• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Un Paese che non capisco più... il mio

Un Paese che non capisco più... il mio

L'ho sempre amato questo Paese, anche quando andavo all'estero e ne vedevo anni fa, le profonde differenze, gli errori, le manchevolezze lascive, in cui ci cullavamo. Noi che abbiamo inventato storia, arte, artigianato, musica, uomini che hanno fatto la Storia, gesti che hanno cambiato i tempi.

Eppure adesso non lo capisco più, e non posso perdonarci, tutto quello che abbiamo e continuiamo a buttare via. La nostra genialità, è diventata superficiale incompletezza, la nostra arguzia, divenuta furbizia, i nostri vanti, le ecellenze, sprecate nel pastrocchio degli interessi, del "tira a campare". Eppure siamo ancora noi, con un Paese bello, ma che casca a pezzi; con le mille soluzioni che riusciamo a trovare ogni volta che le cose vanno male, con l'ironia che accompagna, il nostro quotidiano frantumato.

Ma allora perché non reagiamo? Perché non guardiamo il nostro Paese così bello, e lo cominciamo a tenere come una cosa preziosa? Perché non ci stringiamo ognuno nel suo piccolo, a fare ogni giorno il meglio, per farlo crescere? Perché non urliamo contro a chi sta cercando di svenderlo, e regalarlo agli stranieri, come non valesse niente. Perché non ritorniano nei piccoli e nei grandi gesti, quelli che hanno segnato la Storia, con il valore, le scoperte, la morale di grandi uomini, ma anche di quelli comuni che sono morti per il nostro Paese.

Io oggi, non sono orgogliosa di come siamo... ma mi fa dolore veder morire, la nostra Italia. 

 

Foto: Massimo Marangoni/Flickr

 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità