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 Home page > Tribuna Libera > Tu, Gianrico, che hai scritto Il bordo vertiginoso delle cose

Tu, Gianrico, che hai scritto Il bordo vertiginoso delle cose

Vi racconto così la presentazione de Il bordo vertiginoso delle cose di Gianrico Carofiglio all'Ambasciatori di Bologna, come se stessi parlando con lui, perché lui per primo ha parlato con noi.

Sei in ritardo di sette minuti. Montroni sta già presentandoti mentre non ti sei ancora tolto la giacca. Ti mette di buon umore Bologna, sai dire perché? Dovresti, sei uno scrittore tu, uno che le parole le trova, quelle che mancano agli altri. Solo che, hai ragione, non è solo questo scrivere, ma il tuo personaggio ancora non lo sa e proprio non ce la fa a scrivere un altro libro.

Tu invece lo sai che scrivere è avere a che fare con la verità, e sì che hai scritto più libri del tuo Enrico, e la verità è materiale pericoloso. Succede che si vanno a ripescare storie restate nascoste nel sottoscala della coscienza, penoso è poi mettere in ordine le parole per dirle.

Tu non sei Enrico, no. Non è un libro autobiografico, ma hai scritto un'autobiografia generazionale. Sei andato a ripescare nel sottoscala del Paese, accidenti! In un sottoscala, quello della lotta armata, dove sono state riposte tutte le dimensioni non chiarite, tutti i conti ancora aperti. Perché ancora te lo chiedi se c'era un'idea di violenza, pur sbagliata, o c'era, semplicemente, un vuoto di pensiero.

Ti viene in mente la Arendt, il male non ha radici, il bene sì. Hai conosciuto storie vere dove si è ucciso per un banale litigio. Allora no, ne sei convinto, non ci sono radici, non c'è da capire il male, c'è da diventare pazzi sennò. Così hai scritto Celeste. Hai inventato questo personaggio, bello, che ha fatto innamorare Enrico e Salvatore, anche i lettori, e forse tu stesso te ne sei innamorato.

E' il bello dello scrittore poter inventare un personaggio che avresti voluto incontrare. Hai fatto dire a Celeste cose meravigliose di filosofia, l'hai resa capace di di far vedere un mondo di passione che invece spesso resta nascosto.

A Enrico hai fatto incontrare non solo Celeste, ma anche il pescatore, anche Stefania, perché come parla un saggio orientale, quando l'allievo è pronto, il maestro appare. Gli hai fatto seguire un percorso, un percorso di storie che l'ha portato fin lì, fino a Bari, il tuo specchio universale metropolitano. Ci leggi del primo bacio di Enrico.

Sai una cosa, Gianrico? Come le leggi tu le tue storie non le legge nessuno.

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