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USA: ma quale democrazia?

Le foto in prima pagina di alcuni giornali documentano le decine di tendopoli sorte in California per effetto della crisi creata dalle banche e dalle loro truffe.

 

Ma che ha di democratico una società che riempie di soldi le banche truffatrici per non farle fallire, e lascia senza casa e senza assegno di disoccupazione gli espulsi dal mondo del lavoro, a cui si devono aggiungere i 50 milioni di americani senza protezione sanitaria, già discriminati prima della crisi?

I soldi pubblici perché sono saltati fuori per foraggiare quei criminali dei banchieri, e non per un assegno per tutti i disoccupati, un sostegno ai mutui, il blocco degli sfratti e una protezione sanitaria gratuita per tutti?

Le grandi banche fallite dovevano essere immediatamente nazionalizzate per dare esecutività alle nuove scelte strategiche in fatto di autonomia energetica con le rinnovabili e finanziare tutti i progetti di opere pubbliche del programma di governo di Obama, esteso anche alla riforma sanitaria.

In questi mesi ci si è accorti di quale immenso potere abbiano le banche, la politica, senza il controllo di una parte consistente di esse, non conta niente.

E’ inaudito che i soldi pubblici, invece di andare a costituire un credito di pubblico servizio, a bilanciare il potere del credito privato, siano andati agli stessi privati, truffatori e falliti, per consentirgli di iniziare un altro ciclo con soldi sottratti ai disoccupati, ai senza tetto, ai malati senza assistenza.

Non sarebbe ora che i cittadini americani si ribellassero e chiedessero quegli ammortizzatori sociali e quei diritti fondamentali che sono i veri “diritti umani”, e pretendessero che le spese per comandare il mondo fossero spese per i cittadini americani che quella ricchezza producono?

La crisi americana, nata dal sistema finanziario distorto, immorale, senza controlli, può evolversi in due modi. Uno è quello della restaurazione del potere delle banche e del liberismo globale, scenario che ben conosciamo e che aggrava la emergenza ambientale e continua nelle logiche imperiali e della supremazia militare. Il secondo è quello di portare l’economia sul terreno della sostenibilità e della soddisfazione del mercato interno e della chiusura delle 900 basi militari sparse nel mondo e la fine delle guerre.

Le enormi spese militari sostenute dagli Usa non sono servite a nulla, la supremazia militare ce l’hanno, ma non più quella economica. Il mondo è diventato multipolare e la Cina è il maggior creditore dell’America, al punto che se chiedesse la restituzione dei duemila miliardi di dollari investiti nei buoni del Tesoro americani, Obama dovrebbe dichiarare bancarotta.

Comunque per coloro che affollano le tendopoli credo che andare a vivere a Cuba comincerà a diventare un forte desiderio.

 

Commenti all'articolo

  • Di mauro bonaccorso (---.---.---.216) 28 marzo 2009 21:51
     
    Per fortuna gli Stati Uniti d’America rappresentano un grande paese sotto molte forme. Un paese che spesso viene descritto male, senza sfumature. Chi ha avuto la fortuna di saggiare personalmente aspetti quasi sconosciuti di quel posto, sa che, ad esempio, ci sono luoghi dove il tanto decantato consumismo americano non esiste o è il linea con il resto del mondo civilizzato, cosa che ho potuto verificare personalmente.
    E’ un paese affascinante perché rivela profili umani inimmaginabili, a causa degli stereotipi che spesso ci sono propinati e che distorcono la realtà.
    L’avvento di Obama e la sua inversione di tendenza programmatica, seppur tra mille traversie, sarà comunque, un primo passo per il cambiamento degli aspetti più deleteri di cui siamo a conoscenza.
    Un saluto
    Mauro 
     
  • Di PEPPINIELLO (---.---.---.13) 2 aprile 2009 00:47

    Ovunque nel mondo le storie del singolo portano ad un totale coivolgimento emotivo, alcune volte occorre invece avere un minimo distacco al fine di analizzarle criticamente.
    Dentro questo rigo e mezzo c’è l’intera storia della razza umana, il sue conquiste e le sue disavventure.
    L’america del nord, un paradiso senza fine assaltato da una marmaglia di esseri, in fuga dai paesi natii, tutti incerca di un luogo che gli consentisse di esternare i loro istinti, imponendoli ad altri senza doverne rendere conto ad alcuno. In quel mondo meraviglioso, in quel paradiso arrivo di tuttto e di più. Tra loro facevano a gara ha chi la combinava più grossa. Questa motus, questo pensiero, è diventato una essenza filosofica di un popolo che porta nel suo grembo, eroicità e vigliaccheria,altruismo e sfruttamento, costruzioni e distruzione. IL sintomo evidente di di una mentalità alla quale non basta un pianeta, figuriamoci un continente oppure una nazione. Pensare al fatto che anche un ragazzetto possiede un arma e può brandirla in ogni momento non si può non pensare che questo formi un individuo con capacità offensive e difensive che solcano l’anima. Le guerre una dietro l’altra come una catena di montaggio? Miliardi bruciati come paglia secca, un mare di compagnie private presenti in questo gioco, cosa vuoi che gli importa dei 50.000.000 di americani senza protezione sanitaria, spero si riprendano, perchè è stato un paese che ho amato, gli farà certamente bene un lungo periodo sotto le tende un tre quattro anni con inverni rigidi. Gli USA , con i problemi interni e i nemici che si costruiscono con la loro politica spallata, con i debiti che hanno con tutte le nazioni nel mondo (non solo CINA) ritengo siano in una deriva pericolosa che potrebbe portali ad implodere su se stessi . dispiace scriverle queste cose ma non è possibile andare sempre più nel fango facendo capire al mondo intero che non gliene importa nulla. OGGI poi è il colmo, dopo tutto il casino che hanno fatto esplodere (ma tanto prima o poi ci doveva pure essere un cambio di marcia) ci viene a dire noi non faremo la locomotiva della ripresa, (sapete questo a mio parere cosa significa) "SIETE VOI CHE DOVRETE ACQUISTARE DA NOI NON IL CONTRARIO. Loro effettueranno del protezionisno che ha noi non ci è consentito, ed io mi chiedo: perchè se no cosa succede? Vorrei dire a NICOLAS SARKOZY di chiedere scusa a CHIRAC il quale fra i tanti era l’unico che con la sua politica era vicino al popolo americano più di BUSH.

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