lavorato al suo fianco. Nella consulenza sul Campanile, commissionata da De Magistris, compare pure lui. Come anche nella lista elettorale “Catanzaro per Sergio Abramo” per le consultazioni comunali di Catanzaro nell’anno 2006 che appoggiava Sergio Abramo, già coinvolto nell’inchiesta Why Not. Interrogato dalla Procura su questa circostanza pare abbia risposto che “mancava un nome per completare la lista”. E lui accettò. Solo per riempire il buco dell’elenco dei 40 candidati necessari per presentarla. Non per la simpatia che avrebbe potuto provare verso Abramo, o per l’ideologia politica che rappresentava in quel momento storico per la città di Catanzaro.
 
Un “Presidente” per De Magistris, Bruni e Pittelli cercasi. La storia del Copasir già la conosciamo.

Di seguito le dichiarazioni rese da Luigi De Magistris alla Procura di Salerno il 24 settembre 2008:

DOMANDA: In prosieguo alle dichiarazioni da Lei già rese a questo Ufficio e con specifico riguardo al provvedimento del 14 ottobre 2007, a sua firma, di iscrizione del nominativo di Clemente MASTELLA nell’ambito del procedimento penale n. 2057/06/21 c.d WHYNOT può specificare all’Ufficio quali fossero gli elementi emersi dall’inchiesta da cui evincersi il collegamento delle vicende relative alla FINCALABRA e aDa erogazione di finanziamenti pubblici al gruppo TESI/CONSORZIO CLIC/CM SISTEMI, coinvolgenti Antonio SALADINO, Vincenza BRUNO BOSSIO, Nicola ADAMO ed altri, con l’allora Senatore e Ministro della Giustizia Clemente MASTELLA? 

RISPOSTA: Con riguardo al MASTELLA intendo aggiungere, facendo seguito a quanto già dichiarato al Suo Ufficio in precedenti audizioni, quanto segue. Personaggio che ritenevo centrale, mentre svolgevo le indagini nel procedimento WHY NOT. Prima che anche il Ministro me lo impedisse, quale anello di collegamento tra il MASTELLA ed ambienti politici ed istituzionali, oltre che professionali, in Calabria ed anche a Roma, era, ed è tuttora ritengo, l’Avv. Fabrizio CRISCUOLO, il cui nominativo emergeva anche nelle agende e rubriche rinvenute durante le perquisizioni precedentemente effettuate nei confronti del SALADINO e delle società a lui riconducibili. Nello studio associato dell’A vv. Fabrizio CRISCUOLO presta servizio quale avvocato anche Pellegrino MASTELlA, flglio dell’ex Ministro della Giustizia. Il predetto CRISCUOLD, tra l’altro, risulta aver coperto la carica di Consigliere di Amministrazione della Aeroporto S. Anna SPA, con sede in Isola Capo Rizzuto (area nella quale, al momento della sottrazione illegale del procedimento Why Not, stavo espletando delicata attività, anche di natura intercettiva, con riferimento al settore ambientale, ed in particolare quello eolico), il cui Presidente era il prof Giorgio SGANGA, coinvolto nelle indagini Poseidone e Why Not, in quanto compariva nell’ambito della compagine della società TESI (con riferimento alla quale ho già reso ampie dichiarazioni al Suo Ufflcio). Il Comune di Isola Capo Rizzuto, tra l’altro, compare anche tra i soci della predetta società aeroportuale. Le società TESI e CM SISTEMI rappresentavano il fulcro dell’inchiesta Why Not e degli intrecci tra politica (in modo assolutamente trasversale) ed affari, nonché per le commistioni con vari ambienti istituzionali. Nell’ambito dei rapporti tra la TESI SPA e la società flnanziaria della Regione Calabria, la FINCALABRA, evidenzio che il consigliere di amministrazione anziano di tale società e, quindi, il presidente di fatto, è risultato essere Antonino GA TTD ed i due consiglieri Pier Paolo SGANGA ed Antonio CARBONE Con riguardo a Pier Paolo SGANGA ero in procinto di verificare, prima dell’illegale avocazione delprocedimento WhyNot da parte della Procura Generale di Catanzaro, se si trattasse, innanzi tutto, di un parente del commercialista Giorgio SGANGA (il quale mipare che fu già coinvolto nel passato in vicende giudiziarie di rilievo penale), nonché dell’omonimo Pier Paolo SGANGA commercialista segretario amministrativo dell’UDEUR. A tal proposito evidenzio che il segretario amministrativo (quindi anche il tesoriere) dell’UDEUR, prima delle elezioni politiche del 2006, era tale TANCREDI CIMMINO, il quale era anche l’amministratore de IL CAMPANILE Il MASTELLA decise, pare per forti contrasti intervenuti tra i due, di non candidarlo alle elezioni politiche e nel suo ruolo gli fa subentrare l’A vv. Davide PERROTTA dello studio associato CRISCUOLO (in cui è inserito anche Pellegrino MASTELIA). Successivamente subentrava, se non ricordo male, quale segretario amministrativo, prima uno degli uomini di strettissima fiducia di MASTELLA, Mauro FABRIS, ed a giugno, quando MASTELIA mi pare fosse già Ministro della Giustizia, il commercialista Pier Paolo SGANGA.

DOMANDA: In sostanza, dagli accertamenti da Lei svolti in qualità di Pubblico Ministero titolare del procedimento c.d. l-VHY NOT, emergevano nominativi di esponenti politici dell’UDEUR ovvero soggetti riconducibili alpredetto partito politico neUe compagini costitutive e/o amministrative delle società interessate alla gestione e/o captazione di finanziamenti pubblici regionali, nazionali ed europei?

RISPOSTA: Assolutamente sì. Come già riferito al Suo Ufficio, in particolare, la TESI s.p.a. era il tipico esempio di gestione, anche illegale, del denaro pure di provenienza pubblica in modo trasversale da parte di quasi tutti gli schieramenti politici. Ricordo perfettamente che in quella società vi era anche un rappresentante del partito dell’UDEUR. Così come esponenti riconducibili a quel partito s irinvenivano in altre società. A tal proposito voglio anche aggiungere quanto segue. La CRA TI s.c.r.l è un consorzio per la ricerca e le applicazioni di tecnologie innovative ed è un consorzio universitario, senza fini di lucro, costituito dalle tre Università calabresi di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, dall’Università di Roma Tor Vergata, dall’Università di Perugia, dal CNR, da FINCALABRA (oggetto di inchiesta nell’ambito dei procedimenti penali Poseidone e Why Not) e da altri Tale società risultava anche quale socio fondatore del BIC Calabria (anch ’esso da me monitorato in diversi procedimenti, tra cui quelli appena citati), nonché socio del Parco Scientifico e Tecnologico della Calabria, cd. CALPARK (oggetto delle indagini Why Not prima della sottrazione illecita da parte del dr. FA VI). Se non erro nel consiglio di amministrazione della predetta società vi erano, tra gli altri, Antonino Gatto e Franco PRODI (in Why Not era indagato, come noto, il Presidente del Consiglio dei Ministri Prof Romano PRODI); tra i Sindaci della predetta società vi era Pierpaolo SGANGA - omonimo del Pier Paolo SGANGA commercialista segretario amministrativo dell’UDEUR. Tale società mi risulta fosse destinataria di finanziamenti da parte dell’Unione Europea e mi risulta anche che avesse un laboratorio in Lamezia Terme. Il Consorzio CIES (centro di ingegneria economica e sociale) mi risulta essere stato presieduto dall’avv. Fabrizio CR/SCUOLO, tra i consiglieri vi è anche Don Biagio AMATO, già da me indagato per gravi fatti di reato negli anni 1997/1998 nell’ambito di un ’inchiesta che aveva ad oggetto soprattutto truffe della Fondazione Betania, della quale AMATO era il fondatore e/o il Presidente. Presidente del Collegio Sindacale della CIES è il dr. Giorgio SGANGA. Socio fondatore è la UNICAL, Università della Calabria con sede località Arcavata di Rende in provincia di Cosenza. Tra i soci sostenitori vi è la Fondazione Betania, il Ministero della Comunicazioni (di cui è stato titolare l’allora Ministro Maurizio GASPARRI, coinvolto nell’inchiesta Poseidone, seppur formalmente ancora non indagato prima che il dr. LOMBARDI me la revocasse in modo illegale) e l’ARSSA (già oggetto di investigazioni da parte del mio Ufficio). Con riguardo ad illeciti commessi nell’ambito dei Consorzi Universitari e delle Università (tra cui l’Università Tor Vergata di Roma) mi stavo accingendo, lo avrei fatto di certo entro il mese di ottobre 2008, a depositare l’avviso chiusura indagine ai sensi dell’art. 415 bis c.p.p., unitamente ad un provvedimento di sequestro di somme molto ingenti di denaro e forse anche, se avessi fatto in tempo, di atto cautelare, nell’ambito della più imponente inchiesta sulla gestione illecita dei corsi di formazione professionale. Dell’imminente chiusura di tale inchiesta ne ho parlato spesso per telefono e nel mio ufficio con il personale di PG delegato, dico questo perchè ritengo anche di essere, in qualche modo, illegalmente controllato, tenuto anche conto dell’immediato ed ingiustificato decreto emesso dal Ministero della Giustizia per allontanarmi repentinamente da Catanzaro (per evitare che non formulassi la richiesta di rinvio a giudizio nel procedimento Toghe Lucane e non definissi altri delicatissimi procedimenti di cui era imminente la chiusura, entrambi aventi, appunto, ad oggetto le Università).

Commenti all'articolo

  • Di morias (---.---.---.54) 21 ottobre 2009 16:40
    morias

    "Intraprendere azioni legali a tutela del buon nome dell’interessato" (dove per interessato si intende Francesco Rutelli) come recita la missiva inviata all’autore dell’articolo da parte del Partito Democratico e riportato sul blog dello stesso Grimaldi, è un’ azione significativa che mette d’accordo maggioranza e opposizione sulla pericolosità della libera informazione sul web.
    Minacciare "azioni legali" da parte di un partito politico è sempre sconveniente, soprattutto indica che coloro del Pd che hanno letto l’articolo non hanno capito niente, e che non è l’autore a fare allusioni inventate, ma vengono riportate solo affermazioni di altri soggetti.

    Esprimo la mia solidarietà ad Emilio Grimaldi, e al contempo il mio schifo per un partito che si dice progressista e riformatore, ma che per contro è solo preoccupato della sua, già scarsa, moralità.

  • Di (---.---.---.135) 16 novembre 2010 01:30

    l’informazione non va imbavagliata, è sempre un piacere leggere gli articoli del giornalista Grimaldi.

    domenico

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