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Ugo Di Girolamo

http://mafiepolitica.blogspot.it/ Autore di "Mafie, politica, pubblica amministrazione".
 

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  • Primo articolo mercoledì 11 Novembre 2011
  • Moderatore da martedì 02 Febbraio 2012
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Ultimi commenti

  • Di Ugo Di Girolamo (---.---.---.191) 2 gennaio 2014 17:25

    Credo che non solo Grillo ma anche tu Giannulli hai riflettuto molto poco su cosa significhi uscire dall’Euro.

    Sai cosa farei io se Grillo dovesse vincere le elezioni? la mattina dopo sarei davanti alla banca a ritirare tutti i miei euro e come me tutti quelli che vorrebbero salvare i loro risparmi che altrimenti sarebbero convertiti in pezzi di carta colorata con su scritto lira.

    E cosa farebbero secondo te Giannulli tutti quelli che hanno buoni del tesoro italiani in euro ?

    E cosa succederebbe se il tesoro non trovasse più alcun investitore disposta ad acquistare il titoli italiani?

    Adesso Giannulli tu che sei tanto bravo a delineare scenari, prova un po’ a spiegarmi questo a cosa ci porterebbe?

  • Di Ugo Di Girolamo (---.---.---.169) 29 ottobre 2013 18:27

    Ve ne dovete andare! ex comunisti, cripto comunisti, grillini e berlusconiani AVETE STUFATO.

  • Di Ugo Di Girolamo (---.---.---.68) 1 marzo 2013 19:08

    Innanzitutto grazie per il commento.

    Nel PD e tra i deputati ma anche fuori ci sono tante persone che possono guidare la delicatissima fase che ci porterà ad elezioni anticipate, dalle quali non possiamo sfuggire.

    Se Bersani non si dimette ora, dopo da presidente del consiglio incaricato dell’ordinaria amministrazione sarà ben più difficile dire che non dev’essere lui il leader, e in ogni caso è più opportuno che da subito una nuova dirigenza si presenti agli italiani.

    Bersani è il principale responsabile di una sconfitta epocale. Non è solo in queste responsabilità, vi sono coinvolti gli oligarchi di Roma e anche i 2 milioni e mezzo di militanti che alle primarie lo hanno votato, Il mio intervento è volto proprio a quei militanti che ancora oggi si ostinano a sostenere un clamoroso perdente (non è il tuo caso).

    La sconfitta alla quale la dirigenza Bersani ha portato l’intera sinistra italiana (Ingroia e Vendola compresi) è paragonabile a quelle di Occhetto nel 94, Togliatti e Nenni nel 48, Socialisti massimalisti e comunisti (Gramsci e compagnia) nel 24. Ma insomma cos’altro deve combinare un leader in Italia per essere rimosso??!! Ma come è possibile che tanti militanti del PD rifiutano di rimuovere Bersani ?? se fra qualche mese ritorniamo alle elezioni pensate che l’elettore che domenica scorsa ha respinto Bersani preferendogli alternativamente Berlusconi o Grillo, cambierà idea solo perché voi insistete a ripresentarglielo?

    Tuttavia, rispetto alle tre crisi di regime precedenti (22/24 - 46/48 - 92/94) oggi la soluzione non è ancora maturata, il ciclo non si è ancora chiuso, sono ancora possibili diverse soluzioni, ma se affidiamo la guida di questi processi nelle mani di una brava persona, che ha dato prova non negativa da ministro, ma che è assolutamente inadatto a fare il leader, allora siamo sconfitti in partenza,

    Per chi volesse riflettere sulle tre precedenti crisi di regime può leggersi http://mafiepolitica.blogspot.it/2012/05/antipolitica.html#more 

  • Di Ugo Di Girolamo (---.---.---.75) 1 marzo 2013 09:47

    Grazie per la segnalazione, ma da molti anni ho cancellato il suddetto dall’elenco dei giornalisti che sono disposto a leggere e ciò pur comprando regolarmente tutti i giorni La Repubblica

  • Di Ugo Di Girolamo (---.---.---.19) 2 settembre 2012 21:03

    Il suo modo pacato, civile di ragionare mi induce a proseguire il dibattito con Lei per precisare alcune cose.

    1- Circa l’identificazione tra antiracket e camorra le faccio osservare che non sono io a operarla e ad attribuirla a lei. E’ tutto l’articolo che corre sul filo di questa identificazione non espressamente detta ma sottesa. E’ lei che parla di "modello Ercolano" ...grazie al quale ..." i clan camorristici della zona sono stati praticamente sgominati nel giro di un lustro".

    Guardi io sono di Mondragone, area dei mazzoni (ovvero area dei casalesi), tra il duemila e il duemilatre il magistrato Raffaele Cantone (che lei conoscerà di fama) sferrò una offensiva micidiale contro un clan tra i più potenti della provincia di Caserta. Fece terra bruciata, arresto tutti, ma proprio tutti i compnenti della banda che imperversava da un tempo indefinito. A Mondragone quasi tutti gioirono, ci fu un deputato che si sbilanciò ad affermare "... quì la camorra non esiste più, lo Stato ha vinto". E’ inutile che le stia a raccontare il seguito, può immaginarlo da solo.

    2- Antistato, è lei che parla di "...una contro-istituzione che sembra essere più radicata dello Stato". Contro e anti significano la stessa cosa, istituzioni e Stato sono significati intercambiabili.

    3- "Per quanto riguarda il ceto politico che lei (giustamente) stigmatizza, è bene notare che esso è sempre espressione del popolo che rappresenta" , si in ultima analisi è così, ma questa è una espressione che poi non porta a nulla e nasconde l’autonomia di un ceto sociale (quello politico) che in quanto portatore di interessi propri differenti da quelli degli amministrati ha delle proprie dirette responsabilità nella gestione della cosa pubblica. Il magistrato Piergiorgio Morosini ha pubblicato a fine 2011 un libro nel quale ripercorre tutti i rapporti tra ceto politico e mafie in 150 anni di storia unitaria. Cosa che ho fatto pure io in un articolo precedente che le consiglio http://mafiepolitica.blogspot.it/2010/08/mafie-e-politica-150-anni-di-rapporti_07.html, solo per la brevità rispetto al libro.

    Tutto questo non è assolutamente volta a sminuire la validità e la positività dell’esperienza di Ercolano, né è mia intenzione giudicare negativamente il suo articolo (per il quale ho espresso un voto positivo), la mia intenzione era semplicemente quella di richiamare l’attenzione di quanti sono interessati alla sconfitta definitiva delle mafie su quello che io (con una mia pubblicazione nel 2009), Nino Di Matteo e Piergiorgio Morosini nel 2011 abbiamo definito il nodo centrale della questione mafiosa: il rapporto tra politica e clan, nonché la rottura di questo rapporto attraverso una lotta alla corruzione, vista quest’ultima come la porta d’ingresso dei clan nelle istituzioni.

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